Fintech: cos’è la Sandbox e perché è importante

Giulia Adonopoulos

16/07/2019

Anche il fintech italiano ha la sua sandbox, strumento utile sia alle startup che agli investitori. Ecco cos’è e perché è importante per il settore dell’innovazione.

Fintech: cos’è la Sandbox e perché è importante

Mentre il fintech attira sempre più investimenti a livello globale, le questioni normative continuano a essere uno dei temi più caldi all’interno del settore, specie in Europa dove sono state introdotte GDPR (regolamento generale sulla protezione dei dati), PSD2 (nuova direttiva sui servizi di pagamento) e sandbox per le startup fintech.

Iniziative che creano interessanti opportunità per il settore dei servizi finanziari, che può mettere in campo nuovi modelli di business rivoluzionari. Le nuove regole sono state introdotte, infatti, per garantire un equilibrio tra il mantenimento della stabilità nel mercato e la protezione dei clienti, fornendo allo stesso tempo un margine sufficientemente ampio per far sì che le imprese siano innovatrici.

Cos’è la sandbox del Fintech

La sandbox, il cui nome deriva dal recinto di sabbia in cui i bambini possono costruire castelli e giocare con la fantasia in un ambiente sicuro e controllato, può essere definita come un quadro di norme istituito da un regolatore del settore finanziario per consentire test su piccola scala e in tempo reale su innovazioni da parte di imprese private che operano in un ambiente vigilato e supervisionato. 


Quando un’industria si evolve rapidamente, comprese le aziende e le tecnologie al suo interno, non è sempre chiaro se e in che misura debbano essere applicate le regolamentazioni. Una sandbox normativa è quindi un ambiente strutturato e controllato all’interno del quale le normative possono essere formulate a un ritmo abbastanza veloce ma in cui le aziende hanno il tempo di sviluppare nuove innovazioni.

Le aree interessate dalla sandbox del fintech possono essere i sistemi di pagamento, la tracciabilità del denaro fisico e digitale, i database dei clienti, le procedure di verifica dell’identità e la registrazione delle transizioni.

Perché è utile una sandbox per il fintech

La sandbox nel fintech ha lo scopo di regolamentarne la rapida crescita senza affogare le aziende al suo interno in un oceano di regole troppo ferree, mantenendo l’occhio sempre vigile sulla sicurezza dei clienti.

Un altro obiettivo è quello di attirare l’attenzione di banche, fondi di private equity e venture capital nella speranza di assicurarsi investimenti. L’incertezza normativa infatti scoraggia gli investimenti, ma allo stesso tempo gli investitori sono riluttanti a operare in un mercato sovraregolamentato, che può ostacolare l’innovazione e il tasso di crescita di un’azienda.

Come funziona la sandbox in Italia

Anche in Italia, dopo il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, ha preso forma la sandbox del Fintech, istituita all’interno del Decreto Crescita diventato legge lo scorso 13 giugno.

In verità di una regulatory sandbox nel nostro Paese si parla da tempo. Nel report Fintech in Italia 2017 di Banca d’Italia viene descritta come uno “strumento che permette alle imprese fintech, vigilate e non, di godere di deroghe normative transitorie, sperimentando su scala ridotta e per un periodo limitato tecnologia e servizi”. L’argomento è stato poi affrontato da Consob in uno dei suoi quaderni datato marzo 2018 in cui la sandbox viene inserita nella triade di “facilitatori d’innovazione” utilizzati dalle Autorità di Vigilanza a livello globale (innovation hub, acceleratori e sandbox).

Come leggiamo nel testo del Decreto, la sandbox italiana consiste in “una sperimentazione relativa alle attività di tecnofinanza volta al perseguimento, mediante nuove tecnologie quali l’intelligenza artificiale e i registri distribuiti, dell’innovazione di servizi e di prodotti nei settori finanziario, creditizio, assicurativo e dei mercati regolamentati”.

Il Decreto stabilisce che la sperimentazione dovrà avere una durata non superiore a 18 mesi e che, attraverso i regolamenti attuativi, dovranno essere stabiliti requisiti patrimoniali e adempimenti semplificati e proporzionati alle attività che si intende svolgere.

L’istituzione della Sandbox prevede anche la creazione di un Comitato Fintech con il compito di definire le linee strategiche del fintech italiano e che le traduca in proposte di legge facilitando i rapporti tra gli operatori del settore e le autorità. Il ruolo del Comitato Fintech sarà cruciale per il successo della sandbox poiché contribuirà in maniera attiva a far crescere il settore e spingere l’acceleratore sull’innovazione in Italia.

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