Attenzione a questa minaccia finanziaria nel 2024, molti la sottovalutano

Violetta Silvestri

17/01/2024

17/01/2024 - 15:22

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La minaccia del debito è reale e pericolosa per la stabilità finanziaria del 2024, ma le emergenze geopolitiche dell’attuale contesto rischiano di metterla da parte. Ma la bomba può esplodere.

Attenzione a questa minaccia finanziaria nel 2024, molti la sottovalutano

Il 2024 potrebbe essere travolto da una minaccia che molti stanno sottovalutando: il debito.

Mentre i riflettori di Davos si accendono sulla geopolitica, la guerra in Ucraina, i rapporti Cina-Usa, le incognite dell’IA, a margine dell’evento alcuni analisti di spicco hanno suonato l’allarme indebitamento.

Il tema è caldo e preoccupante e le urgenze del momento, dai conflitti ucraino e mediorientale alle sfide dell’intelligenza artificiale rischiano di oscurare un problema grave per le economie in via di sviluppo così come quelle più ricche. Nessuno Stato è esente dai pericoli di un debito in aumento vertiginoso dalla pandemia in poi.

La finanza globale trema dinanzi a tassi elevati e deficit fiscali sempre più ampi. Perché questa minaccia merita attenzione nell’anno appena iniziato? La risposta nei commenti degli analisti.

Il debito è un problema enorme che può esplodere

L’amministratore delegato dell’Institute of International Finance ha avvertito che i politici devono affrontare rapidamente i livelli record del debito globale, descrivendo la crisi in corso come un “enorme problema fiscale”.

Il CEO dell’IIF Tim Adams ha lanciato l’allarme sull’aumento del debito parlando con un giornalista di Cnbc al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. Il suo avvertimento è stato chiaro:

“Abbiamo il debito più alto in un periodo senza guerre nella storia moderna a livello aziendale, familiare, sovrano e sub-sovrano...Abbiamo un enorme problema fiscale ovunque, compresi gli Stati Uniti. Stiamo registrando un deficit pari al 7% del Pil. Abbiamo bisogno di sobrietà e dobbiamo concentrarci su come mettere ordine nel nostro sistema fiscale, ha spiegato con apprensione.

I numeri confermano un tono così allarmistico. Il debito mondiale è salito al record di 307,4 trilioni di dollari nel terzo trimestre del 2023, con un aumento sostanziale sia nei Paesi ad alto reddito che nei mercati emergenti.

L’IIF ha affermato di aspettarsi che il debito globale raggiunga i 310mila miliardi di dollari entro la fine del 2023, avvertendo che le elezioni in più di 50 Paesi e regioni quest’anno potrebbero inaugurare uno spostamento verso il populismo che porterà con sé livelli di debito ancora maggiori.

Alla domanda se gli alti livelli di debito pubblico globale siano cruciali in un momento in cui le principali banche centrali sono pronte a tagliare i tassi di interesse, Adams ha risposto: “È importante a causa dei dati demografici. Abbiamo popolazioni che invecchiano in così tante parti del mondo, dalla Cina all’Europa fino agli Stati Uniti e al Giappone”.

Lo squilibrio demografico tra giovani e anziani si tradurrà in bisogni crescenti di risorse per assistenza e pensioni, proprio mentre la forza lavoro sarà di meno. Questo significa che le casse dello Stato avranno meno entrate fiscali, ma maggiori oneri di spesa e saranno obbligate a indebitarsi.

Debito, tassi e rischio liquidità

L’allarme lanciato dall’IIF è stato accolto anche dal Fondo Monetario Internazionale. I potenziali rischi di liquidità del mercato mentre i Paesi rifinanziano il debito emesso durante la pandemia non vanno sottovalutati secondo, il primo vicedirettore generale FMI, Gita Gopinath.

“Il debito è a livelli estremamente elevati e ciò che mi preoccupa è che abbiamo previsto deficit fiscali che saranno più alti di quelli pre-pandemia”, ha ammonito.

Molti Paesi hanno preso in prestito molto durante la crisi Covid, con formule a breve termine ed è per questo che il problema liquidità va affrontato con attenzione.

L’impatto della pandemia, che ha ostacolato il trasporto di merci, in particolare dalla Cina, spingendo i paesi ad aumentare la produzione interna o a cercare forniture alternative, e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha fatto lievitare i prezzi dell’energia e delle materie prime, hanno costretto i governi ad aumentare la spesa e prendere in prestito di più. Con tassi da record, gli oneri da pagare sono cresciuti a dismisura, mettendo ancora di più in allerta i conti pubblici.

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