Adozione bambini in Italia: tempi, costi e a chi rivolgersi

Ilena D’Errico

28 Maggio 2023 - 18:11

Ecco in media quali sono i tempi e i costi per adottare bambini in Italia, quali sono i requisiti richiesti dalla legge e a chi bisogna rivolgersi per presentare la domanda.

Adozione bambini in Italia: tempi, costi e a chi rivolgersi

L’adozione dei bambini in Italia è spesso fonte di preoccupazione per gli aspiranti genitori adottivi, spaventati dai tempi e dai costi possibili. Cerchiamo quindi di fare chiarezza e capire cosa prevede la legge italiana sull’adozione dei minori, quali requisiti servono e a chi bisogna rivolgersi per adottare.

Requisiti per adottare un bambino in Italia

Adottare un bambino in Italia non è di certo una passeggiata, il nostro ordinamento prende molto sul serio la tutela dei minori e per questo pone dei requisiti piuttosto stringenti per poter presentare la domanda di adozione. Il primo è la cosiddetta stabilità del rapporto che deve sussistere al momento della richiesta e perdurare sino all’assegnazione del bambino in adozione.

Sostanzialmente, la legge sull’adozione richiede che i genitori adottivi siano sposati da almeno 3 anni (eventualmente il giudice può considerare nel calcolo anche la convivenza prematrimoniale). Questo criterio può sembrare anacronistico, ma è posto per limitare la possibilità che il nucleo si disgreghi o sia instabile.

Ci sono poi anche dei requisiti di età, posti per garantire ai bambini che la famiglia possa prendersi cura di loro almeno fino al raggiungimento dell’età adulta. Nel dettaglio, tra gli adottandi e l’adottato deve esserci una differenza di età compresa tra 18 e 45 anni. È evidente che il limite minimo ha invece una funzione diversa, ossia assicurare la maturità genitoriale (a conti fatti, è sufficiente che siano poco più che maggiorenni, quindi non si tratta di un requisito così stringente).

La differenza di età deve essere calcolata in base all’età anagrafica del coniuge più giovane, nell’obbiettivo di garantire che almeno uno dei due coniugi sia – almeno a livello teorico e giuridico – idoneo all’adozione, altrimenti la procedura sarebbe ancora più difficile. Difatti, Il limite massimo di differenza può essere esteso di altri 10 anni (quindi con una differenza massima di 55 anni) per un solo genitore, oppure per consentire l’adozione di fratelli o sorelle di un altro minore già adottato.

In genere, tutta la procedura di adozione è spesso oggetto di critiche per le sue complessità, anche se il criterio su cui si basa la legge è molto semplice. La nascita di un bambino da una coppia che non possiede i requisiti non è in alcun modo controllabile dalla legge, mentre per i casi di adozione è possibile esercitare la tutela dei minori nel modo più vasto possibile. È anche vero che l’ordinamento pecca nella valutazione dei pro e contro, cosa non semplice su cui stanno lavorando le Corti, ma ad oggi le regole sono queste.

C’è poi la questione dell’idoneità, che attiene tutti i punti di vista possibili che possono incidere sull’attività genitoriale, dal livello fisico a quello morale e materiale. Nel dettaglio, la legge sulle adozioni impone che:

i coniugi devono essere affettivamente idonei e capaci di educare, istruire e mantenere i minori che intendano adottare.

Questo requisito viene valutato caso per caso dagli assistenti sociali e dagli psicologi che si occupano della pratica di adozione, quindi soltanto dopo aver presentato la domanda. Non esistendo criteri di base oggettivi, dunque, non è possibile conoscere a priori se si soddisfa o meno questo requisito, per il quale i coniugi vengono valutati sia nell’insieme che individualmente.

A chi rivolgersi per adottare un bambino

Per adottare un bambino è necessario presentare al tribunale per i minorenni la dichiarazione di disponibilità all’adozione. Il tribunale di competenza è individuato in base alla residenza dei futuri genitori, anche se è possibile presentare più domande in vari tribunali, purché si informino via via quelli a cui ci si è rivolti in precedenza.

Ogni tribunale fornisce i moduli per la dichiarazione e le informazioni relative a eventuali documenti da allegare per completare la domanda. Ad esempio, possono essere richiesti i documenti che attestino la situazione reddituale (come buste paga e dichiarazioni fiscali) e i certificati medici che provino il buono stato di salute dei coniugi.

La presentazione della domanda è seguita dalla fase di istruttoria che di regola dovrebbe durare 120 giorni, ma il tribunale può prorogarla per lo stesso tempo. Di fatto, l’istruttoria di norma procede molto a rilento, sia per le difficoltà organizzative dei tribunali, sia a seconda della disponibilità di minori in stato di adottabilità. In ogni caso, la domanda ha una validità di 3 anni, pertanto oltre questo termine se la procedura di adozione non è nemmeno iniziata bisogna rinnovare la dichiarazione.

In presenza di bambini in stato di adottabilità, il tribunale procede a valutare i requisiti dei possibili genitori per trovare l’incontro familiare più favorevole per i minori. È proprio in questa fase che si richiedono gli interventi tecnici (servizi sociali, psicologi o neuropsichiatri infantili e Asl) per valutare l’idoneità degli adottandi e la compatibilità con i bambini.

Questa fase è, anche comprensibilmente, piuttosto lunga perché necessita di colloqui e visite approfondite (compreso un sopralluogo domiciliare), prima che il tribunale possa ricevere la relazione psico-sociale degli adottandi. Quando questo passaggio va a buon fine, viene poi organizzato un incontro presso la residenza del minore, al fine di valutare l’effettiva compatibilità familiare. Un esito positivo sfocia nell’affidamento preadottivo, una fase sperimentale abbastanza lunga (almeno di 1 anno) per controllare l’inserimento del minore nella nuova famiglia.

Soltanto se anche l’affidamento si conclude con esito positivo si arriva all’adozione vera e propria, con cui i bambini adottati sono del tutto equiparati a dei figli naturali, con tutti i diritti che ne conseguono, come il cognome e i diritti successori.

Quanto tempo ci vuole per l’adozione e quali sono i costi

Alla luce della procedura stabilita per adottare dei bambini in Italia sembra che serva davvero molto tempo. In realtà, si stima che in media in Italia la procedura di adozione si completi in un tempo compreso fra 1 anno e mezzo e 3 anni. Tutto dipende dalle circostanze elencate, dal carico di lavoro del tribunale, dalla corretta presentazione della domanda e dal rispetto dei requisiti. Lo scoglio principale è infatti rappresentato proprio dai requisiti dalla legge sull’adozione e non dai tempi, ma nemmeno dai costi dato che la procedura è gratuita.

L’adozione internazionale, differenze di tempi e costi

L’adozione nazionale consente di adottare bambini italiani senza sopportare alcuna spesa, escludendo i costi per ottenere i certificati da presentare al tribunale che sono trascurabili. Quando si sente parlare di costi per l’adozione (spesso anche di cifre esorbitanti), si fa riferimento alle adozioni internazionali.

Queste ultime consentono di adottare bambini provenienti da uno degli Stati firmatari della Convenzione dell’Aja. La procedura, se eseguita in Italia, è la medesima dell’adozione nazionale ma si complica con una fase all’estero per rendere possibili gli incontri con il bambino. I costi sono dovuti a un insieme di caratteristiche, dal pagamento dei mediatori, all’organizzazione dei viaggi fino alla traduzione della documentazione.

L’iter all’estero si completa con l’autorizzazione della Commissione per le adozioni internazionali con cui il minore può entrare in Italia, dove si perfeziona l’adozione. Per questo ci vogliono almeno 3 anni per l’adozione internazionale dall’Italia. A seconda del paese, si stima una media compresa tra 11.000 e 30.000 euro per i costi di adozione, cifra che può facilmente lievitare a seconda delle situazioni, arrivando anche a 40.000 euro senza particolari intoppi.

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