L’inflazione USA mette ko l’Asia: che succede oggi nei mercati?

Violetta Silvestri

13/05/2021

Mercati asiatici in rosso e verso i minimi: lo spettro inflazione si è abbattuto sugli asset di rischio, affondando gli indici dell’Asia. Con il balzo dei prezzi al consumo USA, quali timori nelle Borse?

L’inflazione USA mette ko l’Asia: che succede oggi nei mercati?

L’impennata dell’inflazione USA - attesa e temuta - è arrivata: i mercati asiatici sono crollati nel timore che la Fed possa inasprire al più presto i sostegni all’economia.

In una settimana piuttosto debole e nervosa per gli asset di rischio, il balzo dei prezzi al consumo statunitensi, il più alto da oltre 12 anni, ha colpito gli indici azionari. Già fiaccati dal timore della pandemia in Giappone e dal tonfo record di ieri a Taiwan, i mercati dell’Asia sono affondati.

Che succede oggi nelle Borse?

Asia in profondo rosso dopo l’inflazione USA

Le azioni asiatiche si sono indebolite e scambiano al ribasso dopo che un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti ha fatto precipitare l’S&P 500 e ha spinto al rialzo i rendimenti obbligazionari.

C’è preoccupazione e si teme che le pressioni sui prezzi possano soffocare la ripresa economica.

Nel dettaglio, alle ore 8.00 italiane, il Nikkei giapponese affonda del 2,52% e gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai perdono rispettivamente l’1,03% e l’1,14%.

A pesare sul Giappone c’è anche l’allarme lanciato dalla BoJ sull’aumento dei contagi nazionali e l’impatto che avrà per la ripresa economica.

Il Kospi della Corea del Sud è in calo dell’1,48% e ad Hong Kong le azioni diminuiscono dell’1,47%. Anche Taiwan scambia in rosso (-1,46%), dopo una pessima performance nella giornata di mercoledì 12 maggio.

Gli investitori e gli analisti restano concentrati sull’andamento inflazionistico e sulle mosse della Federal Reserve, che continua a calmare gli animi e a mantenere toni dovish.

Alan Ruskin, stratega di Deutsche Bank, ha commentato su Reuters:

“L’aumento dell’inflazione è decisamente negativo per le azioni, vista la probabile risposta dei tassi. Più i guadagni del PIL nominale sono dominati da un’inflazione più alta, in particolare da quella salariale, maggiore è la possibile compressione dei margini di profitto. Si gioca su un orientamento azionario più instabile e meno rialzista”

La notte è stata nera a Wall Street. L’S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno entrambi perso oltre il 2% in un terzo giorno consecutivo di ribassi, con il settore energetico tra i pochi a guadagnare, poiché i prezzi delle materie prime hanno continuato a crescere.

La Fed minimizza: non è ora del tapering

Il vicepresidente della Fed Richard Clarida si è detto sorpreso dal salto dei prezzi al consumo, ma ha ribadito che tale impennata è da intendersi transitoria.

Anche Bostic, membro del board, ha sottolineato che occorrerà osservare ancora l’inflazione prima di stabilire se sia pericolosa.

Questo è il ragionamento che la banca centrale USA continua a ripetere, sostenendo la tesi che non è affatto arrivato il momento di allentare la politica di ampio sostegno.

Tali esternazioni dalla Federal Reserve hanno spinto i future di Wall Street al rialzo stamane.

“Probabilmente ci vorrà un rapporto sull’occupazione di maggio molto forte, con notevoli revisioni al rialzo a marzo e in particolare ad aprile, per indurre la Fed ad avviare una discussione sul tapering alla riunione di giugno”, ha commentato JP Morgan.

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