Recovery Fund a rischio, l’allarme del governo Conte

Riccardo Lozzi

29 Settembre 2020 - 10:47

Il ministro degli Affari Europei Amendola lancia l’allarme sul Recovery Fund, a rischio per la contrapposizione tra i Paesi frugali e Visegrad.

Recovery Fund a rischio, l’allarme del governo Conte

Dopo che le lunghe giornate di trattative della scorsa estate sembravano aver stabilito un accordo definitivo tra gli Stati membri dell’Unione Europea, il Recovery Fund è nuovamente a rischio.

A lanciare l’allarme è Enzo Amendola, ministro degli Affari Europei del governo Conte, il quale in un’intervista a Repubblica ha rivelato le sue preoccupazioni sull’esito del piano di aiuti.

Recovery Fund a rischio, allarme del governo

A mettere in pericolo i 209 miliardi di euro previsti per l’Italia non è la contrapposizione tra i Paesi mediterranei e i cosiddetti frugali, bensì tra questi ultimi e il blocco di Visegrad, con Ungheria e Polonia in testa.

Olanda, Austria, Danimarca e Svezia, infatti, vorrebbero bloccare l’accesso ai fondi a chi non rispetta lo Stato di diritto, come Budapest e Varsavia. Questi, a loro volta, potrebbero apporre il loro diritto di veto bloccando il Recovery Fund anche alle altre nazioni.

Insomma, si potrebbe arrivare presto a un nuovo stallo di veti incrociati, che potrebbe mandare in fumo i miliardi che la Commissione Europea aveva stanziato per la ripresa in seguito alla crisi economica da coronavirus.

La proposta Merkel bocciata dal Parlamento europeo

Fortunatamente c’è ancora tempo prima che ciò si realizzi effettivamente. A gestire i negoziati è Angela Merkel, presidente del Consiglio dell’Unione Europea per un semestre, a partire dallo scorso 1° luglio.

La prima proposta avanzata dalla cancelliera è stata però bocciata dal Parlamento europeo, poiché giudicata ancora troppo a favore di Orban, Duda e gli altri capi di governo che non rispettano le garanzie dello Stato di diritto.

Il presidente ungherese si è quindi detto pronto a bloccare tutte le misure che servono alle istituzioni per reperire risorse proprie da mettere a disposizione dei Paesi con il Recovery Fund, come digital tax, carbon tax e tobin tax.

In questo caso si aprirebbero due scenari che metterebbero a rischio la ripresa economica dell’Italia e del continente.

Quello più soft vedrebbe posticipata l’erogazione dei fondi approvati, mentre la prospettiva peggiore sarebbe quella di poter contare su una quantità inferiore di denari e dover rimettere mano alle trattative delle quote tra i membri dell’UE.

Braccio di ferro tra Consiglio e Parlamento

Ci si potrebbe trovare presto in una situazione di stallo se non si sbloccasse quanto prima il braccio di ferro tra Consiglio e Parlamento europeo, il quale ha il potere di non approvare il bilancio comunitario 2021-2027.

Gli europarlamentari hanno rigettato la proposta arrivata dalla cancelliera tedesca con un duro comunicato. In questo si legge che in un negoziato devono essere tutte le parti coinvolte a spostarsi dalla propria posizione, cosa che, a detta loro, il Consiglio non sta facendo.

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