Non dire mai questa parola al telefono. È pericoloso

Gabriele Marrone

7 Marzo 2024 - 07:44

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C’è una parola da non dire mai al telefono. Può essere pericolosa e farti diventare vittima di truffe.

Non dire mai questa parola al telefono. È pericoloso

Vi è un’abitudine comune quando si tratta di rispondere alle chiamate che può essere dannosa e far cadere una truffa.

Si tratta della parola”, che viene pronunciata spesso nelle conversazioni telefoniche, soprattutto al loro inizio.

Adam Gordon, docente presso la società di formazione ITProTV e che tiene, tra gli altri, corsi di informatica per grandi aziende e organizzazioni governative, sostiene come l’abitudine di iniziare le conversazioni con un breve “sì?” sia da abbandonare senza indugi.

Secondo l’esperto, nell’era delle tecniche di manipolazione delle tracce audio, questa parola genera troppi rischi.

Una parola rischiosa da dire al telefono

Qualche anno fa negli Stati Uniti alcuni truffatori hanno messo in campo un raggiro raffinato, registrando la parola “sì” pronunciata da diverse persone, scelte casualmente, per poi addebitare loro il costo di beni e servizi indesiderati.

Anche se le transazioni telefoniche in Europa sono piuttosto rare, non è difficile immaginare uno scenario simile anche in Italia e nei Paesi europei. La parola “sì”, inserita in un determinato contesto, può costituire la base di un falso consenso al marketing, ad esempio.

Lo stesso Gordon ritiene che nei prossimi anni le frodi telefoniche, invece che assumere la forma di estorsioni dirette, si evolveranno in truffe più raffinate e di ampio respiro.

Pensiamo a cosa si può fare con un video di una persona che dice “sì”. Nel mondo di oggi, completamente digitalizzato, è possibile accedere a profili privati, sbloccare degli accessi, autorizzare qualcosa, modificare dati e molto altro.

Come sottolinea l’esperto, l’intelligenza artificiale svolgerà un ruolo cruciale in questo settore. Più specificamente attraverso i chatbot, che “oggi sono così avanzati che possono facilmente mascherarsi da esseri umani e imitare i manierismi umani”, non in tempo reale, ma quasi.

Attenzione al furto vocale

Recentemente la preoccupazione forse più comune riguarda il “furto vocale”, tramite cui un criminale chiama e, grazie all’AI, utilizza una voce familiare, ad esempio quella di un parente.

Ad oggi, tuttavia, la clonazione della voce in tempo reale è una pratica assai impegnativa dal punto di vista computazionale, ed quindi è piuttosto irrealistica e rara. Almeno per ora. Ciò non significa che la manipolazione delle conversazioni non rappresenti una minaccia. Solo che questa minaccia è un po’ diversa rispetto a quanto possa sembrare.

Gordon afferma che il robot non ha bisogno di fingere di essere una persona specifica. È sufficiente apparire credibile come essere umano e, a suo avviso, questo spiana la strada per un’analisi preliminare delle potenziali vittime.

In una fase successiva, insieme alle registrazioni reali delle conversazioni con la vittima della truffa, ciò può costituire la base per creare conversazioni fittizie. Le dichiarazioni raccolte possono essere utilizzate, ad esempio, per ricattare la vittima o le persone a lei vicine.

È meglio non rispondere a numeri sconosciuti

La raccomandazione di Adam Gordon è semplice: non si dovrebbe assolutamente rispondere ai numeri sconosciuti. Se il numero di telefono è privato e non stai aspettando nessuna chiamata particolare, non rispondere.

Esiste lo spoofing dell’identità, un trucco attraverso il quale numero risulta essere conosciuto dalla vittima, perfino memorizzato, ma chi chiama è un truffatore. Tuttavia, tale ipotesi non può essere confermata finché non si prende in mano il telefono.

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# Truffa

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