Cos’è la Forward guidance?

Flavia Provenzani

08/06/2017

08/06/2017 - 14:06

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Cos’è la Forward guidance? Ecco come funziona lo strumento a disposizione delle banche centrali per esercitare potere sulle politiche monetarie.

Cos’è la Forward guidance?

In occasione della riunione dell’8 giugno la BCE ha modificato la sua forward guidance togliendo il riferimento a “tassi di interesse più bassi”, facendo interrogare in molti sull’effettivo significato di questa pratica. Cos’è la forward guidance e perché le banche centrali ne fanno uso all’interno delle loro comunicazioni pubbliche?

La Forward guidance è un importante strumento di politica monetaria in mano alle banche centrali e serve a raggiungere gli obiettivi prefissati, accompagnando i mercati verso le novità previste dai Consigli direttivi. Questa modalità di operazione punta al raggiungimento di obiettivi macroeconomici prefissati, come ad esempio l’aumento degli investimenti o un ribasso dei tassi di interesse.

Le politiche di Forward guidance fanno parte del gruppo degli strumenti “non convenzionali”, che le banche centrali hanno messo a punto per influenzare le decisioni degli investitori.
Grazie a questo strumento infatti riescono a veicolare il flusso degli investimenti e a monitorare le decisioni dei trader.

La Forward guidance, denominata anche forward policy guidance, è un modo di operare che può essere applicato da qualsiasi banca centrale, al fine di veicolare le decisioni degli investitori e mostrare in che modo si deciderà di agire.

Vediamo allora cos’è la Forward guidance e come funziona questo strumento, così da avere una visione chiara sull’argomento.

Forward guidance: cos’è?

Lo scopo principale di questo strumento è quello di controllare la volatilità del mercato, in modo che non vi siano grandi variazioni quando verranno applicate le politiche monetarie.
Per tale ragione viene applicata la Forward guidance, un complesso strumento di dichiarazioni pubbliche, che permette di scongiurare il pericolo di volatilità.

Tra gli strumenti non convenzionali a disposizione delle banche, oltre al Forward guidance, ci sono anche il quantitative easing e il credit easing.
Lo scopo è per tutti lo stesso e l’obiettivo principale rimane di evitare scossoni sul mercato.

La Forward easing viene applicata in due modi: esplicito o impliciti. Nel primo caso la banca centrale fornisce agli operatori delle informazioni più esplicite e dettagliate su come si muoverà con i tassi di interesse.
La FED e la Banca del Giappone utilizzano questa strategia e diramano dei veri e propri comunicati su cosa si deciderà sui tassi di interesse.

Le altre banche centrali invece effettuano degli annunci, che possono essere più o meno specifici. In questi momenti vengono dichiarate le decisioni che la banca ha stabilito per quanto riguarda le politiche monetarie e quindi come si muoverà sull’aumento o meno dei tassi di interesse.

Forward guidance: come funziona

La strategia comunicativa della Forward guidance è studiata in modo da influenzare le decisioni degli operatori sul lungo periodo, mostrando quello che la banca farà nel breve.

In sostanza la banca centrale in questione spiega le decisioni per i tassi di interesse, sul breve periodo, facendo intuire come potrebbe operare in futuro. Gli operatori si muovono invece sul lungo periodo e in base alle dichiarazioni effettuate cercano di capire se le politiche continueranno in quella direzione o invertiranno la rotta.

In queste dichiarazioni possono essere o meno presenti le tempistiche in cui verranno applicate le decisioni. Non è però obbligatorio che ciò avvenga, dal momento che possono essere semplicemente intuite dai trader.

Secondo alcuni studiosi esistono infatti anche delle strategie di Forward guidance implicite, che sono state applicate dalla Federal Reserve nel 2011 e che miravano all’alleggerimento quantitativo sugli asset.
Queste comunicazioni non sono avvenute in modo esplicito, attraverso comunicati stampa o altro, ma sembra che siano stati applicati mediante canali di segnalazione implicita.

La Federal Reserve si è spesso avvalsa di queste tecniche non convenzionali, riuscendo ad ottenere risultati che non avrebbe ottenuto con la stessa rapidità in altri modi.
Negli ultimi anni anche la BCE ha cominciato ad adottare delle politiche simili con Mario Draghi si è assistito ad un cambiamento di rotta.

Draghi ha infatti in più occasioni adottato la tecnica del Forward, in modo da scongiurare la volatilità che si associa, soprattutto sui mercati europei, ai momenti in cui si parla dei tassi di interesse.
Il 4 luglio del 2013 Draghi fu una vera sorpresa per gli operatori, dal momento che dichiarò per la BCE: ha preso la decisione senza precedenti di fornire ’forward guidance’ in maniera abbastanza più specifica rispetto a quanto abbia fatto in passato [...] si attende che i tassi di interesse chiave, e quindi tutti i tassi della BCE, rimangano agli attuali livelli, o a livelli ancor più bassi, per un prolungato periodo di tempo.

Un cambiamento di rotta in piena regola, che ha segnato un momento di svolta per la BCE e le sue politiche monetarie.

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