Tassi di interesse negativi possono essere “positivi”, ma attenzione - FMI

Matteo Bienna

11/04/2016

11/04/2016 - 11:24

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Il Fondo Monetario Internazionale si esprime a favore dei tassi di interesse negativi, evidenziando i benefici riscontrati finora. Ma l’ottica non deve essere di lungo termine.

Tassi di interesse negativi possono essere “positivi”, ma attenzione - FMI

In attesa del meeting internazionale previsto per il prossimo weekend, alcuni membri del Fondo Monetario Internazionale si esprimono sull’annosa questione dei tassi di interesse negativi, e lo fanno controcorrente.

A dispetto dello scetticismo che circonda le banche centrali che hanno applicato tassi di interesse negativi, l’FMI si schiera dalla loro parte, evidenziando gli effetti positivi finora riscontrati.

Tuttavia i benefici sono destinati a non durare a lungo e l’efficacia degli interventi potrebbe ribaltarsi in un’ottica di lungo periodo.

Tassi di interesse negativi: l’FMI a sostegno delle banche centrali

Alcuni esperti del Fondo Monetario Internazionale si sono espressi in maniera sorprendente sui tassi di interesse negativi.

Secondo le loro parole, infatti, i tassi di interesse negativi hanno agevolato un aumento della domanda e dato supporto alla stabilità dei prezzi, integrando gli stimoli forniti dagli altri interventi di politica monetaria.

Sono ben sei le banche centrali nel mondo che hanno introdotto tassi di interesse negativi. Anche i tassi sui depositi hanno vissuto un destino simile, dal -0,05% dell’Ungheria al -1,25% della Svezia, si è andata ad applicare una forma di tassazione sul denaro depositato.

“Sebbene l’esperienza avuta finora con i tassi di interesse negativi sia ancora limitata, siamo portati a concludere che, tutto sommato, hanno apportato nuovi stimoli monetari e allentato le condizioni finanziarie, dando supporto alla domanda e stabilità ai prezzi.”

Queste le parole riportate su una ricerca di Jose Vinals, consulente finanziario del Fondo Monetario Internazionale e direttore dei mercati monetari e di capitali.

Tassi di interesse negativi: i benefici non saranno a lungo termine

I tassi di interesse negativi sono stati inizialmente adottati in Svezia, Danimarca e Svizzera con l’obiettivo di fermare l’apprezzamento della valuta locale contro l’euro, seguite a breve distanza dalla banca centrale dell’Ungheria.

Gli scettici di questo tipo di politiche puntano il dito soprattutto contro il Giappone e il suo tentativo, non riuscito, di stimolare la crescita e l’aumento del livello dei prezzi attraverso l’applicazione di tassi di interesse negativi, finora ritenuto più un fallimento.

Quello che i critici ritengono necessario è un aumento della spesa pubblica piuttosto che la continua immissione di denaro nel sistema, oltre al pericolo, che si corre in continuazione, di causare una bolla nei mercati finanziari e di ridurre i margini di profitto delle banche.

L’FMI afferma che l’evidenza, finora, ha dimostrato che i tassi di interesse negativi hanno incoraggiato gli investimenti, che sono andati al di là dei titoli di stato a basso rischio, e hanno ridotto i costi per i prestiti delle società.

I benefici per le banche sono invece meno espliciti.
Sebbene nella maggior parte dei casi sia stato rilevato un calo dei tassi applicati sui prestiti, dall’altro si sono abbassati i margini netti per gli istituti di credito.

I benefici apportati all’economia dai tassi di interesse negativi, che quindi esistono, sono però da considerare solo in uno scenario che non si protragga troppo in là nel tempo.
Il mantenimento di queste politiche nel lungo periodo, infatti, porterebbe all’immobilismo del denaro, andando di fatto a compromettere l’efficacia della politica stessa.

A livello di percentuali è la fascia compresa tra -0,75% e -2,00% è quella ritenuta critica in un’ottica che vada oltre il breve/medio termine.

Il mantenimento nel lungo periodo di tassi di interesse negativi minerebbe la sopravvivenza delle assicurazioni sulla vita, i piani pensionistici e i risparmi, e potrebbe incoraggiare atteggiamenti inclinati al rischio e condurre a bolle finanziarie sui mercati.

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