Bonus prima casa 2024: come funziona l’acquisto? Guida ai requisiti e alle agevolazioni

Nadia Pascale

3 Gennaio 2024 - 12:02

Quali sono le agevolazioni previste per chi vuole comprare la prima casa nel 2024? Da quest’anno tutto cambia. Vediamo i requisiti e gli incentivi previsti.

Bonus prima casa 2024: come funziona l’acquisto? Guida ai requisiti e alle agevolazioni

Come funziona il bonus prima casa? E quali sono le novità per chi vuole comprare la prima abitazione del 2024?
Fino al 31 dicembre 2023 vi erano «sconti fiscali per l’acquisto delle prima casa» e una defiscalizzazione vera e propria per gli acquirenti under 36. Dal 1° gennaio 2024 viene meno quest’ultima possibilità e di fatto i benefici previsti per gli under 36 sono decaduti, resta solo la garanzia sul mutuo.
Le nuove norme sono un ulteriore ostacolo per il mercato immobiliare già compromesso dai tassi di interesse elevati.

L’agevolazione spetta a chi compra la prima casa nel 2024 se il fabbricato rientra in specifiche categorie catastali, se si trova nel Comune in cui si ha o si intende trasferire la residenza (o nel quale si svolge l’attività lavorativa), ed infine richiede il rispetto di determinati requisiti anche per l’acquirente.

Facciamo quindi il punto su come funziona e chi ha diritto al bonus prima casa per gli acquisti effettuati nel 2024.

Cos’è e come funziona il bonus prima casa 2024

Il bonus prima casa 2024 consente di usufruire di importanti incentivi e agevolazioni fiscali per l’acquisto di un immobile da adibire ad abitazione principale.

Nello specifico, si tratta della riduzione di:

  • Iva;
  • imposta di registro;
  • imposta ipotecaria e catastale.

In generale, queste agevolazioni si applicano quando:

  • il fabbricato che si acquista appartiene a determinate categorie catastali;
  • il fabbricato si trova nel Comune in cui l’acquirente ha (o intende stabilire) la
    residenza o lavora;
  • l’acquirente ha determinati requisiti.

Le agevolazioni variano nel caso di acquisto della prima casa da un soggetto privato o da un’impresa soggetta ad Iva.

Per chi compra casa da un privato (o da un’azienda che vende in esenzione Iva), è prevista la riduzione dell’imposta di registro dal 9% al 2%, da calcolare in base al valore catastale dell’immobile.

L’imposta ipotecaria e l’imposta catastale dovute sono invece pari all’importo fisso di 50 euro.

Per chi compra invece da un’impresa, tenuta quindi ad applicare l’Iva, l’imposta dovuta è del 4% e non del 10%. Imposta di registro, ipotecaria e catastale sono invece pari a 200 euro ciascuna.

Dal 1° gennaio 2024, come vedremo meglio a breve, queste imposte devono essere applicate anche nel caso in cui gli acquirenti siano under 36.

Per richiedere le agevolazioni prima casa 2024 è importante rispettare specifici requisiti.

Requisiti e beneficiari del bonus prima casa 2024

Il bonus fiscale per comprare la prima casa può essere richiesto nel 2024 nel rispetto dei requisiti che seguono:

  • non essere proprietari di immobile adibito ad abitazione nello stesso Comune nel quale si richiedono le agevolazioni per l’acquisto della prima casa;
  • non essere titolare di diritto di uso, usufrutto o abitazione di altro immobile nel Comune;
  • avere o stabilire entro 18 mesi la residenza nel Comune in cui si desidera acquistare l’immobile usufruendo delle agevolazioni fiscali (in alternativa al trasferimento, l’acquirente dovrà dimostrare di avere nel Comune d’acquisto la sede di lavoro);
  • non essere titolare di abitazioni in tutto il territorio nazionale acquistate con agevolazioni o venderle entro 1 anno in caso di possesso.

Inoltre, le agevolazioni previste dal bonus prima casa vengono erogate soltanto per immobili che non rientrino nelle categorie catastali A1, A8, A9. Sono quindi escluse le abitazioni di lusso.

Le categorie catastali ammesse sono:

  • A/2 (abitazioni di tipo civile);
  • A/3 (abitazioni di tipo economico);
  • A/4 (abitazioni di tipo popolare);
  • A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare);
  • A/6 (abitazioni di tipo rurale);
  • A/7 (abitazioni in villini);
  • A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi).

Per richiedere le agevolazioni sull’acquisto della prima casa, è necessario verificare le caratteristiche dell’immobile, con l’ausilio di esperti, ovvero geometri, ingegneri, architetti. Per stipulare l’atto d’acquisto e per l’applicazione delle agevolazioni fiscali bisognerà invece rivolgersi presso un notaio.

Le agevolazioni fiscali del bonus prima casa

Le agevolazioni fiscali del bonus prima casa consistono in una riduzione delle imposte previste. Nel dettaglio:

  • sconto sull’Iva dal 10% al 4%, esclusivamente per gli acquisti effettuati dall’impresa costruttrice. Per chi compra la prima casa da un’impresa bisognerà pagare, in misura fissa, 200 euro cadauno per imposta ipotecaria e catastale;
  • imposta di registro al 2% per gli acquisti da privati. L’acquirente, in determinate situazioni e sotto l’approvazione del notaio, può far valere l’imposta di registro sulla base del valore catastale e non sul valore di mercato, ovvero attraverso il meccanismo prezzo/valore. Sempre per gli acquisti da privati, l’imposta ipotecaria e quella catastale sono fissate a 50 euro ciascuna;
  • acquisto da agenzia immobiliare: è prevista la detrazione Irpef del 19% sui compensi corrisposti all’agenzia intermediaria per un importo non superiore ai 1.000 euro;
  • acquisti per successione e donazione: in questi casi, l’Agenzia delle Entrate ha confermato che il bonus prima casa può essere applicato, con imposta ipotecaria e catastale equiparata a quella degli acquisti dalle imprese costruttrici (200 euro);
  • credito d’imposta per chi vende una casa e effettua un nuovo acquisto. Il bonus prima casa consente di sottrarre dall’imposta da pagare quella già pagata con il precedente acquisto. Possono utilizzare il credito d’imposta coloro che vendono e riacquistano casa entro 12 mesi.
BONUS PRIMA CASAAGEVOLAZIONI FISCALI
Acquisto da privato o impresa esente Iva Imposta di registro 2% (minimo 1.000 euro);
imposta ipotecaria 50 euro;
imposta catastale 50 euro
Acquisto da impresa Iva 4%;
imposta di registro 200 euro;
imposta ipotecaria 200 euro;
imposta catastale 200 euro

Per gli acquisti senza benefici “prima casa”, in ogni caso, l’imposta di registro proporzionale (2%) non può essere di importo inferiore a 1.000 euro. Tuttavia, l’importo effettivamente da versare potrebbe risultare inferiore grazie allo scomputo dell’imposta proporzionale già versata sulla caparra (quando è stato registrato il contratto preliminare) o per effetto del credito d’imposta per l’acquisto della prima casa.

Bonus prima casa under 36: come funziona

Al fine di favorire l’acquisto della prima casa da parte di giovani under 36, il decreto Sostegni bis ha introdotto un bonus fiscale specifico, riconosciuto per gli atti stipulati dal 26 maggio 2021 e fino al 31 dicembre 2023. Le misure fiscali non sono state però confermate per il 2024.

Il bonus prima casa under 36 prevedeva le seguenti agevolazioni fiscali:

  • per le compravendite non soggette a Iva, esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale
  • per gli acquisti soggetti a Iva, oltre all’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, riconoscimento di un credito d’imposta di ammontare pari all’Iva corrisposta al venditore.

Questi benefici fiscali dal 1° gennaio 2024 sono decaduti e non confermati, di conseguenza per conoscere i costi legati all’acquisto della prima casa si deve fare riferimento alle norme prima dettate. Sono quindi dovute:

  • imposta di registro;
  • imposta ipotecaria;
  • imposta catastale;
  • Iva nel caso di acquisto da impresa.

Le agevolazioni under 36 consentono ora semplicemente di ottenere l’accesso alla garanzia del Fondo Consap a copertura dell’80% della quota capitale del finanziamento per mutui erogati fino a 250mila euro.

Per poter fruire del bonus prima casa è necessario rispettare i seguenti requisiti:

  • non aver compiuto i 36 anni di età nell’anno in cui l’atto è stipulato
  • avere un indicatore Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non superiore a 40mila euro annui.

Si applicano inoltre gli ulteriori requisiti e le condizioni previste per il bonus prima casa, quali, ad esempio, il trasferimento della residenza o la vendita entro un anno dell’immobile precedentemente acquisito.

In caso contrario, è prevista la decadenza dal bonus fiscale riconosciuto e l’obbligo di restituzione.
Le agevolazioni in oggetto sono estese alle famiglie numerose.

Bonus anche per chi ha già la prima casa: quando spettano le agevolazioni fiscali

A partire dal 2016, il bonus prima casa spetta anche a chi ha già un immobile di proprietà acquistato con i benefici prima casa, a condizione che la casa posseduta sia venduta entro 12 mesi dal nuovo acquisto.

Tale agevolazione spetta anche nel caso di nuovo acquisto a titolo gratuito, cioè in caso di donazione e successione.

Nell’atto di acquisto del nuovo immobile con i benefici del bonus prima casa deve risultare l’impegno a vendere l’immobile già posseduto entro un anno. Se la vendita non avviene entro i 12 mesi concessi, bisognerà versare le imposte precedentemente scontate, pagando una sanzione del 30%.

Attenzione: il bonus prima casa non spetta se l’abitazione acquistata è situata nello stesso Comune in cui si è già titolari di un altro immobile acquistato senza i benefici fiscali.

Di seguito lo schema riepilogativo sul bonus prima casa per chi è già proprietario di un immobile:

VECCHIA CASA ACQUISTATAUBICAZIONE DELLA VECCHIA CASAIMPOSTE AGEVOLATE SUL NUOVO ACQUISTO
CON AGEVOLAZIONI PRIMA CASA stesso comune in cui si trova la nuova casa da acquistare o qualsiasi comune del territorio nazionale SI, se entro un anno si vende la vecchia abitazione
SENZA AGEVOLAZIONI PRIMA CASA stesso comune in cui si trova la nuova casa da acquistare NO (per avere le agevolazioni è necessario vendere la vecchia abitazione prima di acquistare la nuova)
comune diverso da quello in cui si trova la casa da acquistare SI non è necessario vendere la casa di cui si è già proprietari

Quando si perde il diritto alle agevolazioni prima casa?

L’Agenzia delle entrate provvederà a controllare la presenza dei requisiti richiesti per l’accesso al bonus prima casa e la corrispondenza con quanto dichiarato.

In caso di false dichiarazioni il contribuente è chiamato al pagamento delle imposte precedentemente detratte, maggiorate da una sanzione del 30%.

Il bonus prima casa decade, inoltre:

  • se si vende l’immobile agevolato entro 5 anni (a meno che non si riacquisti un altro immobile entro un anno sempre da adibire ad abitazione principale);
  • se non si sposta la residenza nel Comune in cui si trova l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto;
  • se entro l’anno dall’acquisto del nuovo immobile non viene venduto quello già posseduto, acquistato con le agevolazioni prima casa.

Però, se alla vendita segue l’acquisto di una nuova prima casa destinata ad abitazione, anche appartenente alle categorie, catastali di lusso, non decade il bonus e quindi non si deve procedere con il pagamento delle imposte precedentemente detratte.

Come evitare le sanzioni

Se si perdono le agevolazioni del bonus prima casa per mancato trasferimento della residenza nel termine di 18 mesi, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che:

  • se non è ancora trascorso il termine di 18 mesi per il trasferimento della residenza, l’acquirente che non può rispettare l’impegno assunto ha la possibilità di revocare la dichiarazione formulata nell’atto di acquisto dell’immobile e di chiedere la riliquidazione dell’imposta. Si deve presentare un’istanza all’ufficio presso il quale l’atto è stato registrato. L’ufficio riliquida l’atto di compravendita e notifica avviso di liquidazione dell’imposta dovuta e degli interessi, calcolati a partire dalla data di stipula dell’atto.
    Non applicherà, invece, la sanzione del 30%, in quanto, entro il termine di 18 mesi dalla data dell’atto, non può essere imputato al contribuente il mancato adempimento dell’impegno assunto, cui consegue la decadenza dall’agevolazione;
  • se, invece, il contribuente lascia trascorrere il termine di 18 mesi senza trasferire
    la residenza e senza presentare un’istanza di revoca all’ufficio dell’Agenzia, si verifica la decadenza dall’agevolazione “prima casa”.

In questo caso il contribuente ha comunque la possibilità di ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso, se non gli è stato ancora notificato un atto di liquidazione o un avviso di accertamento. Deve però presentare un’istanza all’ufficio dell’Agenzia presso il quale è stato registrato l’atto, con cui dichiarare l’intervenuta decadenza dall’agevolazione e richiedere la riliquidazione dell’imposta e l’applicazione delle sanzioni in misura ridotta.

L’ufficio riliquida l’atto registrato e notifica l’avviso di liquidazione dell’imposta dovuta, degli interessi e della sanzione ridotta.

Cosa succede se il costruttore consegna in ritardo?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1588/18 pubblicata il 23 gennaio 2018, ha stabilito che per non perdere l’agevolazione l’acquirente, nel caso in cui il costruttore o il venditore ritardi la consegna dell’immobile, può trasferire la residenza entro il termine di legge presso un altro indirizzo.

Ordinanza n. 1588/18 della Corte di Cassazione
Ecco l’ordinanza della Corte di Cassazione che stabilisce che il bonus prima casa può decadere nel caso in cui il costruttore ritardi la consegna dell’immobile

La legge italiana subordina il riconoscimento del bonus alla circostanza che la residenza sia trasferita, nel termine di diciotto mesi, nel Comune in cui è ubicato l’immobile e non necessariamente nell’abitazione acquistata.

L’Ordinanza della Corte di Cassazione arriva in seguito al ricorso dell’Agenzia delle Entrate nei confronti di due coniugi ai quali era stato revocato il bonus prima casa, che sono riusciti poi ad ottenere nuovamente grazie all’intervento della Commissione Tributaria del Veneto.

Il bonus è valido anche se la casa è comprata all’asta?

Di solito, chi compra casa all’asta fa richiesta di applicazione dell’agevolazione fiscale «prima casa» al momento dell’aggiudicazione tramite una dichiarazione all’Agenzia delle Entrate. Altrimenti, l’acquirente può rimediare se fa la richiesta entro 120 giorni dall’aggiudicazione.

In ogni caso, la dichiarazione deve essere formulata prima del saldo del prezzo, che si calcola con la differenza tra la cauzione versata per la partecipazione all’asta e il prezzo di aggiudicazione, cui si aggiungono le spese accessorie.

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