L’identikit del nuovo manager: come cambia in tempo di crisi? Ecco 3 doti necessarie

Valentina Pennacchio

16/05/2013

18/03/2014 - 20:29

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L’identikit del nuovo manager: come cambia in tempo di crisi? Ecco 3 doti necessarie

The New European Executive: è questo lo studio condotto da Korn/Ferry International, leader mondiale nel settore dell’executive search e del talent management. Cosa mette in luce? L’identikit del nuovo manager: come cambia in tempo di crisi?

Maurizia Villa, Managing Director di Korn/Ferry Italia, ha così commentato l’indagine:

“I manager europei oggi devono affrontare una serie di nuove sfide frutto dell’incertezza che stiamo vivendo in Europa e a livello globale. In un panorama così imprevedibile, per avere successo occorrono stili di leadership e competenze nettamente diverse da quelle che hanno caratterizzato gli anni in cui l’economia era più stabile. Il nuovo manager europeo deve essere elastico per poter gestire le fasi di rottura, ma anche flessibile per adattare le proprie strategie in situazioni in rapida evoluzione. Le aziende oggi hanno realizzato che selezionare, ingaggiare, promuovere e trattenere dirigenti con queste rare qualità non è semplicemente un lusso ma sta diventando sempre più una questione di sopravvivenza”.

I nuovi manager europei

Gli effetti negativi della crisi hanno avuto un impatto anche sui manager europei, le cui caratteristiche cambiano, devono cambiare, a seconda delle nuove necessità.

L’approccio del nuovo manager non è più caratterizzato da competitività, potere e influenza, bensì dall’apertura a nuovi modi di fare business, dalla discussione intellettuale, dall’esperienza e dalla competenza, maturata soprattutto in contesti stimolanti di sfida e tensione emotiva.

Il leader ideale è quello visionario, quello che, nonostante l’esperienza e la competenza, si mostra flessibile rispetto ai cambiamenti in atto, nonché strategico e coraggioso.

Le 3 doti necessarie

Il nuovo manager non può che avere 3 doti indispensabili:

  • gestire l’ambiguità, ovvero la capacità di saper gestire l’incognita in un’era in cui è difficile fare previsioni, anche di breve termine, sull’andamento dei mercati e dell’economia;
  • gestione di visione e di obiettivo, cioè la capacità di individuare un elemento che potrebbe rivelarsi vincente in futuro e comunicarlo agli stakeholders;
  • coraggio manageriale relativamente alla necessità di agire in tempi ristretti e con informazioni limitate in modo audace e tempestivo.

L’evoluzione del manager

Nella tabella sottostante viene messo in luce il cambio delle competenze nella leadership dalla fase pre-crisi (2007-2008) a quella di profonda crisi (2012).

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