Lavoro nero in NASpI: normativa, rischi e conseguenze

Simone Micocci

17 Novembre 2021 - 16:15

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Cosa rischia chi pur prendendo la NASpI decide di lavorare in nero? Attenzione: tra le conseguenze possibili c’è anche la reclusione.

Lavoro nero in NASpI: normativa, rischi e conseguenze

Lavorare in nero percependo al tempo stesso la NASpI è un rischio che non vale la pena correre. È vero che in questo modo è possibile - illecitamente - cumulare sia quanto si prende di disoccupazione che il compenso da lavoro nero, ma è altrettanto vero che ci si mette in una situazione di rischio rilevante.

Le conseguenze per chi accetta di mettersi in questa posizione, beneficiando della NASpI in quanto disoccupato ma nel frattempo lavorando anche in nero, sono molto severe e a farne le spese in questo caso è il lavoratore stesso. Generalmente, infatti, soggetto alle sanzioni per il lavoro nero è solamente il datore di lavoro, mentre per il lavoratore non ci sono conseguenze.

Ma ci sono appunto delle eccezioni: rischia - e molto - ad esempio chi lavora in nero ma nel contempo percepisce il reddito di cittadinanza, o appunto chi decide di risultare disoccupato pur di fatto lavorando.

Vediamo, a tal proposito, cosa rischia chi nel frattempo lavora in nero e percepisce la NASpI.

Perché lavorare in nero mentre si prende la NASpI?

Rispondiamo a questa domanda nonostante per molti la risposta sia ovvia. Come la maggior parte di voi sapranno, per avere diritto - e continuarne a fruire per tutta la durata prevista - è necessario mantenere lo stato di disoccupazione.

Nel caso in cui si perda questo stato anche la NASpI decade.

Avviare una nuova attività lavorativa, in regola, potrebbe di fatto comportare la perdita dello stato di disoccupazione. Nel dettaglio, la NASpI si perde quando:

  • si avvia un’attività da lavoro autonomo con reddito prospettico annuo superiore ai 4.800,00€;
  • si dà avvio a un’attività da lavoro subordinato della durata superiore ai 6 mesi e non si dà comunicazione del reddito prospettico;
  • si dà avvio a un’attività da lavoro subordinato con reddito prospettico superiore a 8.145,00€ annui.

La NASpI, invece, si sospende in caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi, ma solo se il beneficiario della prestazione non effettua la comunicazione del reddito prospettico percepito (che comunque deve essere inferiore a 8.145,00€ annui).

Inoltre, l’importo della NASpI si riduce quando:

  • si dà avvio a un’attività da lavoro autonomo con reddito prospettico inferiore ai 4.800,00€ annui suddetti. I redditi percepiti impattano all’80% sull’importo della NASpI.
  • si dà avvio a un’attività lavorativa di durata inferiore a 6 mesi e si dà comunicazione del reddito annuo presunto, a patto ovviamente che questo sia inferiore a 8.145,00€.

È ovvio, quindi, che indipendentemente dalla tipologia dell’attività lavorativa, lavorare in regola ha conseguenze sulla NASpI. Ragion per cui ci sono persone che decidono di approfittare di questo periodo di disoccupazione per arrotondare lavorando in nero, trascurando però quelle che potrebbero essere le conseguenze di un tale gesto.

Lavoro in nero mentre si prende la NASpI: quali conseguenze?

Per chi accetta di lavorare in nero pur continuando a percepire la NASpI possono esserci delle serie conseguenze all’orizzonte. Nel caso in cui da un controllo da parte dell’Ispettorato del Lavoro dovesse essere accertata l’attività lavorativa in nero, questo potrà essere accusato di vari reati:

  • intanto, falsità ideologia in atto pubblico, in quanto ufficialmente si è disoccupati mentre in realtà non è così. In tal caso c’è il rischio di reclusione fino a 2 anni;
  • poi il percettore di NASpI che lavora in nero può essere incriminato per il reato d’indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato. In questo caso, oltre a dover restituire quanto indebitamente percepito, ci sarebbe anche il rischio di reclusione dai 6 mesi ai 3 anni;
  • resta infine l’ipotesi della truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche. Questo vale nel caso in cui dovessero essere accertati dei fatti molto gravi, dei raggiri messi in atto proprio per cumulare i due redditi. Per questa, la pena va da 1 anno a 6 anni di reclusione.

Conseguenze gravi quindi, da tenere ben in considerazione quando si sceglie di lavorare in nero. Anche perché c’è il rischio di pagare oltremisura per quanto indebitamente percepito.

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