L’economia (forte) Usa mette sotto pressione l’euro. EUR/USD verso la parità?

Violetta Silvestri

14 Marzo 2024 - 15:32

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Euro dollaro sotto pressione dopo i forti dati macro Usa: cosa può accadere alla moneta unica e perché si parla di ritorno alla parità per la coppia EUR/USD?

L’economia (forte) Usa mette sotto pressione l’euro. EUR/USD verso la parità?

La coppia EUR/USD si indebolisce nel primo pomeriggio del 14 marzo fino a raggiungere i livelli inferiori di 1,0900, dopo che la pubblicazione dei dati macroeconomici statunitensi indica che continuano le pressioni inflazionistiche nell’economia.

I prezzi alla produzione Usa sono stati più alti del previsto a febbraio, mentre i dati sulle vendite al dettaglio sono aumentati ma non sono riusciti a raggiungere le stime. Le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti hanno deluso le aspettative e sono risultate leggermente inferiori rispetto al passato. Nel complesso i dati dipingono il quadro di un’economia resiliente.

Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi hanno raggiunto i livelli più alti in più di una settimana dopo i risultati macro, erodendo leggermente la fiducia nelle prospettive di taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve quest’anno.

L’azione ribassista a Wall Street in seguito alla pubblicazione di dati macroeconomici aiuta il dollaro Usa a rafforzarsi e pesa sulla coppia, con l’euro indebolito.

Il calendario macro Usa pesa sull’euro

Il fitto calendario macroeconomico statunitense ha spinto al ribasso il cambio EUR/USD.

Il Paese ha pubblicato le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione per la settimana terminata l’8 marzo, che sono scese a 209.000, meglio delle 218.000 previste. Inoltre, l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) di febbraio è aumentato dell’1,6% su base annua a febbraio, superiore all’1% precedente e al di sopra dell’1,1% previsto. Infine, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,6% nello stesso mese, mancando lo 0,8% previsto dagli operatori del mercato, anche se meglio del precedente -1,1%.

Intanto, il membro del Consiglio direttivo della Bce, Yannis Stournaras, ha sostenuto la causa di un taglio anticipato dei tassi. Stournaras ha aggiunto di non credere alla tesi secondo cui la Bce non può tagliare i tassi prima della Fed e che quattro tagli dei tassi nel 2024 sembrano ragionevoli.

Sempre giovedì, il membro del Consiglio direttivo della Bce Klaas Knot ha affermato che giugno sarà il mese della prima diminuzione dei tassi.

Euro dollaro verso la parità?

Un taglio dei tassi in Eurozona prima che negli Usa può indebolire ancora di più l’euro. Secondo l’analisi di Kristine Aquino su Bloomberg, l’ultima volta che l’euro scambiava a 1 dollaro era novembre 2022 e la Banca Centrale Europea stava recuperando terreno rispetto alla Federal Reserve sugli aumenti dei tassi. Ora, alcune aspettative per un ritorno alla parità con il dollaro sono alimentate dal presupposto che la Bce supererà la Fed quando si tratterà di tagliare i tassi.

Bloomberg Economiscs ha sottolineato che il processo di disinflazione nell’area euro è più avanzato di quanto indichi uno sguardo superficiale all’inflazione dei prezzi dei servizi (uno dei parametri chiave della Banca Centrale Europea). Il mercato del lavoro si sta raffreddando, la crescita salariale è destinata a rallentare, l’espansione dei margini aziendali è terminata e non sembra esserci più un problema di eccesso di domanda.

Confrontando questo dato con le riduzioni di tre quarti di punto che la Fed ha telegrafato, insieme a un contesto più misto di crescita e inflazione negli Stati Uniti, non c’è da meravigliarsi che alcuni strateghi si stiano preparando a un euro più debole.

Tuttavia, la maggior parte degli analisti intervistati da Bloomberg si aspettano un modesto guadagno per l’euro quest’anno, prevedendo che chiuderà l’anno a 1,11 dollari.

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