Europa ostaggio della Cina: il motivo in un grafico

Violetta Silvestri

8 Luglio 2023 - 11:30

Europa-Cina: come finirà la guerra commerciale? Al momento, quel che è certo è che l’Ue è ostaggio di Pechino. Il motivo è ben espresso in un grafico.

Europa ostaggio della Cina: il motivo in un grafico

Può l’Europa liberarsi dai legami con la Cina? No e stando ai dati commerciali riferiti alle materie prime quello che emerge è che Pechino tiene in ostaggio i Paesi Ue.

Nella cornice di una guerra commerciale molto accesa che si sta palesando con il dragone da una parte e le nazioni occidentali - Usa e Ue in primis - dall’altra, il tema degli accordi per scambi commerciali è diventato prioritario per ogni potenza sviluppata o emergente.

La globalizzazione come intesa finora sta tramontando, lasciando spazio a dispute, dazi, chiusure, predilezione per relazioni con Stati amici da usare contro Stati nemici, sostegno a produzioni nazionali più che estere, strumentalizzazione delle materie prime, individuazione di partner ben selezionati esclusivamente con criteri geopolitici. In sostanza: il mondo sta cambiando non senza il pericolo di innescare tensioni e divisioni.

In questo scenario, nel quale gioca un ruolo strategico la rivoluzione energetica in nome della transizione, l’Europa sta vivendo uno dei momenti più complessi. Il nodo da sciogliere è come gestire i rapporti con la Cina per difendere la sicurezza nazionale - compiacere gli Usa - e accelerare lo sviluppo della sostenibilità ambientale ed energetica.

Non sarà affatto facile liberarsi dalla Cina e il motivo è semplice: Pechino tiene ben legata a sé l’Ue grazie alle sue cruciali materie prime. Un grafico Ispi illumina su questo punto.

L’Europa può liberarsi della Cina? No, lo dice un grafico

Prosegue con colpi di scena la disputa commerciale che vede la Cina, l’Ue e gli Usa difendere la propria sicurezza nazionale, strumentalizzando gli scambi di beni e risorse fondamentali.

Nelle ultime settimane si è assistito a una escalation. Bruxelles sembra essere stata colta alla sprovvista dall’imposizione di controlli da parte di Pechino sulla fornitura di germanio e gallio, elementi rari utilizzati nei chip dei computer e nelle fibre ottiche. La mossa cinese, una rapida risposta ai limiti olandesi sull’esportazione di apparecchiature avanzate per semiconduttori, arriva mentre il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen promuove una nuova strategia di sicurezza economica.

“Questo per me dimostra che i cinesi hanno indossato i guantoni da boxe”, ha detto Nicola Beer, un parlamentare liberale di Renew che è il relatore sulla legislazione chiave dell’UE per garantire l’approvvigionamento di materie prime essenziali. “Quindi è chiaro che abbiamo bisogno delle nostre capacità di estrazione, lavorazione e riciclaggio nonché di un commercio più affidabile con altri Paesi”.

La Commissione è chiaramente preoccupata: “Il germanio è usato per la fibra ottica e l’ottica in generale, e il 90% viene dalla Cina. Per il Gallium, la Cina è l’unico [produttore] al mondo...” ha detto mercoledì Kerstin Jorna, il principale funzionario pubblico della Commissione per l’industria stando a quanto riportato da Politico.eu.

La partita, in realtà, si gioca su più fronti. Le ritorsioni cinesi sono un allarme per l’Europa, così come è impensabile sostituire il dragone su alcune materie prime: il grafico Ispi è eloquente.

Materie prime dalla Cina all'Ue Materie prime dalla Cina all’Ue Quanto l'Europa dipende dal dragone

Nonostante gli sforzi importanti per allargare le fila degli alleati commerciali e il sostegno a produzioni comunitarie, quello che sembra è che la Cina, di fatto, tiene in ostaggio l’Europa e la situazione non potrà cambiare se non in decenni.

Il litigio commerciale con la Cina sta mettendo a dura prova il pensiero dell’Ue sulla sicurezza economica. L’Unione ha a lungo evitato di mostrare i muscoli nelle relazioni commerciali, ma è stata costretta a rivalutare la sua posizione accomodante dopo la guerra in Ucraina e con l’escalation delle tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino.

Ecco perché il mese scorso von der Leyen ha pubblicato la nuova strategia di sicurezza economica dell’Ue. Suggerisce di creare nuovi guardrail per esportazioni sensibili e investimenti all’estero, alimentando l’ira di Pechino.

“Le cosiddette ’riduzione della dipendenza’ e ’riduzione del rischio’, come proposte da alcuni Paesi, stanno essenzialmente politicizzando e ideologizzando questioni economiche e commerciali, che violano i principi fondamentali del libero scambio e della non discriminazione sostenuti dall’OMC”, Lo ha detto il mese scorso il premier cinese Li Qiang dopo una visita in Germania e Francia.

L’Europa dovrà sfoderare la migliore arma diplomatica per trovare la via di uscita in questo labirinto, nel quale sembra intrappolata a causa della potenza cinese indiscutibile.

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