Local tax, come cambiano le tasse sulla casa nel 2020

Rosaria Imparato

30 Ottobre 2019 - 17:25

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Tasse sulla casa, novità in Legge di Bilancio 2020: dal prossimo anno arriva la local tax, cioè una tassa unica che accorpa IMU e TASI in nome della semplificazione fiscale e della lotta all’evasione. Vediamo cosa cambia dal prossimo anno.

Local tax, come cambiano le tasse sulla casa nel 2020

Tasse sulle casa, sono attese ulteriori novità con la Legge di Bilancio 2020: il Governo Conte sta lavorando alla local tax, che accorperebbe IMU e TASI.

L’ottica in cui sta procedendo è quella della semplificazione fiscale: con la fusione della doppia tassa sulla casa, infatti, si pagherebbe tramite un solo bollettino.

Finora, IMU e TASI sono state pagate e calcolate con due procedimenti diversi e, al di là del fatto, poco simpatico, di dover pagare una doppia tassa sullo stesso immobile, con l’accorpamento di IMU e TASI in un’unica tassa, la local tax appunto, la vita fiscale dei contribuenti sarebbe sicuramente molto semplificata.

Ma come si è arrivati alla local tax del secondo Governo Conte? In realtà, la tassa sul mattone è sempre stata al centro dei dibattiti politici.

Il primo a proporre l’unificazione delle tasse sulla casa è stato addirittura Renzi nel 2014. La local tax ha poi cambiato nome e sfaccettature in base ai partiti al Governo.

Local tax, come cambiano le tasse sulla casa nel 2020

Nella Legge di Bilancio 2020 ci dovrebbe essere spazio, tra le varie novità, anche per una riforma delle tasse sulla casa.

I riflettori sono tutti puntati sulla local tax, attualmente in studio ai tavoli del Ministero dell’Economia.

Si aspettavano novità sulla local tax già nel Decreto Fiscale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 ottobre 2019, invece per avere informazioni certe dovremo attendere il testo della manovra.

Secondo le ultime proposte prese in considerazione dal MEF, la local tax dovrebbe unificare IMU e TASI in un’unica tassa, con tutte le semplificazioni fiscali che ne conseguono, quindi:

  • unica scadenza;
  • unico calcolo (e quindi risparmio dal commercialista);
  • unico bollettino.

Una vera e propria riforma della tassa sul mattone, che si tradurrebbe in una facilitazione della vita fiscale dei contribuenti.

Secondo la proposta avanzata dalla Lega quando era ancora al Governo, e che probabilmente è ancora in studio al MEF, con la local tax avverrebbe anche il passaggio al bollettino precompilato inviato direttamente a casa.

Il bollettino precompilato che arriva a domicilio è una proposta dell’Onorevole leghista Alberto Gusmeroli, in nome non solo della semplificazione fiscale, quanto della lotta all’evasione.

Tramite l’invio di bollettini F24 direttamente a casa dei contribuenti, infatti, si dovrebbe anche recuperare il sommerso.

Local tax negli anni, cosa cambia tra le varie proposte

Il primo a proporre l’accorpamento delle varie tasse sulla casa (quindi non solo IMU e TASI, ma anche TARI) fu Renzi nel 2014, all’inizio della sua esperienza come Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.

Negli anni la proposta renziana di local tax ha cambiato colore, in base ai partiti di maggioranza al Governo.

Anche il Movimento 5 Stelle, infatti, ha fatto propria la proposta di local tax (sempre come fusione di IMU e TASI) solo pochi mesi fa, poco prima che cadesse il primo Governo Conte.

Risale all’agosto di quest’anno anche un’altra proposta, stavolta della Lega: l’abolizione della TASI, che però quasi sicuramente non avverrà per mancanza di fondi.

Local tax, tassa unica sulla casa come strumento antievasione

La doppia tassa sulla casa è tra le tasse più odiate e anche tra le più gravose per gli italiani.

Proprio perché IMU e TASI sono tra le tasse che più aggravano la situazione della pressione fiscale, sono tra quelle maggiormente evase.

L’evasione IMU-TASI nel 2019, come riportato in un documento del Ministero dell’Economia, è alle stelle. Quest’anno si è verificata una differenza sostanziale tra il gettito potenziale previsto e quello realmente arrivato nelle casse dello Stato: ben 5,1 miliardi di divario fiscale.

In media i mancati incassi ammontano al 26,9% a livello nazionale, quindi la situazione dell’evasione è abbastanza grave ovunque, anche se al Sud i dati risultano essere più seri.

La differenza è da imputare a varie problematiche come l’inefficienza della macchina amministrativa e dei conseguenti controlli, ma anche al fatto che molti immobili sono abbandonati da anni da famiglie che si sono trasferite.

Il piano del Governo Conte probabilmente punterà a recuperare il sommerso tramite l’invio degli F24 o dei bollettini IMU precompilati direttamente a casa dei contribuenti, così da combattere l’evasione e allo stesso tempo semplificare la vita fiscale dei contribuenti.

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