Terza dose vaccino in Italia: a chi toccherà prima e quando

Fiammetta Rubini

2 Settembre 2021 - 11:06

Servirà la terza dose di vaccino? Quando si farà, che vaccino verrà usato e chi avrà la priorità in Italia? Ecco le cose da sapere.

Terza dose vaccino in Italia: a chi toccherà prima e quando

Non si sa ancora se davvero servirà una terza dose del vaccino, quando e chi dovrà farla per primo, ma la possibilità di un altro richiamo per prolungare l’immunità e proteggerci dalle nuove varianti si fa sempre più concreta.

Anche l’Italia ci pensa. Intervenendo a In onda su La7 il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato di terza dose probabile. “I nostri scienziati sono al lavoro, le dosi le abbiamo quindi appena la comunità scientifica ci darà informazioni nette, noi saremo pronti”.

Intanto alcuni Paesi hanno già iniziato a somministrare la terza dose del vaccino anti-Covid. È il caso di Turchia, Israele e degli Stati Uniti, e ora anche la Gran Bretagna ha dato il via libera al piano vaccinazioni con terza dose per i più vulnerabili. La Sanità pubblica inglese ha deciso infatti di offrire una dose aggiuntiva del vaccino alle persone immunocompromesse in seguito ai dati che hanno mostrato che il 40% di questi soggetti ha sviluppato livelli troppo bassi di anticorpi dopo le due dosi di vaccino.

Al momento hanno ricevuto l’ok per la terza dose i vaccino a mRNA Pfizer e Moderna, mentre per AstraZeneca si attendono ulteriori dati su efficacia e sicurezza.

Ecco cosa sappiamo ad oggi e cosa dicono gli studi.

Terza dose vaccino in Italia: a chi tocca prima

Dovranno riceverla prima i fragili, gli anziani e poi tutti gli altri? Alla domanda il ministro Speranza ha risposto dicendo che è una valutazione da fare. “Probabilmente bisognerà partire da coloro che hanno maggiore fragilità, penso a chi ha maggiori problemi di salute e a chi è stato vaccinato prima. Valuteremo se estendere a persone più giovani, è una valutazione che deve essere compiuta”.

Sul tema è intervenuto anche il prof. Walter Ricciardi, ordinario di Igiene alla Cattolica, direttore del Dipartimento Scienze della Salute al Gemelli e consulente scientifico del ministro della Salute. Ricciardi ha aggiunto che gli anziani e le persone fragili vaccinate a gennaio e febbraio “stanno esaurendo la loro protezione contro il virus, e quindi occorre cominciare proprio da loro”. Secondo Ricciardi le prime persone a dover ricevere la terza dose del vaccino Covid saranno:

  • pazienti delle Rsa
  • ultraottantenni
  • persone con fragilità e problemi di salute

Senza dimenticare i medici e gli operatori sanitari, vaccinati a gennaio-febbraio dello scorso anno, per i quali vale lo stesso discorso.


Quando la terza dose in Italia?

Al momento non c’è una data. Se riceverà l’ok da parte delle autorità sanitarie, in Italia si partirà con la nuova tranche di campagna vaccinale e le terze dosi dall’autunno, quindi entro la fine dell’anno.

Serve davvero una terza dose?

Alcuni studi condotti in diversi Paesi suggeriscono che una terza dose possa migliorare significativamente l’immunogenicità del vaccino nei pazienti più fragili e immunocompromessi.

L’EMA (European Medicines Agency) afferma che al momento è troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una dose di richiamo per i vaccini COVID-19, perché non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne di vaccinazione e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione dai vaccini, considerando anche la diffusione di varianti.

Tuttavia, nel caso in cui possano essere necessarie dosi di richiamo, l’EMA e l’ECDC stanno già collaborando tra loro e con i gruppi consultivi tecnici nazionali che forniscono consulenza sui programmi di vaccinazione. 

L’EMA sta anche collaborando con gli sviluppatori di vaccini per coordinare la presentazione di questi dati. Ciò dovrebbe garantire che le misure regolamentari per consentire la possibilità di utilizzare una dose di richiamo possano essere intraprese il prima possibile qualora si rivelasse necessario.

Gli studi

Uno studio francese su 101 pazienti trapiantati pubblicato sul New England Journal of Medicine ha rilevato che una terza dose del vaccino ne potenzia l’efficacia, abbattendo il rischio di contrarre la malattia. Una ricerca della Johns Hopkins University su 30 trapiantati ha evidenziato che i pazienti senza anticorpi o con bassi livelli di anticorpi dopo due dosi hanno aumentato i livelli dopo la terza dose. Anche se i risultati sono incoraggianti, i ricercatori precisano che servono ulteriori studi a conferma dell’efficacia della terza dose.

Secondo uno studio preliminare dell’Università di Oxford una terza dose del vaccino somministrata da 44 a 45 settimane dopo la seconda può potenziare la risposta immunitaria contro il virus, comprese le varianti, e che il rischio di effetti collaterali è molto inferiore rispetto alla prima.

Per la ricerca sono stati testati 75 partecipanti che hanno ricevuto le due prime dosi con un intervallo di 8-16 settimane. Dai test è emerso che i livelli di anticorpi 28 giorni dopo la terza dose erano significativamente più alti rispetto allo stesso periodo dopo la seconda dose. La priorità sarà data alle persone più esposte al rischio di infettarsi o di sviluppare forme gravi. Quindi: over 70, operatori sanitari e di assistenza sociale, pazienti immunodepressi.

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