Guerra Turchia-curdi, in Europa arriveranno 3,6 milioni di rifugiati? Il ricatto di Erdogan

Alessandro Cipolla

10/10/2019

L’Europa condanna l’attacco della Turchia alle milizie curde nel Nord della Siria, ma Recep Tayyip Erdoğan ha minacciato l’arrivo di 3,6 milioni di rifugiati se l’UE continuerà a parlare di invasione e non di lotta al terrorismo.

Guerra Turchia-curdi, in Europa arriveranno 3,6 milioni di rifugiati? Il ricatto di Erdogan

Può sembrare una sfumatura lessicale, ma una parte della partita diplomatica in merito alla guerra scoppiata nel Nord della Siria con l’attacco della Turchia alle milizie curde che controllano la zona si potrebbe giocare tutta su una singola parola.

Invasione” è il termine che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan non vuol sentire pronunciare in merito a questa operazione militare intrapresa da Ankara, che secondo lui sarebbe tesa solamente a “eliminare il terrorismo”.

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Per la Turchia infatti la presenza vicino al proprio confine con la Siria di una zona in mano ai curdi dell’Ypg, sarebbe una minaccia terroristica per il Paese parlando di un’azione bellica iniziata anche per debellare quel che rimane dell’Isis.

Se l’Europa dovesse continuare a parlare di invasione come fatto di recente da diversi capi politici, Erdogan ha minacciato l’arrivo nel Vecchio Continente di 3,6 milioni di rifugiati siriani che al momento si trovano nei campi profughi turchi dopo la chiusura della rotta balcanica.

Guerra Turchia-curdi: tutti contro Erdogan

Nonostante che alcune delle poche informazioni che arrivano dai vari fronti aperti di questa guerra appena iniziata parlano di milizie dell’Isis che hanno attaccato le città controllate dai curdi, per Recep Tayyip Erdoğan quella della Turchia sarebbe una battaglia contro il terrorismo anche islamico.

Dagli anni ‘80 fino al 2001, anno in cui il PKK ha deciso di deporre le armi, nella parte orientale del territorio turco si è consumata una sorta di guerra civile che ha fatto decine di migliaia di morti su entrambi i fronti.

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Le milizie Ypg curdo-siriane che controllano la zona Nord-Ovest della Siria sono però una cosa ben diversa dal vecchio PKK, oltre al fatto che sono state in prima linea insieme agli Stati Uniti nella lotta sul campo contro il sedicente Stato Islamico.

Sconfitto il califfato, la Siria era ora disposta a concedere una sorta di autonomia alla regione inserendola all’interno di un sistema federale. Per Ankara questa soluzione rappresenta però una minaccia, visto che si andrebbe a creare un territorio in mano ai curdi vicino ai suoi confini.

Con questa guerra la Turchia vuole quindi creare una sorta di zona cuscinetto, dove nelle intenzioni del governo ci sarebbe spazio per dare una casa ai tantissimi rifugiati che al momento si trovano nei campi profughi turchi.

Per l’Europa e gran parte dell’opinione pubblica mondiale questa operazione militare sarebbe una vera e propria invasione nel territorio siriano, condanna questa che ha fatto infuriare il presidente Erdogan.

La minaccia dei migranti

Negli ultimi tempi più di una volta la Turchia aveva bussato a denari in casa UE, chiedendo altri soldi all’Unione per continuare a tenere chiuse le proprie frontiere verso l’Europa bloccando di fatto la cosiddetta rotta balcanica.

Adesso però la minaccia recapitata a Bruxelles è di diversa natura: Erdogan vuole che questa guerra non venga etichettata come un’invasione ma come una necessaria battaglia di Ankara contro il terrorismo.

La Turchia manderà in Europa 3,6 milioni di rifugiati - ha tuonato il presidente turco - se l’UE definirà come un’invasione l’operazione militare lanciata ieri nella Siria Nord-Orientale”.

Una sorta di ricatto giocato ancora una volta sulla pelle dei milioni di rifugiati siriani, da anni come intrappolati nella sorta di limbo rappresentato dai campi profughi turchi che ora potrebbero essere chiamati a raccogliere anche la popolazione civile in fuga da questa nuova guerra.

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