Autotutela 2024, quando è obbligatorio annullare la cartella esattoriale? Le novità

Patrizia Del Pidio

19 Gennaio 2024 - 10:04

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La riforma fiscale, nel 2024, cambia profondamente l’autotutela rendendo, in alcuni casi, l’annullamento della cartella esattoriale obbligatoria. Vediamo tutte le novità.

Autotutela 2024, quando è obbligatorio annullare la cartella esattoriale? Le novità

Autotutela 2024, cosa cambia? Ci sono novità che rendono obbligatorio per l’amministrazione cancellare l’atto in determinati casi. La riforma fiscale cambia in modo radicale l’istituto dell’autotutela e con la pubblicazione del Dlgs 2019 del 2023 si modifica lo Statuto del contribuente. Le modifiche più profonde e più importanti sono proprio quelle che riguardano l’autotutela.

Tra le novità c’è la netta distinzione tra:

  • autotutela obbligatoria;
  • autotutela facoltativa.

Oggi, infatti, quando un contribuente presenta istanza in autotutela per annullare la richiesta di un pagamento illegittimo, potrebbe trovarsi anche di fronte al silenzio dell’amministrazione pubblica. In questo caso per procedere all’annullamento dell’atto deve ricorrere in giudizio entro il termine di legge (per non perdere l’occasione di vederlo annullare). Dal 2024 l’istituto dell’autotutela, invece, oltre a salvaguardare maggiormente il contribuente, prevede anche casi in cui l’amministrazione è obbligata alla cancellazione dell’atto illegittimo senza che si intraprenda la strada del ricorso.

Autotutela 2024, ecco quando la cancellazione è obbligatoria

Con le modifiche apportate allo Statuto dei contribuenti dal decreto legislativo citato, l’annullamento in autotutela da parte della pubblica amministrazione diventa obbligatorio in determinati casi. A prevederlo è il nuovo articolo 10 quater aggiunto alla Legge 212 del 2000.

L’annullamento deve avvenire d’ufficio e senza presentazione di istanza da parte del contribuente, nei seguenti casi:

  • quando si è verificato un errore di persona;
  • quando è presente un errore di calcolo;
  • quando l’errore riguarda l’individuazione del tributo;
  • quando è frutto di un errore materiale del contribuente che l’amministrazione finanziaria può individuare facilmente;
  • quando è stato commesso un errore sul presupposto dell’imposta;
  • quando i pagamenti dell’imposta sono stati regolarmente eseguiti e non se ne è tenuto conto;
  • in mancanza di documentazione successivamente sanata.

L’annullamento non procede d’ufficio in questi casi solo ove sia presente una sentenza passata in giudicato favorevole al pagamento dell’atto stesso.

Quando l’autotutela è facoltativa?

A illustrare l’autotutela facoltativa è il nuovo articolo 10 quinquies aggiunto alla Legge 212 del 2000, nel quale, al comma 1, si evidenzia quando l’annullamento in autotutela non è obbligatorio. Va precisato che anche in questi casi l’amministrazione finanziaria potrebbe procedere all’annullamento d’ufficio senza la presentazione di un’istanza da parte del contribuente, ma non è obbligata.

Si tratta, quindi, di casi in cui l’annullamento in autotutela può anche essere negato (ma in questo caso subentra l’impugnabilità del diniego, sempre apportata dalla nuova riforma fiscale, che prevede che l’atto possa essere impugnato sia nel caso venga negato l’annullamento sia nel caso di mancata risposta da parte dell’amministrazione).

L’autotutela facoltativa riguarda le seguenti ipotesi:

  • in caso di doppia imposizione;
  • quando non sono considerati i pagamenti di imposta regolarmente eseguiti;
  • l’esistenza di requisiti che danno diritto al contribuente di deduzioni, regimi agevolativi o detrazioni che in precedenza erano stati negati.

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