Addio contanti per colf e badanti: pagamento stipendi solo con carta o bancomat

Anna Maria D’Andrea

12 Novembre 2019 - 16:51

Obbligo di pagamento dello stipendio con carte o bancomat anche per colf e badanti: la proposta arriva dalla Corte dei Conti che, in Audizione sulla Legge di Bilancio 2020, propone di estendere il divieto di uso dei contanti anche per le retribuzioni dei collaboratori domestici.

Addio contanti per colf e badanti: pagamento stipendi solo con carta o bancomat

Addio contanti anche per colf e badanti: è la Corte dei Conti, nell’audizione sulla Legge di Bilancio 2020, a proporre l’obbligo di uso di mezzi tracciabili per il pagamento degli stipendi dei collaboratori domestici.

Se per la generalità delle retribuzioni l’obbligo di uso di carte, bancomat o altri mezzi tracciati è già in vigore dal 1° luglio 2018, il settore del lavoro domestico ne è stato esplicitamente escluso.

Per la Corte dei Conti, però, sarebbe opportuno estendere il divieto di pagamento degli stipendi in contanti anche per colf e badanti. Il settore delle collaborazioni familiari si distingue per l’elevato tasso di irregolarità ed evasione fiscale, ed è per questo che si ipotizza di rendere tracciabili tutti gli spostamenti di denaro.

Non è la prima novità in merito al lavoro domestico di cui si parla negli ultimi mesi: prima la tassa sulle colf, ora il POS obbligatorio. Certo è che leggendo i dati diffusi dall’Assindatcolf, non si può parlare certo di un “accanimento” contro colf e badanti, ma di misure necessarie per arginare il lavoro irregolare: 6 domestici su 10 sono irregolari, pari ad 1,2 milioni di lavoratori.

Addio contanti per colf e badanti: pagamento stipendi solo con carta o bancomat

L’estensione dell’obbligo di pagamento con mezzi tracciabili anche per le retribuzioni dei collaboratori familiari contribuirebbe a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale che, nel caso specifico, si concretizza con la dichiarazione di redditi inferiori rispetto a quelli effettivamente corrisposto.

È questo quanto dichiarato dalla Corte dei Conti nel corso dell’Audizione sulla Legge di Bilancio 2020 tenutasi l’11 novembre 2019 in Commissione al Senato.

Il fenomeno del lavoro nero, così come degli affitti in nero, non accenna a diminuire e, tra le possibili contromisure, vi è la stretta all’uso dei contanti. Per il momento, specifichiamo, quella della Corte è soltanto un’indicazione, e non vi è allo stato attuale alcuna proposta di modifica alle regole vigenti.

La lotta all’uso del contante è però un fatto reale, tenuto conto della riduzione dei limiti per i pagamenti, e l’introduzione delle sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con carte o bancomat.

L’ipotesi di introduzione dell’obbligo di pagamento solo con mezzi tracciabili anche per gli stipendi dei lavoratori domestici altro non sarebbe, poi, che l’estensione di una regola già prevista per il lavoro dipendente.

Già dal 1° luglio 2018 è infatti vietato pagare gli stipendi in contanti.

Stipendio colf e badanti, contanti addio per combattere evasione e lavoro nero

Come già anticipato, alla base delle possibili nuovi regole nell’ambito del lavoro domestico vi è il dato, in costante aumento, del lavoro irregolare e dell’evasione fiscale.

A fornire i numeri è stata l’Assindatcolf che, insieme ad Idos, ha fotografato lo stato del settore nel rapporto “Lavoro domestico e programmazione dei flussi di ingresso” presentato a Milano l’11 novembre 2019.

Il settore dei servizi è quello in cui la presenza di immigrati è in assoluto più elevata, ed è un’evidenza che tra colf e badanti vi sia una percentuale molto elevata di lavoratrici e lavoratori stranieri.

I numeri mostrano che dal 2012 ad oggi si sono persi circa 210 mila posti di lavoro regolari, complice anche la mancanza di una politica di sostegno al welfare familiare. La conseguenza è che a crescere è stato il lavoro nero o grigio che, nell’ambito dei servizi in ambito familiare, ha percentuali elevatissime: 6 domestici su 10, pari a 1,2 milioni di lavoratori, sono irregolari.

Il focus dello studio di Assindatcolf e Idos è sulla programmazione degli ingressi dei lavoratori stranieri, ma quello che ne emerge è che il fenomeno del lavoro nero nel settore familiare è un problema reale, che necessità di misure decise.

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