Bike Economy: l’industria della bicicletta vale 500 miliardi l’anno in Europa

Luca Secondino

17 Gennaio 2018 - 17:54

La bicicletta è una risorsa per mobilità e ambiente, quindi anche per l’economia del Paese. Un’occasione che l’Italia deve cogliere.

Bike Economy: l’industria della bicicletta vale 500 miliardi l’anno in Europa

La bicicletta è al centro non solo della mobilità sostenibile, ma anche dell’economia sostenibile: come mezzo è sempre stato storicamente diffuso ovunque, ma negli ultimi anni è stato rivalutato e riscoperto alla luce delle tematiche ecologiche, poiché potenzia gli spostamenti cittadini senza creare traffico né smog, agevola la salute di chi lo utilizza e fa girare l’economia.

In tutta Europa, le bici hanno stimolato diversi settori: dall’ambiente all’industria, dalla salute alla tecnologia e persino alla moda, per un giro d’affari totale di più di 500 miliardi di euro.

Sulle occasioni di sviluppo che la bicicletta può offrire al nostro Paese, si è discusso al Bike Economy Forum organizzato da Gianluca Santilli.

Cos’è la Bike Economy?

Sotto questa dicitura sono racchiusi tutti i settori in cui la bici può essere una risorsa di crescita. Per primo quello industriale, non solo per la produzione di biciclette e componentistica, ma anche per la costruzione di strutture adeguate, come piste ciclabili e ciclovie.

Di conseguenza, sui territori attrezzati in favore delle biciclette è possibile creare eventi e iniziative che stimolino il turismo, altra importante risorsa per l’economia. Ogni aspetto della mobilità green e della salute si accresce grazie alla diffusione delle biciclette.

Infine, la moda e la tecnologia, si mettono al servizio di chi pedala con accessori utili a monitorare le proprie performance o con indumenti impermeabili e catarifrangenti.

Biciclette in Italia: gap economico e culturale

L’Italia ha ancora difficoltà a cogliere i benefici della Bike Economy a causa di investimenti limitati e una cultura che tende ad escludere la bicicletta dalle grandi città.

Come sottolineato dall’avvocato Gianluca Santilli di Bicitaly, estimatore del ciclismo amatoriale e professionistico, l’Italia ha un potenziale enorme: è il primo produttore di biciclette d’Europa, con decine di migliaia di lavoratori in questo settore e un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, che comprende la produzione, la componentistica e il mondo delle riparazioni.

Cosa manca all’Italia? Investimenti nelle infrastrutture sull’esempio delle grandi città europee come Londra e Parigi. Se mancano strade sicure, e fatte appositamente per i ciclisti, l’uso della bicicletta faticherà a crescere e con esso anche l’economia.

La Legge quadro sulla ciclabilità prevede uno stanziamento di 500 milioni di euro per la costruzione di infrastrutture dedicate: tra le più discusse il GRAB - Grande Raccordo Anulare delle Bici a Roma e Ven-To l’autostrada per le bici che collegherebbe Venezia a Torino.

La Bike Economy è un settore molto giovane che può aprire le porte a molte possibilità di crescita economica, e per questo a febbraio sarà inaugurato l’Osservatorio della Bike Economy dalle associazioni di settore in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, un centro di monitoraggio delle realtà ciclistiche in Italia e della loro crescita sul suolo nazionale in relazione all’economia.

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