Brexit, c’è l’accordo con Ue: vola la sterlina

C. G.

19 Marzo 2018 - 16:10

L’accordo sulla Brexit e sulla fase di transizione è stato trovato: la comunicazione ha avuto un impatto immediato sulla sterlina. Il punto della situazione.

Brexit, c’è l’accordo con Ue: vola la sterlina

L’accordo sulla Brexit è stato trovato e la sterlina non ha potuto fare altro che risentirne.

Ad annunciare il raggiungimento dell’intesa di massima sul periodo di transizione sono stati il capo negoziatore europeo Michel Barnier e il suo collega britannico David Davis, in occasione di una conferenza stampa tenutasi in mattinata.

Come accennato in precedenza, la la sterlina inglese ha immediatamente reagito all’ufficiale bozza di accordo sulla Brexit ed è tornata a guadagnare terreno, sia contro il dollaro statunitense che contro l’euro. A poco o nulla è valso il monito delle parti in causa a guardare alla lunga strada ancora da percorrere: l’entusiasmo è stato tangibile.

Sterlina vola: cosa prevede l’accordo sulla Brexit

Stando a quanto annunciato in mattinata da Ue e Regno Unito, un compromesso di massima sul periodo di transizione è stato trovato sia sui diritti dei cittadini, sia sul conto da pagare per l’uscita del Paese dal blocco. Nessuna novità, invece, per quel che riguarda l’Irlanda.

1. I diritti dei cittadini
L’accordo sulla Brexit ha confermato tutti i diritti dei cittadini giunti nel Paese prima dell’uscita. Saranno altresì tutelati i diritti di tutti coloro che si registreranno nel Regno Unito nel periodo compreso tra la Brexit (30 marzo 2019) e la fine del periodo di transizione (31 dicembre 2020). Una vera e propria conquista per l’Unione europea, a fronte di un Regno Unito da sempre intenzionato a garantire i diritti ai soli residenti entro la data della Brexit.

2. Gli accordi commerciali
Ancora secondo l’accordo che ha fatto oggi volare la sterlina, Londra potrà stringere accordi commerciali con Paesi terzi durante la fase transitoria; gli stessi, però, non potranno entrare in vigore almeno fino al termine del periodo di transizione.

3. La nuova posizione di Londra e il nodo Irlanda
Ancora da marzo 2019 a dicembre 2020, il Regno Unito dovrà garantire l’osservanza degli obblighi Ue ma non potrà più godere di potere decisionale e perderà così voce in capitolo. Gli sarà comunque conferita la possibilità di tirarsi fuori dalle decisioni di politica estera e potrà essere interpellato in casi delicati come quelli inerenti l’immigrazione.

Nessun passo avanti è stato comunque compiuto sul fronte Irlanda, tanto che all’euforia iniziale hanno fatto seguito i gelidi commenti di Michel Barnier:

“finché non avremo un accordo su tutto, non ci sarà accordo su nulla.”

La reazione della sterlina

La sterlina, dal canto suo, ha totalmente ignorato le citate dichiarazioni ed ha continuato dritta per la sua strada. Contro la moneta unica il pound ha guadagnato lo 0,62%, permettendo al cambio EURGBP di scivolare su quota 0,8764. I guadagni più imponenti, però, sono stati quelli registrati dalla sterlina contro il dollaro statunitense: il tasso di cambio GBPUSD è schizzato di un ottimo 0,77% e si è velocemente riportato su quota 1,405.

Clicca qui per il testo ufficiale della bozza sull’accordo Brexit

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