“Esperimenti sociali in corso tramite controllo, paura e repressione”, parola di Marco Rizzo

Martino Grassi

13/06/2020

L’emergenza sanitaria dettata dal coronavirus ha completamente stravolto la quotidianità di tutti e adesso sono in corso degli esperimenti tramite il controllo, la paura e la repressione secondo Marco Rizzo.

Ci saranno degli esperimenti che faranno su questa crisi. Gli esperimenti sono sociali, legati alla paura, al controllo, alla repressione e al clima, intenso in senso comune”. Lo ha affermato Marco Rizzo, il Sottosegretario del Partito Comunista, nel corso di un’intervista per Money.it.

Il lockdown e l’emergenza sanitaria hanno portato le istituzioni, le aziende e i cittadini ad affrontare una situazione completamente nuova, che nessuno si aspettava di vivere nel breve tempo, proprio per questo motivo adesso si stanno svolgendo degli esperimenti sociali, per verificare le conseguenze delle nuove politiche e un possibile proseguimento di queste misure anche una volta cessata la crisi sanitaria.

Come vedete tutti questi esperimenti vengono fatti accelerati in questo periodo e quindi è un periodo di grande novità” continua Rizzo, aggiungendo che è necessario “rompere la gabbia europea e opposi a questa situazione di crisi terrificante che ci sarà”.

Lo smartworking non è una libertà

Una delle principali novità riguarda senza dubbio il mondo del lavoro che si è dovuto riadattare alle nuove necessità dovute al distanziamento sociale, introducendo il telelavoro in tutti quei settori in cui era possibile applicarlo. Rizzo spiega che “sono esperimenti rispetto al lavoro, in riferimento allo smartworking e al lavoro a casa”.

Lo smartworking “se viene utilizzato in maniera massiccia all’inizio può sembrare una libertà, mi faccio il cappuccino e lavoro, ma che vita fai? Non viene utilizzato il lavoro a casa in una società socialista, lavori 4 o 5 ore, no qua lavori tutto il giorno e lavori la sera, non hai più gli orari lavori sempre e lavori di più da casa, questa potrebbe essere la direzione”. Una delle principali critiche che è stata mossa nei confronti di questa nuova modalità di lavoro è proprio il fatto che il lavoratore perda la cognizione del tempo, lavorando dalla propria abitazione, con il rischio di lavorare molto di più del dovuto.

La formazione non è solo trasferire nozioni

Gli effetti del lockdown si sono fatti sentire pesantemente anche nell’istruzione, introducendo nelle scuole di ogni ordine e grado la didattica a distanza. L’idea di Rizzo è molto chiara:

“La formazione non è solo trasferire nozioni, è anche stare insieme e sentire l’interrogazione del tuo compagno di banco che non sa come cavarsela, l’interrogazione è emancipazione anche nel copiare, per copiare bisogna essere intelligenti. Lo stare in classe è una forza per la formazione”.

Questa modalità di istruzione non può dunque perdurare e l’esperimento in corso è destinato a fallire. Rizzo conclude affermando che “pensare che tutto passa attraverso una scatoletta dove noi riceviamo le informazioni, fa scendere dei gradini in basso rispetto alla società”.

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