Elezioni USA: Repubblicani più entusiasti dei Democratici di andare a votare

Glauco Maggi

09/04/2024

09/04/2024 - 07:13

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A conferma del gap di passione politica, i Democratici hanno espresso una diminuita voglia di andare a votare rispetto ai Repubblicani.

Elezioni USA: Repubblicani più entusiasti dei Democratici di andare a votare

Il sistema del bipartitismo americano ha dimostrato ancora una volta di essere inattaccabile. Se c’era un’occasione in cui l’opinione pubblica aveva mostrato, nei sondaggi, di avere una forte ostilità bipartisan sia nei confronti del partito Democratico al potere con Biden, sia verso i Repubblicani di Trump, era proprio questa campagna. Il “centrismo” e il “moderatismo” che costituivano la ragion d’essere del raggruppamento chiamato “No Labels” (nessuna etichetta) non potevano, realisticamente, godere di un clima migliore per imporsi all’attenzione di un elettorato disgustato dall’attuale offerta politica.

I tre quarti degli americani, per mesi, nei sondaggi generali avevano detto di non volere il bis della sfida Biden-Trump perché erano vecchi arnesi, entrambi inaffidabili. Il primo per l’età, per la decadenza fisica e per gli scandali mal coperti del figlio Hunter affarista e dell’intera famiglia, oltre che per essere lui, da presidente, il responsabile del peggior disastro migratorio della storia USA. Il secondo per avere sulla fedina politica la vergogna della sollevazione violenta dei suoi fans nel 6 gennaio 2021, dopo aver perso alle urne e non averlo ammesso. E, in aggiunta, per il suo carattere personale scostante e polarizzante, mai in grado di avere con sé almeno il 50% del consenso popolare, neppure quando era alla Casa Bianca e distruggeva l’Isis o tagliava le tasse spingendo l’economia e il lavoro.

I dirigenti dei No Labels - da Joe Manchin Democratico a Larry Hogan Repubblicano - si erano illusi di poter esprimere una leadership capace di canalizzare tutto questo scontento verso la terza via, ma alla fine hanno sospeso la loro campagna che pure era riuscita a far iscrivere “il gruppo indipendente” in dozzine di Stati. Si sono arresi, e non è stato un fallimento organizzativo, ma politico. La verità è che la grande maggioranza dell’opinione pubblica aveva bluffato. E alle primarie che contavano, poi, i Democratici e i Repubblicani hanno gettato la maschera. Perché un conto è dire ai sondaggisti che si preferirebbe qualche altro personaggio diverso, in omaggio alla “novità”. Un altro è rinunciare a giocare la carta migliore che si è convinti di avere in mano per conquistare la Casa Bianca. Questo hanno fatto gli elettori, e la metà di loro saprà in novembre se ha avuto ragione. In una democrazia libera votare è sempre un’operazione partigiana, e si partecipa per vincere. [...]

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