Chi è Emanuele Pozzolo e cosa rischia dopo lo sparo alla festa di Capodanno

Ilena D’Errico

1 Gennaio 2024 - 22:09

Ecco chi è Emanuele Pozzolo e cosa rischia dopo lo sparo alla festa di Capodanno di Delmastro, esploso proprio con la sua pistola.

Chi è Emanuele Pozzolo e cosa rischia dopo lo sparo alla festa di Capodanno

Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia, è protagonista di una tragicomica vicenda della notte di Capodanno. Durante la festa, il genero di un agente di scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è stato ferito alla gamba da un colpo di pistola.

Arma appartenente proprio a Pozzolo, legale detentore con il porto d’armi da difesa personale. Le dinamiche non sono ancora state chiarite e per fortuna la vicenda non si è conclusa in tragedia. L’uomo ferito è stato dimesso dall’ospedale con una decina di giorni di prognosi, ma restano da accertare le responsabilità dei presenti.

Nel frattempo, le opposizioni sono già intervenute a riguardo, considerando il fatto di una gravità inaudita e di una negligenza inaccettabile da esponenti del governo, chiedendo l’intervento di Giorgia Meloni. Vediamo, intanto, chi è Emanuele Pozzolo e cosa rischia ora.

Chi è Emanuele Pozzolo

Emanuele Pozzolo, 38 anni, è attualmente un deputato di Fratelli d’Italia. Si è diplomato al liceo classico Lagrangia di Vercelli, dove è nato e cresciuto, e ha poi conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università di Pavia e ha messo a frutto i suoi studi esercitando la professione di consulente legale.

Dal 2002 al 2007 Emanuele Pozzolo è stato il vicepresidente provinciale di Azione Giovani, che è stato il movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Nel frattempo, nel 2004 è stato eletto consigliere della V Circoscrizione del Comune di Vercelli, entrando nel 2009 nel consiglio comunale con Lega Nord.

Dal 2012 è il portavoce di Fratelli d’Italia per la provincia di Vercelli e nel 2019 è stato nominato assessore alle politiche giovanili di Vercelli nella giunta di Andrea Corsaro. È stato poi eletto alla Camera dei deputati nel 2022, entrando nella commissione per gli affari esteri e comunitari.

Sulla sua vita privata, invece, non si sa molto. È sposato con Martina Miazzone, docente al liceo musicale di Vercelli, con cui ha tre figli. Emanuele Pozzolo era proprio con la sua famiglia la notte di Capodanno, in una villa nel paese, prima di passare per un saluto agli ospiti della festa a Rosazza.

Ferito il genero di un agente di scorta di Delmastro

Andrea Delmastro, anch’egli deputato di Fratelli d’Italia, e sottosegretario alla Giustizia, è sotto scorta dal caso Cospito. Gli agenti lo hanno quindi accompagnato alla festa di Capodanno tenutasi a Rosazza, di cui è sindaca la sorella Francesca Delmastro.

Pare che proprio la sindaca abbia affittato la sala per la festa, alla quale hanno partecipato gli agenti di scorta con alcuni familiari. Proprio il genero di un agente penitenziario che si occupa della scorta del sottosegretario è stato colpito inavvertitamente da un colpo di pistola. L’uomo, di 31 anni, è stato subito condotto in ospedale dai soccorsi ma rapidamente dimesso. Le sue condizioni non sono gravi, perciò possiamo dire che è stata evitata la tragedia.

Ovviamente, però, la procura di Biella ha aperto un’inchiesta per capire quali sono le responsabilità dei presenti e soprattutto quelle di Emanuele Pozzolo, proprietario dell’arma.

Il deputato ha raccontato di aver tirato fuori la pistola per mostrarla ai colleghi, ma di non aver sparato, tanto da trovarsi a 300 metri di distanza quando è stato esploso il colpo. Il deputato è poi rimasto lì in attesa dei soccorsi e delle forze dell’ordine, nonostante gli agenti di scorsa lo avessero sconsigliato per prudenza.

Per il momento ci sono varie ipotesi al vaglio, non si esclude nemmeno che sia stato sparato un colpo per festeggiare e che così sia stato colpito l’uomo per errore. Nelle ultime dichiarazioni, in cui Pozzolo ha confermato l’accidentalità del colpo, ha ribadito di non aver sparato personalmente.

Cosa rischia Emanuele Pozzolo

Emanuele Pozzolo ha dichiarato che il colpo di pistola è partito involontariamente, ma di non aver usato lui l’arma. Al momento non ci sono motivi per dubitare che queste dichiarazioni corrispondano al vero, anche perché tutti i presenti sono stati estremamente diligenti nel rapido sollecito dei soccorsi e nel seguente comportamento.

Allo stesso tempo pare che non ci siano dubbi sull’accidentalità dello sparo, che si somma ai numerosi incidenti di questo Capodanno e per fortuna si è risolto positivamente. Anche dal punto di vista legale, quindi, non si prospettano conseguenze gravi.

Ovviamente c’è stato più di un comportamento negligente e di questo dovranno risponderne i presenti. La distrazione non è certo ammessa dalla legge quando ci sono in ballo armi da fuoco, per quanto involontari possano essere gli esiti. Emanuele Pozzolo è il proprietario dell’arma, una North Americans LR22, detenuta regolarmente. Il deputato ha infatti un porto d’armi per difesa personale, che gli consente di portare la pistola con sé.

Nessun problema da questo punto di vista, ma Pozzolo potrebbe essere accusato di omessa custodia di armi. Chiunque possegga una pistola deve infatti adottare tutte le precauzioni affinché nessun altro soggetto autorizzato la maneggi, per l’appunto custodendola ed evitando qualsiasi incidente.

Resta quindi da capire come sia finita la pistola di Emanuele Pozzolo, per quanto regolarmente detenuta, nelle mani di chi ha poi sparato il colpo che ha ferito il genero dell’agente di scorta. Chi non custodisce diligentemente un’arma rischia, ai sensi della legge 110/75, l’arresto fino a 1 anno o l’ammenda fino a 1.032 euro.

La responsabilità penale si esclude se l’arma è stata consegnata a un soggetto autorizzato a maneggiare armi da fuoco o comunque esperto, come un agente penitenziario o altro soggetto con porto d’armi da difesa.

C’è poi da capire anche la responsabilità di chi ha materialmente esploso il colpo, che potrebbe rispondere del reato di lesioni colpose che l’articolo 590 del Codice penale punisce con l’arresto fino a 3 mesi o la multa fino a 309 euro (a querela della persona offesa).

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