Banche in crisi, la previsione di Jamie Dimon (JpMorgan): spoiler, non sono buone notizie

Giorgia Bonamoneta

05/04/2023

Jamie Dimon, ad di JpMorgan, nella lettera agli azionisti ha descritto la crisi delle banche. Secondo le sue previsione le conseguenze sono da calcolare sul lungo periodo. Cosa ha detto?

Banche in crisi, la previsione di Jamie Dimon (JpMorgan): spoiler, non sono buone notizie

Gli economisti e gli esperti del settore si danno battaglia di opinione sulla crisi delle banche. Tra i diversi commenti non è mancato quello dell’amministrazione delegato di JpMorgan, Jamie Dimon, che si è subito posto dall’altro lato della barricata rispetto alle dichiarazioni di chi ha visto nell’attuale crisi similitudini con la crisi del 2008.

Secondo Dimon non solo gli eventi recenti non hanno nulla a che vedere con la crisi del 2008, ma tale crisi avrà ripercussioni a lungo termine. Secondo il direttore di una delle quattro maggiori banche americane, la crisi del settore bancario non si è ancora conclusa e nella sua lettera annuale agli azionisti ha esposto i problemi di gestione e supervisione che hanno permesso a questa di manifestarsi con tale impatto.

Le previsioni di Dimon sulla crisi delle banche non sono positive e anzi mettono in guardia sugli anni a venire. In particolare l’amministratore delegato di JpMorgan se la prende con il sistema normativo che ha permesso ai rischi che erano sotto gli occhi di tutti di concretizzarsi.

Banche in crisi: ripercussioni a lungo termine secondo Dimon

La chiusura di Silicon Valley Bank e Signature Bank ha provocato se non uno choc del settore finanziario, sicuramente un forte stress. Secondo Jamie Dimon, amministratore delegato di una delle maggiori banca statunitensi (Jp Morgan) l’evento ha scosso le fondamenta del sistema e per questo ha criticato e allo stesso tempo chiesto che si modifichi il processo regolatore. Basti pensare che l’ammontare della capitalizzazione di mercato che 25 delle maggiori banche statunitensi hanno perso solo il mese scorso equivale a 332 miliardi di dollari.

Nella sua lettera annuale agli azionisti, nella quale ha voluto anche rassicurare sulla successione alla guida di JpMorgan, si è focalizzato proprio sui fallimenti delle due banche. La crisi appare come rientrata, scrive, ma le conseguenze saranno visibili nel lungo periodo. 
Dimon ha poi commentato che non ci sono banche too big to fail che abbiano beneficiato davvero della situazione - per via dell’afflusso da parte di banche più piccole - e che la stessa JpMorgan è intervenuta con il trasferimento di 30 miliardi di dollari a First Republic per impedire che si trasformasse in un’altra Silicon Valley Bank cadente.

Strategie e regole contro le crisi: proposte lungimiranti

L’azione di JpMorgan ha fatto in modo di arrestare l’effetto domino. “Rafforzando i piccoli istituti è stato sostenuto l’intero sistema finanziario”, ha scritto nella lettera annuale e aggiunto poco dopo che:

Qualsiasi crisi danneggi la fiducia degli americani nelle loro banche, danneggia tutte le banche. E l’idea che questo tracollo sia stato un bene per i grandi nomi del credito è assurda.

A questo proposito l’amministratore delegato di JpMorgan non ha risparmiato critiche. Secondo Dimon infatti la maggior parte dei rischi era ben evidente, letteralmente sotto gli occhi di tutti, eppure ciò che è accaduto appare quasi come una minaccia sconosciuta.

Per Jamie Dimon la soluzione, alla luce dei rischi abbondanti di gestione e controllo, sono chiari: è necessaria una regolamentazione lungimirante, meno accademica e più collaborativa.

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# Banche

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