Apprendistato senza tutor: le sanzioni per il datore di lavoro

Isabella Policarpio

24/10/2019

24/10/2019 - 09:31

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Ogni apprendista deve avere un tutor designato, lo prevede il contratto di apprendistato. In caso contrario si passa direttamente al contratto indeterminato. Qui i dettagli.

Apprendistato senza tutor: le sanzioni per il datore di lavoro

Chi stipula un contratto di apprendistato dovrà essere affiancato da un tutor competente per tutto il periodo di formazione. Infatti questa particolare tipologia contrattuale prevede che l’azienda prenda in carico la formazione di un giovane per poi passare automaticamente ad un contratto indeterminato.

Il datore di lavoro che non provvedere all’assegnazione del tutor e quindi alla formazione dell’apprendista rischia pesanti sanzioni: in primis la conversione retroattiva del giovane in un contratto indeterminato con la relativa perdita dei vantaggi fiscali.

Facciamo il punto sulla disciplina dell’apprendistato, come funziona e le sanzioni per il datore che non rispetta gli obblighi.

Cos’è il contratto di apprendistato

Prima di analizzare l’ipotesi di cui sopra, vediamo cosa prevede esattamente il contratto di apprendistato. Questa è una forma contrattuale molto particolare in quanto prevede l’inserimento del dipendente a tempo indeterminato ma passando un periodo di formazione obbligatoria. Durante questo periodo, che varia da 6 mesi ai 4 anni, il dipendente si considera un “apprendista”.

Esistono tre tipologie differenti di apprendistato:

  • professionalizzante, per giovani tra i 18 e i 29 anni, per il conseguimento di una qualifica professionale;
  • per la qualifica di diploma professionale, di scuola secondaria e specializzazione tecnica superiore, per ragazzi dai 15 anni ai 25 anni;
  • di alta formazione e ricerca, per giovani tra i 18 e i 29 anni, per il conseguimento di titoli di studio universitari, dottorati di ricerca e studi tecnici.

Questa forma contrattuale è molto vantaggiosa sia per il datore di lavoro perché vi sono notevoli sgravi fiscali, sia per il dipendente, al quale viene assicurata la trasformazione in un contratto a tempo indeterminato alla fine del periodo prestabilito dal contratto.

Di norma il contratto indeterminato scatta automaticamente, tuttavia ci possono essere anche dei casi di licenziamento al termine del rapporto, per tutte le informazioni si rimanda al nostro articolo dedicato.

Contratto di apprendistato: i doveri del datore di lavoro

Il contratto di apprendistato deve essere redatto sempre in forma scritta e deve indicare al suo interno il piano formativo individuale redatto sulla base dei formulari dei contratti collettivi nazionali o dagli enti bilaterali o sulla base di quanto previsto dall’istituzione formativa con il coinvolgimento dell’impresa per quanto riguarda le tipologie di apprendistato diverse da quello professionalizzante.

L’azienda non può assumere un apprendista per svolgere mansioni diverse da quelle per cui è necessario il periodo formativo. Questo significa che il contratto di apprendistato non può essere utilizzato per ricoprire ruoli o posizioni dell’organizzazione dell’azienda ospitante o sostituire i lavoratori assenti per malattia o maternità.

Qui tutti i dettagli sulle diverse tipologie di contratto di apprendistato con i rispettivi limiti per il datore al fine di evitare l’abuso di questa forma contrattuale.

Quali sono i vantaggi per l’azienda?

È importante quindi chiarire quali obblighi deve adempiere il datore di lavoro perché l’azienda che assume un apprendista non usufruisca solo delle numerose agevolazioni. Di seguito riportiamo i vantaggi più evidenti:

  • la contribuzione agevolata pari al 10% della retribuzione;
  • la deducibilità delle spese e dei contributi dalla base imponibile IRAP;
  • il taglio del costo del lavoro degli apprendisti, operato o mediante un sotto inquadramento di 2 livelli oppure una percentuale di esonero retributivo sulla retribuzione ordinaria prevista;
  • per gli apprendistati finalizzati all’acquisizione di titoli e qualificazioni dal sistema educativo, la retribuzione dell’apprendista non contempla più l’orario di formazione esterna mentre la formazione interna viene retribuita al 10%.

Apprendista senza tutor: il contratto si trasforma in un indeterminato

La formazione continua dell’apprendista è il presupposto imprescindibile del contratto di apprendistato, per questo se manca si va a snaturare l’intenzione del legislatore.

Se dopo la firma del contratto l’apprendista dimostra che il datore non l’ha affidato ad un tutor potrà chiedere al giudice del lavoro la conversione del modello contrattuale: da apprendistato ad indeterminato, senza che trascorrano gli anni stabiliti. Inoltre al conversione in un contratto indeterminato è retroattiva, vale a dire che si considera tale fin dall’inizio del periodo di apprendistato, anche se la decisione del giudice arriva molto dopo.

La Cassazione ha stabilito che la conversione non si applica solo se l’azienda dimostra in giudizio che non ha potuto provvedere al tutor per colpa dell’apprendista e non a causa della sua negligenza. Una prova in questo senso potrebbe essere dimostrare che il giovane apprendista non si è presentato ripetutamente e senza un valido motivo ai seminari o alle lezioni di formazione organizzate dall’azienda. Insomma il datore non può essere colpevole se la mancata formazione dipende proprio dall’apprendista.

Altre sanzioni

Date le numerose agevolazioni di cui il datore di lavoro usufruisce stipulando questo tipo di contratto, il legislatore ha imposto delle dure sanzioni per chi non si attenga ai pochi adempimenti a carico dello stesso.

Nel caso in cui l’azienda non rispetti le norme sull’apprendistato va incontro a multe e sanzioni amministrative il cui ammontare riportiamo di seguito:

  • da 100 a 600 euro in caso di primo inadempimento;
  • da 300 a 1.500 euro in caso di recidiva.

Inoltre per la formazione completa dell’apprendista è prevista la frequenza di corsi esterni che lo mettano in condizioni di raggiungere una parte degli obiettivi grazie all’aiuto di strutture formative specializzate. Per questo motivo anche per il datore di lavoro che non adempie a quest’obbligo la normativa prevede delle sanzioni molto severe.

A chi può rivolgersi l’apprendista?

Gli organi di vigilanza che effettuano accertamenti in materia di lavoro e previdenza provvedono all’accertamento delle condizioni sufficienti a richiedere la sanzione; tali organi quindi possono emettere un provvedimento di diffida nei confronti del datore di lavoro per consentire la regolarizzazione delle inosservanze sanabili concretamente.

In questo caso il lavoratore può richiedere la conversione del contratto di apprendistato in un contratto di lavoro a tempo indeterminato se manca fin dal principio del rapporto lavorativo la parte relativa all’attività di formazione; la conversione del contratto ha effetto retroattivo.

La sentenza della Cassazione che si è espressa in materia chiarisce che grava sul datore di lavoro l’onere di prova del mancato adempimento dell’obbligo formativo per cause imputabili al solo apprendista.

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