Il patrimonio di Bernard Arnault, l’uomo più ricco del mondo e proprietario di Louis Vuitton

Alessandro Cipolla

22/04/2024

La biografia e il patrimonio di Bernard Arnault, l’uomo più ricco al mondo secondo Forbes a capo del colosso LVMH che possiede marchi come Louis Vuitton, Moët & Chandon e Bulgari.

Il patrimonio di Bernard Arnault, l’uomo più ricco del mondo e proprietario di Louis Vuitton

Bernard Arnault è l’uomo più ricco al mondo, con il celebre magnate francese del settore del lusso - in passato accostato anche a un possibile acquisto del Milan - che da tempo primeggia in questa speciale classfica.

Questo è il responso dell’annuale classifica realizzata da Forbes in merito agli uomini più ricchi al mondo: Bernard Arnault per la rivista specializzata americana sarebbe davanti a Elon Musk e al boss di Amazon Jeff Bezos.

Stando alle stime di Forbes, Arnault in questo 2024 potrebbe contare su un patrimonio personale pari a 233 miliardi di dollari, oltre 20 in più rispetto allo scorso anno. Del resto il colosso LVMH di cui è primo azionista e ceo, nel 2023 è riuscito a fatturare qualcosa come 86,2 miliardi di euro.

Ma chi è davvero Bernard Arnault e come ha fatto a diventare l’uomo più ricco al mondo? Diamo uno sguardo alla biografia e alla vita privata del magnate francese.

Il più ricco tra i ricchi: Arnault batte Musk e Bezos

Bernard Arnault è l’uomo più ricco al mondo secondo Forbes. Il proprietario di aziende del lusso come Louis Vuitton e Moet & Chandon tramite la holding LVMH vanterebbe al momento un patrimonio di 233 miliardi di dollari.

Nonostante la pandemia il suo conto in banca è lievitato negli ultimi anni se pensiamo che nel 2021 la rivista gli attestava un patrimonio pari a 150 miliardi.

Nella speciale classifica delle persone più ricche al mondo stilata dalla rivista americana, Bernard Arnault precede niente di meno che Elon Musk (195 miliardi) e Jeff Bezos (194 miliardi).

Il patrimonio di Bernard Arnault, CEO di LVMH

Il patrimonio di Bernard Arnault ha registrato un boost da record negli ultimi anni grazie al rialzo delle azioni LVMH: l’aumento in Borsa, si stima abbia fatto guadagnare ad Arnault anche 600 milioni di dollari in un solo giorno.

La pandemia di conseguenza non sembrerebbe aver scalfito il suo business: se LVMH nel 2019 ha fatto registrare un fatturato di 53,7 miliardi di euro, nel 2021 le entrate del gruppo sono cresciute fino a 64,2 miliardi per poi assestarsi nel 2022 a 56,5 miliardi.

L’ultimo bilancio di LVMH invece è stato da record: nel 2023 il colosso del lusso ha fatto registrare un fatturato pari a 86,2 miliardi di euro per un utile netto di 22,8 miliardi di euro.

Ma come ha fatto a creare questo autentico impero? Nel 1971 inizia a lavorare come ingegnere nell’azienda familiare specializzata in costruzioni, la Ferret-Savinel. Bernard convince il padre a vendere l’attività al fine di riconvertirla in una società di promozione immobiliare, la Férinel, impegnandosi così nel business degli appartamenti turistici e mostrando fin da ragazzo grande perspicacia e spirito di iniziativa.

Nel 1978 Bernard succede al padre nella direzione di Férinel divenendone Presidente, ma la sua scalata viene arrestata quando i socialisti francesi vanno al governo nel 1981 con Mitterand. Ciò costringe Arnault e la sua famiglia a trasferirsi negli Stati Uniti.

Anche oltreoceano Bernard riesce a mantenere e far crescere il suo capitale: costruisce condomini a Palm Beach, in Florida, fino a creare una filiale statunitense della sua società. Dopo soli due anni, nel 1983, appena i socialisti francesi passano a una politica più conservatrice, Arnault decide di rimpatriare nella sua amata Francia.

Come detto, l’ascesa di Arnault è molto legata alla sua nazione. Infatti, tornato in terra francese, Bernard riesce ad acquisire Boussac Saint-Frères, compagnia tessile che era andata in bancarotta e fonte di vivi scontri politici.

Per il possesso del gruppo, Arnault investe 15 milioni di dollari e mette a rischio gran parte del patrimonio accumulato negli anni. È grazie a questa operazione che incontra Antoine Bernheim, colui che gli sarà mentore insegnandogli lo spregiudicato sistema delle holding.

Bernheim riesce a far ottenere i restanti 80 milioni di dollari necessari per possedere il gruppo Boussac. Una volta in possesso del gruppo in dissesto Arnault comincia lo scorporo di ogni attività. Non salva quasi niente, attirandosi dietro molte proteste e malcontento, e dovendo rimborsare dietro ingiunzione della Commissione di Bruxelles una parte dei 51,5 milioni di euro di cui aveva beneficiato.

Ma questi intoppi non fermano Bernard Arnault: l’imprenditore ha solo un obiettivo, possedere il marchio Christian Dior. Astuto e determinato quale è, vi riesce nel 1985 divenendo amministratore delegato del marchio simbolo del lusso e della moda.

Da quel momento la sua è una strada in ascesa continua. Forte di una grande liquidità, di un intuitivo senso degli affari ed educato da Bernheim al sistema delle holding, con cui riesce a controllare aziende senza in realtà esserne a capo, diventa famoso per i suoi raid in borsa con cui si accaparra brand, manager migliori e che gli permette di fare la differenza nei contrasti tra azionisti.

Nel 1988 il magnate francese assume il controllo di LVMH (Louis Vuitton Moët Hennesy), divenendone primo azionista, e l’anno dopo azionista maggioritario per poi essere eletto Presidente e Ceo.

Arnault ha il merito di aver creduto e realizzato con LVMH un gigantesco gruppo del lusso per diversi segmenti: le maison di pelletteria e abiti, ricondotte sotto Louis Vuitton, lo champagne Moët & Chandon, ed il cognac Hennesy.

La scalata con LVMH, continua durante tutti gli anni ‘90 e negli anni duemila per rafforzare la posizione del gruppo con acquisizioni aziendali dapprima con i profumi Guerlain (1994), prosegue e non si arresta assorbendo Loewe (1996), Marc Jacobs (1997), Sephora (1997) e Thomas Pink (1999).

LVMH raccoglie sotto di sé più di una sessantina di brand: il già citato Moët & Chandon, Dom Perignon, Veuve Clicquot, Ruinart, Krug, i whisky Ardbeg e Glenmorangie, la vodka Belvedere, così come i brand italiani Emilio Pucci, Bulgari, Fendi, Loro Piana e Cova.

Chi è Bernard Arnault: la bio del paperone francese

Bernard Arnault nasce il 5 marzo del 1949 a Roubaix, in Francia, dove frequenta il liceo locale per proseguire poi i suoi studi all’Ecole Polytechnique.

Arnault si è sposato due volte. Dal 1973 al 1990 è stato legato ad Anne Dewavrin, madre di due dei suoi cinque figli: Delphine e Antoine. Nel 1991 sposa Hélène Mercier-Arnault, l’attuale moglie, eccellente pianista con cui ha avuto Rimowa, Frédéric e Jean. Ai figli sta insegnando il proprio mestiere inserendoli nel controllo del gruppo per passargli poi un giorno l’intera successione.

Nel tempo ha saputo diventare amico di politici francesi e non, a partire da Sarkozy, di cui è stato testimone di nozze, fino a Tony Blair, ex primo ministro inglese.
È stato nominato Grand Officier della Legion d’Onore per i servizi resi alla nazione francese.

Arnault è Comandante dell’Ordine delle Arti e delle Lettere, essendo un grande e importante collezionista d’arte. Nel 2006 ha dato vita a una delle fondazioni d’arte più importanti del momento: la Fondazione Louis Vuitton, che nel 2014 durante ha ottenuto il riconoscimento di museo.

Numerose anche le donazioni al mondo dell’arte e gli impegni filantropici per Save the Children, la Fondazione per gli ospedali di Parigi e la Fondazione Principessa Grace di Monaco.

Durante l’emergenza coronavirus, ha fatto convertire tre sue fabbriche di profumi per produrre disinfettante per le mani, che è stato poi distribuito gratuitamente al sistema sanitario.

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