Salvini critica la lotteria degli scontrini, ma ha la memoria corta

Anna Maria D’Andrea

22/11/2019

22/11/2019 - 13:27

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La lotteria degli scontrini sta creando caos tra i commercianti tenuti ad adeguarsi entro il 1° gennaio 2020. Ad affermarlo è Matteo Salvini, che però dimentica che già il Governo Lega-M5S aveva avviato l’iter per l’introduzione della riffa di Stato.

La lotteria degli scontrini sta gettando nel caos imprese e commercianti: ad affermarlo è Matteo Salvini che, però, dimostra di avere memoria corta.

Durante l’incontro organizzato dai Consulenti del Lavoro per discutere su Legge di Bilancio e Decreto Legge Fiscale 2020 il Leader della Lega critica duramente la lotteria degli scontrini in avvio dal 1° gennaio 2020.

Sebbene si tratti di una critica legittima e fondata su una difficoltà reale, l’On. Matteo Salvini dimentica che già il Governo Lega-M5S aveva avviato l’iter per l’avvio della lotteria degli scontrini. Peccato che, intervistato da Money.it, smentisca la realtà.

La prova dei fatti è contenuta nelle leggi approvate durante il primo Governo Conte, nel DL Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019 e all’interno del Decreto Crescita. Rinfreschiamo la memoria a Matteo Salvini.

Salvini critica la lotteria degli scontrini, ma ha la memoria corta

L’intervento del Senatore e Leader della Lega Matteo Salvini, durante l’incontro tra Consulenti del Lavoro e Politica del 22 novembre 2019 non poteva che incentrarsi sulle misure finalizzate alla lotta all’evasione previste dalla Manovra e dal DL Fiscale 2020.

Tra queste vi è la lotteria degli scontrini che partirà dal 1° gennaio 2020 ma che, ricordiamo ai lettori (ed all’On. Salvini), non è una novità del Governo Conte bis.

Se oggi Salvini ritiene la riffa di Stato come una misura che danneggerà imprese e professionisti, ci si chiede quale fosse la sua opinione pochi mesi fa, quando durante il Governo di cui era Vice Premier, si è avviato l’iter per il suo avvio.

Per mostrare quanto sia slegata dalla realtà la campagna elettorale permanente dell’On. Matteo Salvini, partiamo dalle dichiarazioni fatte alla platea dei professionisti partecipanti all’Anteprima del Festival del Lavoro 2020:

“in questa manovra l’evasione fiscale si combatte con lotteria degli scontrini, che sta gettando nel panico le imprese [...] per l’adeguamento dei registratori di cassa.”

Forti le critiche anche sul bonus befana, il meccanismo di cashback per chi pagherà con carte o bancomat in settori ad alto rischio evasione:

“se si pensa di combattere l’evasione fiscale con il gioco dell’oca per chi paga con bancomat, il Paese è alla canna del gas.”

Lotteria degli scontrini: dal Governo Lega-M5S le prime misure per stimolare i pagamenti con bancomat

Avere memoria dei fatti è fondamentale, e lo è ancora di più in un periodo politico fluido e povero di certezze.

Vogliamo quindi provare all’On. Salvini quanto da noi sostenuto nella breve intervista realizzata durante l’incontro del 22 novembre 2019.

In primo luogo si ricorda che è stato il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019, approvata da Lega e M5S, a fissare la data di avvio della lotteria degli scontrini a partire dal 1° gennaio 2020.

Inoltre, il Decreto Crescita approvato dal Governo Conte 1, formato dalla “strana coppia” Lega-M5S, all’articolo 12-quinquies (fonte Camera):

“Il comma 2, modificando l’articolo 1, comma 542 della legge n. 232 del 2016 in tema di lotteria nazionale sugli scontrini e fatture ricevuti (c.d. lotteria scontrini), aumenta la probabilità di vincita dei premi, se le transazioni sono effettuate mediante strumenti elettronici, dal 20% al 100%, rispetto alle transazioni effettuate mediante denaro contante. Di conseguenza sono raddoppiate le possibilità di vincita per le transazioni effettuate con strumenti elettronici si raddoppia la possibilità di vincita per le transazioni effettuate con carta di debito e credito rispetto alle transazioni effettuate per mezzo di contanti.”

Restiamo ovviamente disponibili ad una controbbattuta da parte dell’On. Matteo Salvini, sperando vivamente in un’evoluzione meno demagogica e più concreta della discussione politica.

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