Bce: è sempre più allarme prezzi e crescita, cosa rischia l’Italia del Governo Meloni?

Violetta Silvestri

10/11/2022

Nel bollettino Bce si confermano stime in rialzo sui prezzi e al ribasso per la crescita a fine 2022. E un chiaro messaggio è lanciato all’Italia di Giorgia Meloni: attenzione ad aiuti e debito.

Bce: è sempre più allarme prezzi e crescita, cosa rischia l’Italia del Governo Meloni?

Il bollettino Bce non ha sorpreso: le previsioni parlano di prezzi ancora in aumento e di un rallentamento economico all’orizzonte per l’Eurozona.

In questo momento così delicato per l’economia mondiale alle prese con la guerra in Ucraina e la crisi energetica e in gironi cruciali per l’Italia, impegnata nella Legge di Bilancio 2023, un richiamo della banca centrale europea è apparso più allarmante che mai: riguarda politica fiscale e debito.

Il monito colpisce innanzitutto il nostro Paese: cosa rischia il Governo Meloni con le sue scelte economiche e con la politica del debito? La Bce ha messo in guardia.

Bollettino Bce: scenario da inflazione e crisi economica

Confermate le previsioni cupe per l’Eurozona e la politica di rialzo tassi per frenare l’inflazione nel bollettino Bce pubblicato il 10 novembre.

Nello specifico, il documento ha sottolineato che “i rischi al ribasso persistono” e l’attività economica nell’area dell’euro è vista rallentare nel terzo trimestre del 2022 e indebolirsi ancora a fine anno e all’inizio del 2023. Questi i motivi del pessimismo:

  • riduzione redditi reali delle famiglie;
  • aumento costi per le imprese;
  • freno alla produzione con l’inflazione elevata;
  • freno della spesa delle persone;
  • fiducia consumatori in calo;
  • domanda di servizi in rallentamento;
  • persistente guerra in Ucraina

In questa cornice, nel breve termine soprattutto, l’inflazione è vista ancora aumentare con il comparto energia e la crescita diminuire. L’allarme risuona per tutti i Paesi dell’Eurozona, con l’Italia tra gli Stati in maggiore allerta considerando l’alto debito e l’impatto della crisi del gas.

C’è un monito al Governo Meloni dalla Bce

Nessun riferimento esplicito ai singoli Paesi e, naturalmente, all’Italia si legge nel documento generico del bollettino Bce. Tuttavia, un passaggio può essere valutato come particolarmente cruciale per le prossime mosse del Governo Meloni. Esso recita:

“Per limitare il rischio di alimentare l’inflazione, le misure di sostegno fiscale per proteggere l’economia dall’impatto dei prezzi elevati dell’energia dovrebbero essere temporanee e mirate ai più vulnerabili.”

In questi giorni di lavoro per la Legge di Bilancio e in attesa del decreto Aiuti quater incentrato proprio sulle misure contro il caro-bollette il messaggio è chiaro: calibrare i sostegni e fare in modo che aiutino soltanto i meno abbienti e che non siano duraturi nel tempo è preferibile per i conti pubblici.

La questione, infatti, impatta anche il debito. La Bce ribadisce: “i governi dovrebbero perseguire politiche fiscali che dimostrino il loro impegno a ridurre gradualmente gli elevati indici del debito pubblico. Le politiche strutturali dovrebbero essere concepite per aumentare il potenziale di crescita e la capacità di approvvigionamento della zona euro e per rafforzarne la resilienza, contribuendo in tal modo a ridurre le pressioni sui prezzi a medio termine”

Tradotto: il Governo Meloni dovrà essere credibile nelle politiche di crescita, nella definizione dei passi del PNRR, nel rientro graduale del debito sul Pil. Mentre si prosegue con un nuovo scostamento di bilancio - più debito - e i tassi di interesse aumentano, l’Italia è stata per l’ennesima volta avvisata dalla Bce: sviluppo e crescita siano prioritari.

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