L’Italia è un Paese per vecchi e le dichiarazioni di Poletti ne sono la dimostrazione

Chiara Ridolfi

20/12/2016

20/12/2016 - 21:28

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Giuliano Poletti, ministro del Lavoro delle Politiche sociali, è la dimostrazione di come le politiche per l’assunzione di giovani in Italia siano un vero e proprio disastro. Ecco le dichiarazioni del Ministro negli anni.

L’Italia è un Paese per vecchi e le dichiarazioni di Poletti ne sono la dimostrazione

Giuliano Poletti, attuale Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, non è di certo amato dai giovani. In più occasioni non ha infatti lesinato parole di rimprovero per una generazione che fatica a trovare un impiego, ma di certo non per sua colpa.

Poletti ha sempre difeso a spada tratta Garanzia Giovani, programma di stage per gli under 29, un progetto europeo che però in Italia non riesce ad ingranare. In molti casi i giovani lavorano per 6 mesi senza mai vedere soldi (se non i 200€ che vengono versati dall’azienda mensilmente) e devono anche essere grati di essere riusciti ad entrare nel programma.

Il Ministro non la vede però nello stesso modo, dal momento che ha sempre definito il progetto come un vero e proprio successo. Di certo un successo lo è stato, per le aziende che hanno iniziato ad assumere giovani senza dover loro pagare uno stipendio e alla scadenza del tirocinio poter prendere un altro stagista quasi a costo zero.

Il fattore più inquietante di tutta la situazione è inoltre che Poletti ha come delega quella di occuparsi delle Politiche giovanili. Un arduo compito per una persona che commenta la fuga dei cervelli all’estero con queste parole:

Centomila giovani in fuga? Conosco gente che è bene non avere tra i piedi”.

Non bastano però le scuse questa volta, che sono arrivate poco dopo, con cui poi corregge il tiro dicendo mi sono espresso male. Non sono sufficienti questa volta perché sono troppe le occasioni in cui il Ministro ha utilizzato parole poco adatte alla situazione.

Giuliano Poletti: le dichiarazioni fuori luogo del Ministro

Il Ministro Giuliano Poletti non è però nuovo a questo tipo di dichiarazioni, dal momento che in altre occasioni ha espresso il suo pensiero con termini poco appropriati.
Il colloquio tenuto con il giornalisti a Fano è infatti solo la punta dell’iceberg, dato che sono molte le situazioni in cui le parole sono state soppesate male.

Intanto bisogna correggere un’opinione secondo cui quelli che se ne vanno sono sempre i migliori. Se ne vanno 100mila, ce ne sono 60 milioni qui: sarebbe a dire che i 100mila bravi e intelligenti se ne sono andati e quelli che sono rimasti qui sono tutti dei ’pistola’. Permettetemi di contestare questa tesi!

Parole dure quelle del Ministro che non tengono conto di una disoccupazione giovanile alta (36,4% a Ottobre), una piaga che pesa sull’Italia come un macigno. Continua inoltre a difendere a spada tratta il Jobs Act e le politiche ideate per l’assunzione durante il Governo Renzi.

Anche in questo caso però si tratta di semplici palliativi, per cercare di portare avanti la situazione e non vere soluzioni durature. Come si è poi visto infatti non appena vengono meno gli incentivi per le aziende si torna al momento di stallo e riprende la stagnazione del mercato del lavoro.

Ma nell’ultimo periodo Poletti non sembra essere concentratissimo e anche in un’altra occasione sembra fare uno scivolone non indifferente: l’atteggiamento è quello di voler andare presto alle urne, quindi prima del Jobs act.
La frase è stata pronunciata riguardo al referendum sul Jobs Act, che potrebbe tenersi in primavera.

Anche in questo caso l’espressione poco felice è stata subito corretta e il Ministro ha poi definito la dichiarazione come un suo personale scivolone. Parole che però minano in profondità un partito che naviga già in acque poco limpide e che potrebbe ben presto scaricare Poletti.

Giuliano Poletti: le dichiarazioni su Garanzia Giovani

Poletti ha sempre considerato il programma di Garanzia Giovani come un grande successo della sua amministrazione, senza però tener ben presenti i numeri che parlano di una disoccupazione giovanile dilagante.

Sebbene a Ottobre i dati tocchino i minimi dal 2012 sono comunque sempre troppo alti, dal momento che l’Italia ha un tasso di disoccupazione giovanile del 36,4%, uno dei peggiori del vecchio continente.
Ed è proprio questo che spinge i ragazzi laureati e non a lasciare il loro Paese e a svolgere mansioni anche inferiori al loro titolo di studio.

Ma il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali non sembra aver chiara la situazione.
Durante un intervento, tenutosi il 10 marzo del 2015, così diceva di Garanzia Giovani:

[...] Prima volta nella storia d’Italia che 400mila giovani in 10 mesi si sono alzati dalla loro sedia, hanno aperto il loro computer, si sono registrati e ogni settimana se ne registrano 10mila. [...]
Secondo abbiamo costruito pezzo per pezzo l’infrastruttura, perché in Italia i Centri per l’impiego non hanno mai fatto il mestiere del matching, quindi il rapporto tra le persone che hanno bisogno del lavoro e il lavoro. [...]

Un dato che Poletti mostra come un grande successo per il suo operato, ma che se analizzato bene fa comprendere come la situazione sia ben lontana da come la interpreta il Ministro.
Anche in questo caso si parla di aiuti economici per l’occupazione che l’Europa mette a disposizione dello Stato e che vengono poi usati per creare nuovi posti di lavoro.

Non sembra prendere bene in esame che oltre 700mila giovani possano disperatamente fare richiesta per partecipare ad un programma che ti retribuisce 500€ al mese.
Di questo rimborso spese solo 200€ sono versati con regolarità, dal momento che vengono stanziati dal datore di lavoro.

I restanti 300€ arrivano in soluzioni bimestrali, che però non sono mai puntali. Una generazione che si piega a questo dovrebbe far riflettere bene tutta la classe dirigente italiana.
Un giovane laureato disposto a lavorare per soli 200€, perché a fine mese quello entrerà sicuramente in tasca, indica un momento di forte disperazione sociale, non di certo un vanto per il Ministro e il suo staff.

Il problema vero rimane però la mancanza di un limite al programma, dato che non vi è nessun obbligo per il datore di lavoro di assumere il tirocinante e al netto dei fatti spesso neanche i bonus occupazionali riescono ad essere attraenti.
Ma Poletti e il Governo Renzi hanno continuato per questa strada e il 22 Novembre 2016 si parla ancora di Garanzia Giovani, che viene rifinanziata per tutto il 2017.

Poletti così risponde alle domande dei giornalisti:

Noi avremmo voluto, diciamo così, una decisione di più lungo periodo, invece è stato fatto un rifinanziamento solo per il 2017. Ma questo lo consideriamo già un successo, perché aver avuto una decisione della Commissione che rifinanzi Garanzia Giovani per il 2017, significa che il nostro programma che per altro è stato valutato dall’Europa in termini molto positivi, come una delle nazioni che ha fatto bene il proprio lavoro, è la conferma appunto della bontà di questa scelta.

Un successo quello di Garanzia Giovani che il Ministro Poletti dovrebbe ben rivedere o del quale dovrebbe almeno parlare con i diretti interessati.

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