Borsa Italiana: per Ynap è il giorno dell’addio

Francesca Caiazzo

20 Giugno 2018 - 11:08

Come previsto, in seguito all’Opa lanciata da Richemont, Ynap dice addio a Piazza Affari: breve storia del gruppo fondato da Marchetti.

Borsa Italiana: per Ynap è il giorno dell’addio

È il giorno dell’addio: oggi Ynap lascia Piazza Affari. La società di Federico Marchetti non sarà più quotata in Borsa così come previsto in seguito all’Opa annunciata da Richemont lo scorso mese di gennaio e conclusasi a metà maggio.

Un’operazione da 2,7 miliardi, che però non intaccherà l’indipendenza del gruppo italiano, come ha sempre tenuto a sottolineare il suo fondatore.

In poco meno di due decenni, Yoox e Net-a-porter prima e Ynap poi sono riusciti a imporsi sul mercato del lusso sul web, catalizzando l’attenzione e l’interesse di una clientela sempre più esigente.

Dalla fondazione all’Ipo

Con l’inizio del nuovo millennio, Marchetti lancia il suo progetto imprenditoriale votato alla vendita di beni di lusso, moda e design attraverso una piattaforma online in cui far convergere i più importanti brand del settore e due società dedicate: Yoox e Net-aporter-com, con i loro rispettivi siti web.

“Abbiamo iniziato il nostro business prima che chiunque altro credesse nella possibilità di portare il lusso online. Sono fiero di ciò che abbiamo costruito in quasi due decenni”

ha dichiarato Marchetti meno di un mese fa, commentando la chiusura positiva dell’Opa di Richemont.

Una vera e propria sfida, dunque, che ha continuato a macinare successi: in pochi anni le due società si espandono in Europa, negli Usa e in Asia, ampliano la gamma di prodotti e si affacciano sul mondo della solidarietà sociale.

Nel frattempo arriva anche il colosso svizzero che investe in Net-a-porter.com divenendo azionista di minoranza e pochi anni dopo la creatura di Marchetti fa il grande passo.

Il 3 dicembre del 2009 Yoox debutta in Borsa, sull’indice FTSE Italia Star a poco più di 4 euro ad azione: è la prima Ipo dopo 18 mesi e l’unica di quell’anno, si legge con una punta d’orgoglio sul sito della società.

Quattro anni dopo, nel 2013, il titolo passa all’FTSE Mib.

La nascita di Ynap e l’Opa

Mentre gli affari aumentano e la tecnologia si evolve, Marchetti non si fa cogliere impreparato: nascono app e prodotti multimediali pensati per i dispositivi mobili e si punta anche sulle campagne pubblicitarie, on line e televisive.

La svolta arriva il 5 ottobre 2015 quando le due creature si fondono e dall’unione di Yoox e Net-a-porter nasce Ynap, un’unica, grande realtà divenuta leader globale nel luxury fashion e-commerce.

Il nuovo gruppo cresce, si adegua ai tempi e nel frattempo il valore delle sue azioni si attesta intorno ai 40 euro.

A meno di tre anni dalla fusione, Richemont – che già deteneva poco meno del 25% del capitale - annuncia, nel gennaio scorso, un’Opa su Ynap finalizzata al delisting, mettendo sul piatto 2,7 miliardi di euro per prendersi il 100% della società.

L’operazione si conclude con successo a metà maggio e il gruppo di Marchetti, come deciso, oggi dice addio da Piazza Affari.

Quale futuro per Ynap?

Il papà di Ynap, che manterrà il suo posto di amministratore delegato, ha sempre ribadito che il gruppo italiano continuerà a restare indipendente, pur consapevole dell’apporto fondamentale che il colosso svizzero darà alle attività.

Non a caso, a conclusione dell’Opa di Richemont sulla società, Marchetti ha commentato:

“Yoox Net-a-porter powered by Richemont sarà davvero imbattibile. La nostra consolidata storia di crescita ci ha resi i numeri uno nel lusso online. Insieme a Richemont, investiremo ancora di più in prodotto, tecnologia, logistica, persone e marketing. Accelereremo la nostra crescita globale e garantiremo la leadership di YNAP nel lungo termine. Il viaggio continua e sarà davvero entusiasmante!”

Anche i numeri sono incoraggianti. I dati del primo trimestre 2018 confermano una crescita ormai consolidata: quella organica è stata del 10,4%. In aumento, nello stesso periodo, anche i ricavi consolidati pari a 517,5 milioni di euro, con un aumento del 7,9% a tassi di cambio costanti.

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