Europa a due velocità: cosa significa e perché se ne parla

Marco Frattaruolo

10 Febbraio 2017 - 12:58

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Negli ultimi giorni è tornato alla ribalta il concetto di Europa a due velocità. Vediamo cos’è, perché se ne parla e perché la Germania di Angela Merkel fa fatica ad accettarlo.

Europa a due velocità: cosa significa e perché se ne parla

Europa a due velocità, per alcuni sì per altri no. In questi giorni si è tornato a discutere su uno dei concetti più controversi degli ultimi anni, ovvero quello se accettare o meno un’Europa a due velocità.

A far tornare in voga il concetto di un’Europa a due facce è stato in particolare il riaccendersi dei focolai di instabilità all’interno dell’Unione, causati da quelli che potrebbero essere gli effetti di una Hard Brexit e di una eventuale uscita della Grecia dall’Euro. Proprio l’idea che la Grecia possa essere destinata ad abbandonare l’Euro ha spinto diversi paesi a tornare sul concetto di Europa a due velocità, considerato come l’unico vero «strumento» in grado di arginare lo sfaldamento dell’Unione.

La situazione è ormai nota ai più: mentre da un lato vi sono i paesi dell’Europa meridionale le cui economie faticano a ripartire e i cui conti pubblici continuano a sprofondare; dall’altro vi sono i paesi dell’Europa del Nord dalle economie forti stanchi di correre in aiuto dei loro cugini.

Quello che in molti si domandano è quindi se non sia il caso di accettare il fatto di un’Europa a due velocità, che possa rispondere, sempre restando all’interno di certi parametri, alle esigenze e alle difficoltà dei diversi Stati membri.

Europa a due velocità: Angela Merkel dice no

Questa settimana il primo ministro italiano Mario Gentiloni a margine di un incontro con la premier inglese Theresa May a proposito di un’eventuale Europa a due velocità ha dichiarato:

"è una delle risposte positive alle difficoltà della Ue che possono venire dall’incontro che si terrà a Roma per la celebrazione dei Trattati europei”.

Gentiloni ha spiegato come nei fatti

“l’Europa ha già livelli diversi di federazione. Sappiamo che esiste un’Europa dell’Euro, che ci sono alcuni paesi che aderiscono a Schengen e altri no. Penso che parlare di “europa a due velocità” sia ragionevole”.

A far emergere i contrasti di vedute, che vedono opporsi da una parte i paesi del sud Europa - Italia, Grecia, Spagna, Portogallo - dall’altra gli austeri stati del Nord, sono state le dichiarazioni che Angela Merkel ha rilasciato nelle ore successive all’importante incontro con il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi incentrato sullo stato dell’Eurozona.

La cancelliera tedesca, che non ha voluto commentare l’incontro con Draghi, ha voluto fare chiarezza sul tema. Pur sposando per certi versi le parole del primo ministro italiano Gentiloni ("esiste già un’Europa a due velocità perché ad esempio non tutti i Paesi della Comunità europea aderiscono all’Euro”), frau Merkel ha voluto «sgomberare il campo su un equivoco sorto sull’Europa a diverse velocità: non è vero che ho parlato di velocità diverse riguardo all’Eurozona, anzi l’area dell’Euro deve essere coesa e continuare a sostenere tutti i progetti varati assieme come il fondo salva-stati. Su questo punto deve esserci chiarezza».

Angela Merkel, dopo che la scorsa settimana aveva mandato segnali di apertura per un’Europa a diverse velocità (“abbiamo imparato dalla storia degli ultimi anni che ci potrebbe essere un’Unione con diverse velocità e che non tutti parteciperebbero ogni volta a tutti i passaggi dell’integrazione”), sembra quindi essere tornata su i suoi passi pur specificando che

“ci possono comunque essere settori dove può crearsi una cooperazione rafforzata, come ha proposto recentemente la Danimarca sulla giustizia. Questi progetti devono però essere aperti a tutti, è inimmaginabile che solo tre Stati prendano decisioni e decidano di andare avanti per la loro strada da soli, lasciando fuori tutti gli altri”.

Europa a due velocità: cosa significa?

L’instabilità geopolitica e la minaccia dei populismi, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e il riacutizzarsi della crisi economica greca sono tra i fattori che hanno riportato l’attenzione attorno al concetto di un’Europa a due velocità e alla necessità dei paesi europei di rivedere il processo di integrazione, di azione e cooperazione su questioni di primaria importanza. Ma di cosa si tratta nello specifico?

Quello di Europa a due velocità è un concetto che fa riferimento a un modo per risolvere alcune questioni politiche ed economiche. In particolare l’idea di Europa a due velocità ruota attorno al concetto che più alto è il numero di paesi aderenti all’Unione, maggiore è la difficoltà nel raggiungere un vasto consenso su ogni singola questione. Questo perché difficilmente tutti i Paesi membri saranno intenzionati, per motivi politici, economici o strutturali, ad avanzare alla stessa velocità.

Per questo i fautori di un’Europa a due velocità vedono in questo modello una soluzione in grado di rispondere alle diverse esigenze dei singoli Paesi. Un’Europa a due velocità sarebbe quindi sinonimo di accettazione e rispetto dei diversi livelli di integrazione e partecipazione dei singoli Stati membri nel processo di sviluppo della zona Euro.

L’attuale situazione, e il profilarsi di un’instabilità politica ancora più accentuata, sembra spingere l’Unione europea di fronte a un bivio: disgregarsi o accettare un’Europa a doppia velocità? Secondo molti il futuro dell’Unione dipenderà dalla disponibilità dei paesi più forti a scendere a compromessi.

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