Mega fusione tra 5 banche italiane: l’ipotesi torna al centro del dibattito

C. G.

13/02/2018

Mps, Banco Bpm, Bper, Carige e Creval: sono queste le 5 banche italiane considerate dall’ultima analisi di Equita che ha ipotizzato una mega fusione tra gli istituti.

Mega fusione tra 5 banche italiane: l’ipotesi torna al centro del dibattito

Che aspetto avrebbe una mega fusione tra le banche italiane?

Se lo è chiesto Giovanni Razzoli, analista di Equita, in una recente indagine nella quale ha simulato l’impensabile: il matrimonio tra cinque istituti del credito del Belpaese.

Monte dei Paschi di Siena (la banca partecipata dallo Stato), Banco Bpm (l’istituto nato dalla fusione tra Banca Popolare e il Banco Popolare di Milano), Bper Banca e ancora il Credito Valtellinese e Banca Carige. Sono queste le cinque banche italiane considerate dalle ipotesi di Razzoli.

L’ipotesi di una mega fusione è tornata a galla nel pieno della stagione delle trimestrali di Borsa Italiana. Conti non propriamente entusiasmanti, soprattutto per quel che riguarda MPS e Carige, hanno rivolto l’attenzione su quell’immaginato matrimonio tra istituti di credito del Belpaese.

L’obiettivo della fusione

Viene da chiedersi che modo l’analista di Equita sia arrivato ad immaginare una mega fusione tra banche del Belpaese. La sua analisi si è basata su quella che è una delle maggiori critiche oggigiorno rivolte al sistema del credito, ossia il numero eccessivo di partecipanti.

I livelli estremi della competizione impongono agli istituti di cercare delle soluzioni adatte alla sopravvivenza in un mercato sempre più selvaggio. Da qui l’ipotesi di una fusione che apra le porte al consolidamento e riduca la pressione competitiva.

Il progetto Overlord

Razzoli ha definito la fusione tra banche italiane come “progetto Overlord”, che dovrebbe (sempre ipoteticamente) ricevere l’appoggio del Ministero dell’economia e delle Finanze che già controlla MPS.

“Siamo perfettamente consapevoli che il progetto avrebbe rischi di esecuzione molto alti e, soprattutto, notevoli problemi di governabilità. Il progetto potrebbe scandalizzare gli azionisti delle banche potenzialmente coinvolte”,

si legge nell’analisi.
La fusione immaginata da Equita dovrebbe prendere vita tramite due step ben precisi:

  • Fase 1: le banche coinvolte farebbero confluire le proprie attività amministrative, di asset management e It in una nuova società, una newco. Il tutto in cambio di partecipazioni azionarie nella stessa holding.
  • Fase 2: confluiranno nella nuova società creata tutte le altre attività e ci si concentrerà sull’integrazione e sul taglio dei costi non necessari.

La suddetta mega fusione tra banche italiane potrebbe ipoteticamente portare alla nascita di un gigante da 12 miliardi di euro di capitalizzazione, in grado di generare un 20% di upside delle valutazioni. Quella di Equita, però, rimane ad oggi soltanto una semplice ipotesi frutto di immaginazione.

L’intervento di Visco e il ruolo di Banco Bpm

In un discorso tenuto in occasione del Forex di Verona nella giornata di sabato, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha definito il tema del consolidamento come via strategica fondamentale oltre che come opzione per garantire valore.

Visco ha sottolineato altresì la necessità di revisionare il sistema del credito anche attraverso fusioni, aggregazioni e iniziative di tipo consortile che potrebbero trovare in Banco Bpm un perfetto precedente. Da UBI, invece, sono già arrivate le smentite in merito ad alcuni rumor su un possibile matrimonio con MPS.

“Se riusciamo a completare il nostro piano penso che a fine 2019 saremo in una situazione solida tale da poter riuscire a guardare ad altri”,

ha recentemente dichiarato l’amministratore delegato del Banco Giuseppe Castagna, garantendo così ulteriore supporto all’idea di possibili unioni.
Nonostante quelle fino ad ora formulate siano soltanto delle semplici ipotesi, l’idea di una mega fusione tra banche italiane (oltre ad avere numerose difficoltà) potrebbe davvero rivoluzionare il panorama del credito nostrano.

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