La crescita in Italia è fragile: cosa non sta funzionando?

Violetta Silvestri

26 Giugno 2023 - 15:33

Segnali oscuri per la ripresa in Italia: a sottolinearlo è Confindustria, che ha parlato di una crescita ostacolata soprattutto dalla debolezza dell’industria.

La crescita in Italia è fragile: cosa non sta funzionando?

Nuovo allarme economico per l’Italia: a lanciare l’allerta sulla crescita che si sta indebolendo è Confindustria.

L’economia italiana sta mostrando segni di uno slancio calante, in particolare nell’industria, secondo la principale associazione imprenditoriale della nazione. Il vento cambia nel nostro Paese?

Proprio il mese scorso il ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti era ottimista sulle prospettive per l’economia, affermando che la produzione potrebbe ancora essere in grado di aumentare fino all’1,4% quest’anno. Anche l’Istituto nazionale di statistica italiano è rimasto positivo, con una previsione di crescita dell’1,2%.

Tuttavia, mentre il settore dei servizi rimane forte e l’occupazione è in aumento, il rialzo dei tassi di interesse “ostacola i consumi e gli investimenti e la debolezza dei mercati esteri sta rallentando le esportazioni italiane”, ha commentato Confindustria.

Cosa sta andando storto nella ripresa in Italia e perché temere una frenata nei prossimi mesi.

Italia: tutti i segnali di debolezza, secondo Confindustria

Una sintesi poco incoraggiante ha accompagnato la nota Congiuntura Flash di giugno di Confindustria, nella quale sono messe in chiaro le caratteristiche economiche del momento:

La crescita è più fragile, con il lento calo dell’inflazione e il credito più caro. I servizi sono meno dinamici, le costruzioni reggono, ma l’industria perde terreno. Nei consumi delle famiglie italiane ci sono meno beni, in particolare alimentari, e più servizi. Gli investimenti sono deboli e la domanda estera è in calo per i beni. Segnali di rallentamento nell’Eurozona, negli USA un brusco stop dell’industria, mentre la ripartenza in Cina è sotto le attese.”

Il focus è soprattutto sull’industria, con aprile che ha visto un calo dell’1,9%, quarta contrazione mensile consecutiva. La manifattura ha subito il peggior impatto, con un -2,1%.

Anche gli investimenti sono deboli. Nel primo trimestre sono scese le attese delle imprese sulla spesa per investimenti nei prossimi 6 mesi (14,9 il saldo, da 20,0). “Le aziende chiedono meno credito per finanziare investimenti, più per le scorte e il capitale circolante. Inoltre, la produzione in Italia di beni strumentali ha subito un forte calo in aprile (-2,1%)”, ha sottolineato la nota.

Per quanto riguarda la domanda estera, le esportazioni di beni sono scese “a marzo e ad aprile (-2,3% e -1,7%, in valore), sia nei mercati UE che extra-UE; male gli intermedi”. Su base annua, le vendite di beni all’estero ha subito una contrazione con l’industria maggiormente penalizzata, mentre nei servizi c’è maggiore forza (+17,3%), grazie al turismo.

Prospettive di crescita più deboli renderebbero più difficile per l’Italia ridurre il proprio debito. L’indebitamento rimane al di sopra del 140% della produzione ed è probabile che resti poco cambiato nel prossimo anno, secondo le previsioni della Commissione europea.

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