False fatture: i numeri dell’evasione in Italia

Anna Maria D’Andrea

21 Giugno 2017 - 15:08

False fatture: record di evasione in Italia con una cifra che si avvicina ai 2 miliardi di euro. Più difficile controllare e contrastare il fenomeno al Sud.

False fatture: i numeri dell’evasione in Italia

False fatture per una somma pari a 1,8 miliardi di euro nel solo anno 2016. Questi i numeri che la Guardia di Finanza ha reso noti durante il 234° anniversario del Corpo all’Aquila.

Soldi sporchi che vengono utilizzati per investimenti e nel mondo della finanza ma che, come denunciato dalla Guardia di Finanza, vengono utilizzati anche per “favori” in materia di appalti pubblici.

Dati che nonostante i controlli sempre vigili delle Fiamme Gialle mostrano come al Sud sia ancora oggi difficile far emergere fenomeni di falsa fatturazione.

Nonostante le norme antiriciclaggio e le disposizioni per il contrasto all’emissione di false fatture ancora oggi è tutt’altro che arginato un problema che ogni anno sommerge nell’illegalità quasi 2 miliardi di euro.

False fatture: i numeri dell’evasione in Italia

False fatture da importo inferiore al reale, non emesse o addirittura emesse per operazioni inesistenti al fine di beneficiare di deduzioni d’imposta o agevolazioni.

L’evaso sulla fatturazione in Italia viaggia ancora su cifre spaventose e nonostante la normativa antiriciclaggio e le misure per contrastare il fenomeno ancora ad oggi è molto il lavoro che ha da fare la Guardia di Finanza.

Secondo i dati comunicati nel corso del 234° anniversario, nel 2016 sono arrivate quasi 90 mila segnalazioni di operazioni sospette alla Guardia di Finanza tramite l’Sos, il servizio messo a disposizione con finalità di prevenzione proprio per segnalare operazioni a rischio evasione e frode.

Preoccupante il fenomeno delle fatture emesse per operazioni inesistenti: ratio dell’illecito è giustificare il trasferimento di denaro all’estero ma, altresì, vengono emesse a fini strumentali e per beneficiare di detrazioni d’imposta su spese fittizie.

Casi di false fatture che tuttavia stentano ad emergere al Sud Italia: soltanto il 17% circa delle segnalazioni arrivano da regioni del Sud, da sempre terra fertile di imprese colluse con la criminalità organizzata e che si macchiano del reato di falsa fatturazione ed evasione fiscale.

Secondo la Guardia di Finanza il giro di denaro illecito utilizzato per investimenti, fatto circolare in finanza o utilizzato per accaparrarsi appalti pubblici raggiunge una somma annua di circa 2 miliardi di euro.

False fatture: al Sud ancora troppa omertà?

Dato allarmante al Sud dove, nonostante la lunga e radicata tradizione di evasione e frode fiscale che investe ancora oggi le imprese, le segnalazioni di operazioni sospette stentano ad arrivare al 17% del totale delle 90 mila segnalazione pervenute alla Guardia di Finanza nel 2016.

La segnalazione delle operazioni sospette (Sos) è il centro del sistema di prevenzione al fenomeno delle false fatture e della normativa antiriciclaggio. Sistema che tuttavia sembra non essere gradito al Sud, facendo sorgere il sospetto che oltre al fenomeno dell’evasione esista ancora troppa omertà e che non denunciare, “farsi i fatti propri”, sia diventato ormai un atteggiamento quasi inconscio.

I numeri parlano chiaro: oltre il 50% delle segnalazioni nel 2016 sono arrivate dal Nord, poco più del 19% dal Centro e soltanto il 16,98% dal Sud. Percentuali che si scontrano con i dati del MEF, che classificano la Calabria come territorio ad alta concentrazione di criminalità organizzata e nel quale - come riportato dal Sole 24 Ore - il fenomeno della falsa fatturazione è ampiamente diffuso in quattro delle cinque province.

False fatture: contrastare l’evasione con cooperazione e collaborazione tra Stati

Oltre al ruolo dei professionisti, per i quali la normativa Antiriciclaggio prevede specifici obblighi e compiti di segnalazione in merito ad attività sospette, per la Guardia di Finanza il contrasto al fenomeno di false fatture e di fatturazioni fittizie è possibile soltanto con la cooperazione tra Stati.

Soprattutto nei casi di trasferimento illecito di soldi all’estero è fondamentale l’incrocio dei dati tra Paesi, collaborando sia sul fronte investigativo che su quello giudiziario, soprattutto in Europa e in contesti ad alta attrazione di capitali come Malta o Londra, sedi di piazze finanziarie e centri d’affari.

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