Mobilità docenti: nuove regole per il 2017/2018

Simone Micocci

30 Settembre 2016 - 12:10

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Mobilità insegnanti: dal 2017/2018 addio alle norme di salvaguardia. Ecco in base a quali regole verranno trasferiti i docenti.

Mobilità docenti: nuove regole per il 2017/2018

Come sarà la mobilità docenti per il 2017/2018?

Le operazioni di mobilità per l’a.s. appena iniziato hanno causato non poche polemiche tra gli insegnanti. Molti di loro sono stati costretti a trasferirsi al Nord per ottenere una cattedra di ruolo, in tanti hanno dovuto abbandonare le loro famiglie.

La mobilità 2016/2017 quindi non sembra sia riuscita per il meglio, come testimoniano le tante cattedre scoperte che persistono dall’inizio dell’anno scolastico. Non sono bastate le dichiarazioni di Renzi a proposito, che ha commentato dicendo “non tutte le ciambelle riescono con il buco”, per placare le lamentele degli insegnanti che a questo punto sono curiosi di sapere come saranno le operazioni di mobilità per l’anno scolastico 2017/2018.

Pino Turi, segretario nazionale di UIL Scuola, ha dichiarato che il suo sindacato chiederà al MIUR di ripristinare la situazione giuridica del personale scolastico trasferito nelle operazioni di mobilità per l’anno prossimo. “L’anno scolastico ormai è partito così e non si tocca”, ha dichiarato Turi, ma con la mobilità 2017/2018 bisognerà restituire “il diritto a chi ce l’ha”. Infatti, nonostante i ricorsi siano già tantissimi, non è la Magistratura che deve gestire questa situazione, ma il Governo. “Vediamo se c’è la volontà politica di ripristinare i diritti delle persone”, ha concluso Turi.

Per scoprirlo bisognerà attendere, ma nel frattempo è bene fare chiarezza su come funzioneranno le operazioni di mobilità per l’anno scolastico 2017/2018.

Mobilità 2017/2018: nuove regole su ambito territoriale e chiamata diretta

Quali saranno le regole della mobilità 2017/2018? Visto quanto successo quest’anno, molti docenti hanno paura che la stessa situazione si venga a ricreare anche il prossimo. Vediamo quali sono le regole che caratterizzeranno le operazioni di mobilità future.

È bene ricordare che nel contratto di mobilità dello scorso 8 aprile 2016 è stato stabilito che “il personale che partecipa alle operazioni di mobilità è assegnato agli ambiti territoriali”. Tuttavia, la maggioranza dei docenti non sono finiti su ambito territoriale poiché hanno beneficiato di alcune norme contrattuali di salvaguardia.

Ad esempio, il comma 2 dell’art 3 del contratto di mobilità, prevede che “il personale immesso in ruolo entro l’anno scolastico 2014/15 aveva titolo a partecipare alla mobilità per acquisire la titolarità in una scuola degli ambiti della provincia di attuale titolarità”. Di conseguenza, i docenti diventati di ruolo entro il 2014 sono stati trasferiti su scuola e non su ambito.

Il comma 4 dello stesso contratto, invece, ha salvaguardato i docenti che hanno chiesto un trasferimento interprovinciale, poiché per loro è stata prevista l’assegnazione di una sede scolastica di titolarità nel primo ambito territoriale richiesto.

Tutti questi commi hanno derogato l’applicazione della legge 107 sulla Buona Scuola, ma probabilmente dal prossimo anno non sarà così. Infatti, dal momento che è quasi impossibile ritardare nuovamente l’attuazione della Buona Scuola, la mobilità per l’anno scolastico 2017/2018 sarà su ambito e con chiamata diretta per tutti i docenti.

Nel dettaglio, i docenti assunti nel 2015/2016 potranno fare domanda di trasferimento volontaria tra ambiti della stessa provincia, anche se legati da un contratto triennale con la scuola dove hanno ottenuto il posto per chiamata diretta (o d’ufficio, ndr). Questi docenti, però, non potranno fare domanda di trasferimento interprovinciale appunto a causa del vincolo triennale previsto per i neoassunti.

Tuttavia, molto dipenderà da un eventuale incontro tra sindacati favorevoli alla mobilità docenti e il MIUR. I tempi però sono troppo stretti e per questo non è detto che si giunga ad un accordo. E ancora una volta a pagare saranno gli insegnanti.

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