Cos’è l’accordo di Parigi? Cosa prevede, Paesi aderenti

Pierandrea Ferrari

21/01/2021

Cos’è l’accordo di Parigi e cosa prevede? Tema sotto i riflettori grazie a Joe Biden che riporta gli Stati Uniti nel trattato.

Cos’è l’accordo di Parigi? Cosa prevede, Paesi aderenti

Si torna a parlare dell’accordo di Parigi: tra gli ordini esecutivi che il quarantaseiesimo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato nel suo primo giorno alla Casa Bianca c’è anche il ritorno immediato degli USA nei ranghi del trattato sul clima concordato dalla comunità internazionale sei anni fa, dopo l’abbandono ordinato dal Repubblicano Trump nel 2019 e ufficializzato nel novembre dello scorso anno.

Ma cos’è e cosa prevede l’accordo di Parigi? Di seguito una spiegazione esaustiva sulle origini, i Paesi firmatari e le ultime novità relative al trattato che punta a raggiungere la neutralità rispetto al clima entro la fine del secolo.

Cos’è l’accordo di Parigi e cosa prevede

L’accordo di Parigi è stato adottato nel dicembre del 2015 in occasione della Conferenza di Parigi sul Clima (COP21): in breve, si tratta del tentativo dei Paesi aderenti di rilanciare la questione ambientale all’interno dell’agenda politica ed economica.

Gli obiettivi sono ambiziosi: tra questi, il contenimento dell’aumento medio della temperatura globale nel lungo termine, entro i 2 C rispetto ai livelli pre-industriali. In tal senso, i Paesi aderenti hanno deciso di riunirsi ogni cinque anni per valutare periodicamente i progressi maturati, con gli Stati più industrializzati che – in conformità con l’impegno vincolante preso in sede negoziale – dovranno sostenere i Paesi meno sviluppati nell’azione tesa a ridurre il volume delle emissioni.

Gli accordi di Parigi, tuttavia, non hanno portato alla messa a punto di un calendario puntale relativo alle tempistiche del processo di decarbonizzazione dell’economia mondiale, sebbene il raggiungimento della neutralità rispetto alla clima entro la fine del secolo costituisca un obiettivo di massima per la comunità internazionale.

Quali sono i Paesi firmatari dell’accordo

L’accordo di Parigi, dopo essere stato stipulato nel dicembre 2015, è entrato in vigore il 4 novembre 2016. Affinché l’accordo fosse ritenuto valido, infatti, era necessaria la ratifica di almeno 55 Paesi che rappresentassero il 55% delle emissioni di gas ed effetto serra.

L’Unione europea ha aderito agli accordi il 21 aprile 2016 (ratifica il 5 ottobre dello stesso anno), con la firma di Sharon Dijksma, allora Presidente del Coniglio europeo, e Maros Sefcovic, ex vicepresidente della Commissione europea.

Gli accordi, nel corso degli anni, hanno accolto in tutto 197 Paesi, inclusi alcuni dei principali inquinatori su scala globale, come Cina, Stati Uniti e India. Mappa alla mano, il trattato ha raccolto un consenso generalizzato, ma si attende ancora la ratifica di alcuni Stati (distribuiti equamente tra i diversi Continenti, fatta eccezione per l’Oceania).

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