Il BNPL crea lavoro: il caso Klarna

Dario Colombo

12/05/2022

La fintech svedese presenta la nuova sede milanese e stringe i rapporti con la città, che promette tanto. Casaleggio conferma: Milano è un faro per il fintech e le startup

Il BNPL crea lavoro: il caso Klarna

Via S.Marco 21, Milano. Qui una volta c’era il portone da cui nel secolo scorso usciva il Corriere della Sera, e dove i nottambuli andavano a prendere le copie fresche di stampa, da leggere mentre la città era ancora al primo sonno.

Ora c’è WeWork, spazio di lavoro dove si è insediata Klarna, la fintech svedese, affidata in Italia nel 2020 a Francesco Passone, che nel frattempo è diventato Head of southern Europe (cioè Italia, Spagna e Portogallo) e che dall’apertura.,nel giro di due anni, è passata da 7 a quasi 200 persone.

La presenza di Klarna a Milano vuol dire tre cose: un hub tecnologico per lo sviluppo dei prodotti, un’area per fare test di consulenza con gli esercenti e soprattutto tanto BNPL, Buy Now Pay Later. Quindi vuol dire pagamenti digitali ed e-commerce in rampa di lancio definitiva.

Davide Casaleggio Davide Casaleggio

La conferma viene da Davide Casaleggio, che ha presentato l’analisi dell’impatto di Klarna (che nel mondo ha 147 milioni di utenti e oltre 400mila merchant) in fatto di innovazione e occupazione in Italia, frutto di un’indagine su 1.007 cittadini.

Punto di partenza dello studio di Casaleggio Associati è la considerazione che l’e-commerce è centrale per l’economia italiana: “l’unico settore cresciuto a doppia cifra negli ultimi 15 anni, nello scorso anno è cresciuto del 33%, arrivando a 64 miliardi di fatturato nel 2021”, ha detto Davide Casaleggio.

Perché con il BNPL si diventa competitivi

Un trend che deve aprirsi anche alle esportazioni.
I sistemi di pagamento digitale infatti, secondo Casaleggio sono la chiave per andare all’estero.

Proprio il BNPL è un elemento dominante in Svezia, dove il 50% dei clienti ne fa uso, mentre in Italia attualmente riguarda solamente il 10% della popolazione dell’e-commerce.

Con il BNPL, ha osservato Casaleggio, lo scontrino medio aumenta, fa lo stesso anche il tasso di conversione di una ricerca di prodotto in un acquisto e aumenta anche la frequenza di acquisto da parte del cliente durante l’anno.

Mettendo insieme i tre fattori calcoliamo che l’impatto positivo che gli operatori italiani hanno dall’applicare il BNPL equivale a un aumento di oltre il 16% del fatturato”, ha detto Casaleggio.

Il principale limite all’espansione dell’e-commerce è dato dal fatto che il cliente deve pagare in anticipo, condizione più limitante del non potere toccare la merce: il 47% dei clienti acquista da chi offre pagamento posticipato.

Quasi pariteticamente il 48% dei merchant dichiara di voler investire sull’ampliamento dei sistemi di pagamento.

Margine per crescere, quindi, ce n’è, dato che oggi gli acquisti di e-commerce che vengono pagati tramite BNPL costituiscono solamente il 3% degli incassi dei merchant italiani.

Klarna, che ovviamente non è l’unica società a praticare il BNPL in Italia (ricordiamo fra gli altri Oney, PayPal, ClearPay, ScalaPay, PrestaShop) nell’ultimo periodo sta adottando ogni mese 100mila consumatori in più e ora raggiunge oltre un milione di clienti.

Klarna Totem di feedback nella sede di Milano Klarna Totem di feedback nella sede di Milano

BNPL più e-commerce, uguale lavoro

La seconda parte dell’indagine di Casaleggio riguarda il ruolo che una società fintech come Klarna può svolgere nel tessuto economico e sociale in cui si trova a operare, ossia il tema occupazionale.

Potrebbe sembrare un’ovvietà affermare che chi aumenta il fatturato assume anche persone, ma non è proprio così scontato.

Le aziende globali dell’e-commerce lo stanno facendo, ha detto Casaleggio: per esempio negli Usa (secondo il Progressive Policy Institute di Washington) in 10 anni ci sono state 397mila assunzioni nell’online, contro 76mila posti persi nel retail fisico.

Gli operatori italiani di e-commerce sanno che devono investire in tecnologie e in nuove forme: si registrano 16mila nuovi assunti in Italia nel 2021.

La questione occupazionale - ha osservato Casaleggio - è legata a quanto crediamo nella trasformazione tecnologica vera, ossia senza per questo dover esportare posti di lavoro dal fisico italiano al digitale straniero”.

Una stima di Casaleggio dice che con la sua strategia di espansione del BNPL, Klarna in Italia può arrivare creare 5mila posti di lavoro nell’indotto.

Questo anche perché Milano è centro di competenze per innovazione e fintech: è prima in Italia per densità di startup, ma ancora dodicesima per attrattività verso i nomadi digitali.

Al pari delle altre fintech e delle startup, Klarna, che a Milano ha uno dei quattro tech hub europei, deve poter sfruttare il fatto di essere in una città che è nel network mondiale di serie A per l’innovazione.

Oggi Milano fa il 10% del Pil nazionale ed è la prima città universitaria in Italia (la 46esima al mondo).

Stop alle fughe

In questo senso il tema della formazione è strettamente connesso a quello della retention.

Come ha detto Casaleggio a Money.it, «da milanese», la città non deve solamente limitarsi a creare i nuovi professionisti del digitale, ma deve contestualmente creare il terreno perché possano mettere a frutto la loro preparazione.

Sta dimostrando che vuole farlo, ma si tratta di mettere a sistema tutte le iniziative (di lavoro, digitali, immobiliari, di smart city) coordinarle e dare di questo una solida rappresentazione internazionale.

Davide Casaleggio Francesco Passone Alessia Cappello Davide Casaleggio Francesco Passone Alessia Cappello

Quindi che Milano è quella che accoglie realtà come Klarna?

Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo economico e alle Politiche del lavoro del Comune, ha sottolineato come Milano vuole confrontarsi con le città europee che attraggono talenti e anche catalizzare risorse finanziarie.

Milano deve essere “una città che sa accogliere e parlare la lingua internazionale. Innovare vuol dire rompere gli schemi: sull’e-commerce come città dobbiamo ancora cogliere il potenziale. L’amministrazione comunale vuole svilupparlo. Abbiamo firmato due settimane fa il Patto per il lavoro di Milano, per creare sviluppo economico e occupazione, dal lavoro legalmente sicuro alle tutele, all’inserimento e reinserimento, alle opportunità”.

E quanto alle startup? “C’è un tema di attrazione, dobbiamo sviluppare il discorso con gli incubatori. Candidiamoci a fase come ha fatto Parigi con il campus Station F. La logistica sarà la nostra sfida, come impatti su tempi e spazi della città”.

Fintech, un motore di crescita

Francesco Passone, head of southern europe di Klarna ha confermato di voler partecipare attivamente al programma: “Vogliamo integrarci nel sistema, aprendo l’hub di conoscenze alla città. Noi siamo un motore di crescita generale".

Questo generalismo intende sfatare l’idea che il BNPL possa essere appannaggio solamente di grandi brand (Diesel, Geox, Monclair, per citarne tre).

Con il meccanismo definito di automatic onboarding Klarna può integrare piccoli merchant (da 250mila euro all’anno) in 48 ore, svolgendo tutte le pratiche dalla contrattualistica agli aspetti tecnici.

Con anche l’integrazione nell’offerta delle tecnologie provenienti dalla recente acquisizione di Stocard e dal comparison shopping, l’idea di Fassone, è quella di mettere in mano all’utente il customer journey: traffico di ricerca di un prodotto, drive to store per comprarlo e gestione dei metodi di pagamento, ossia ciò che il cliente fa prima della visita in negozio, durante e dopo.

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