Benzina già bassa, ecco perché il governo non taglierà le accise

Luna Luciano

31 Luglio 2023 - 18:53

Il Governo Meloni dice “no” al taglio delle accise sulla benzina, suscitando proteste da gestori, utenti e opposizione: ecco perché e quanto costerà da oggi la benzina.

Benzina già bassa, ecco perché il governo non taglierà le accise

Il Governo Meloni non taglierà le accise per abbassare il prezzo dei carburanti. A riferirlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il quale ha spiegato che al momento il Governo non vede alcuna necessità nel ridurre le imposte su benzina e diesel.

Una decisione che diventa un vero salasso per le famiglie, e non solo per quelle che partiranno nelle prossime settimane in auto per le agognate ferie, ma soprattutto per quelle che le vacanze non possono nemmeno permettersele e che necessitano della benzina per recarsi a lavoro.

A partire dal primo agosto, infatti, le persone dovranno fare i conti con il caro benzina, basti pensare che il “servito” ha già sfiorato i 2 euro al litro e in alcune pompe di benzina la verde è arrivata a sfiorare i 2,5 euro. Benché questi siano casi limiti, non è errato supporre un’estate italiana alquanto “salata” tra un Pil negativo, l’inflazione e il caro carburanti.

È quindi opportuno conoscere le ragioni del Governo sul perché non tagliare le accise e ascoltare le proteste degli utenti, gestori e dell’opposizione in modo da avere un quadro preciso della situazione.

Benzina, ecco quanto costa e perché il governo non taglierà le accise

Il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, è stato categorico: non ci sarà alcun taglio delle accise per abbassare il prezzo di benzina e diesel.

Il perché è presto detto: i costi della benzina sarebbero già “bassi”. Guardando i dati aggiornati al 30 luglio 2023 dell’Osservaprezzi del Mimit, possiamo ottenere una perfetta fotografia dell’attuale costo medio dei carburanti:

  • per la benzina al self service il prezzo medio è di 1,912 euro/litro (1,895 la rilevazione precedente), mentre per il servito è di 2,045 euro/litro (2,027 il dato precedente);
  • per il diesel al self service il costo medio è di 1,766 euro/litro (rispetto a 1,743), mentre al servito è di 1,900 euro/litro (contro 1,880);
  • per il Gpl i prezzi posizionano tra 0,713 e 0,732 euro/litro;
  • per il metano il prezzo medio si colloca tra i 1,402 e 1,476 euro/litro.

Urso ha ricordato che a partire dal 1° agosto i cartelli dei benzinai dovranno indicare i prezzi medi appena riportati e quindi “il cittadino potrà decidere se fare benzina da chi fa un prezzo più alto. È una operazione di trasparenza”. Infine, il ministro ha voluto sottolineare come il taglio delle accise era stato un intervento del precedente governo quando i “prezzi dell’energia erano schizzati alle stelle” mentre oggi i dati sono ben diversi e dunque il Governo Meloni ritiene che “le risorse pubbliche debbano essere destinate laddove ci siano davvero delle emergenze”.

Benzina, “no” del governo al taglio delle accise: le proteste

Inutile dire che questa decisione abbia sollevato lo scontento e le proteste non solo dell’opposizione: solo poche settimane fa il leader del Movimento 5 Stelle (M5S) Giuseppe Conte chiedeva conto alla Meloni sui social del perché la benzina fosse giunta a 2 euro/litro e lo stesso ha fatto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, il quale ha subito ricordato alla premier le sue promesse in campagna elettorale di tagliare immediatamente le accise e chiosa: “Quando è diventata premier non solo non ha ridotto le accise, ma le ha addirittura aumentate”.

Ma le proteste giungono anche da Assoutenti, ricordando che per quanto l’obbligo di pubblicare i prezzi sia senza dubbio uno “strumento di trasparenza”, questo non è sufficiente per calmierare i prezzi dei benzinai. Il presidente dell’associazione dei consumatori, Furio Truzzi, ha infatti spiegato che se da un lato è fondamentale fornire informazioni agli automobilisti sui prezzi medi dei carburanti, dall’altro “occorre studiare nuove misure per innescare la concorrenza tra gestori e incentivare una riduzione dei listini”. Secondo l’associazione la soluzione migliore è rappresentata da:

Cartelloni da installare nelle varie zone delle grandi città e in tutti i comuni riportanti, al pari di quanto già avviene lungo le autostrade, i prezzi di benzina e gasolio praticati dai gestori ubicati nelle vicinanze, con un bollino luminoso verde che indichi in modo immediato agli automobilisti il distributore più conveniente in zona

Il presidente Truzzi ha infine spiegato che sarebbe necessaria anche un’app nazionale gestita dal Ministero con i listini dei carburanti aggiornati in tempo reale, in modo che gli automobilisti possano individuare a priori, prima ancora di mettersi in macchina, dove poter fare rifornimento. Solo questo potrebbe innescare la concorrenza, aiutando le famiglie a risparmiare.

Famiglie che in Italia a causa dell’inflazione hanno visto ridursi il salario reale - il valore che misura quanti beni e servizi si possono comprare con il proprio reddito tenendo conto dell’inflazione, e stando agli ultimi dati Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) rilasciati l’11 luglio 2023, in Italia i salari reali si sono ridotti del -7,5%, nonostante l’aumento delle buste paga dell’8%.

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