Covid, cosa sappiamo della variante Eris dominante: caratteristiche e sintomi

Giorgia Bonamoneta

8 Settembre 2023 - 20:00

La nuova del Covid-19, la variante Eris, è diventata la variante dominante in Italia. Quali sono le differenze con le altre varianti e cosa sappiamo sui sintomi?

Covid, cosa sappiamo della variante Eris dominante: caratteristiche e sintomi

Il Covid-19 non fa più paura, ma le sue varianti continuano a circolare in tutto il mondo. Anche in Italia abbiamo una nuova variante dominante e il suo nome è “Eris”. La variante Eris ha raggiunto in poche settimane il 41,9%, arrivando a rappresentare una delle varianti più insidiose.

Questo perché la variante Eris non colpisce solo le vie respiratorie, ma anche i polmoni. Il ministero della Salute ha annunciato che monitorerà con maggiore attenzione gli ospedali e per l’arrivo della stagione fredda si inizia a temere un ritorno dei contagi.

Cosa sappiamo sulla nuova variante Eris, perché è dominante in Italia e quali sono i sintomi da riconoscere e ai quali fare attenzione?

La variante dominante: cosa sappiamo di Eris

La variante dominante in Italia è la nuova variante Eris. Presente nel Paese da tempo, solo nelle ultime settimane è cresciuta fino a rappresentare negli ultimi aggiornamenti il 41,9% dei casi. Lo ha confermato l’Istituto superiore di sanità che, in collaborazione con il ministero della Salute e le regioni, ha indagato e sequenziato la nuova variante.

Il “caso Italia” non differisce da altri Paesi, dove la nuova variante sta crescendo rapidamente e rappresenta nella maggior parte dei casi europei, nordamericani e asiatici la variante dominante.

A distinguerla dalle varianti precedenti è l’alto tasso di crescita e una diminuita capacità di neutralizzazione da parte degli anticorpi. Secondo il documento dell’Istituto superiore di sanità non rappresenta una minaccia vera e propria e non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ad altre varianti. Infatti non c’è soltanto la variante Eris a circolare, ma anche la variante Arturo con il 16,5% dei casi, la variante Kraken con il 13,4% e Acrux con il 7,8%. Sono tutte percentuali più basse rispetto al monitoraggio di luglio 2023.

Perché Eris preoccupa: sintomi differenti

Intorno alla variante Eris si stanno attivando diversi sistemi di allarme o in generale di preoccupazione. Questo perché la variante Eris non occupa soltanto le vie respiratorie, ma ha la capacità di infettare anche i polmoni. Secondo una ricerca condotta da un’università di Tokyo infatti la variante riesce a colpire i polmoni e questo si traduce in condizioni di pericolo per determinati pazienti.

Tra i sintomi specifici della variante Eris si trovano i disturbi delle vie respiratorie come mal di gola, tosse e congestione nasale, ma anche voce rauca, dolori muscolari e articolari. Sappiamo però che colpisce anche il sistema respiratorio e alcuni di questi sintomi sono per esempio una maggiore difficoltà nella respirazione. Oltre a questi, alla perdita del gusto e dell’olfatto, legati al contagio del Covid ci sono anche problemi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea.

L’appello del ministero della Salute: no ad allarme, ma sì ad attenzione

Da parte del ministero della Salute c’è la volontà di non far scattare inutili allarmismi. Il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato ha infatti confermato che ci sono prima da verificare i dati sull’incidenza per decretare se c’è una qualche pericolosità. È vero che oggi non c’è più la pandemia, ma “serve un approccio razionale e senza isterismi”, ha detto.

Non c’è fatti nessuna prova di malattia grave e lo ricorda anche l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control). Il centro ha pubblicato un aggiornamento sull’attuale trasmissioni di Covid-19 nell’Unione europea ed è stato verificato che ancora oggi i più colpiti sono gli individui anziani o con patologie che fanno rientrare i soggetti nelle cosiddette “categorie fragili”. È a questi che oggi si rivolge la nuova campagna di vaccinazione autunnale.

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