Svizzera ad un passo dalla recessione. Attesa per i dati sul PIL

Flavia Provenzani

26 Agosto 2015 - 16:40

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La Svizzera potrebbe presto cadere in recessione dopo 6 anni, subendo le conseguenze della politica monetaria della SNB, che a gennaio ha eliminato il floor su EURCHF.

Svizzera ad un passo dalla recessione. Attesa per i dati sul PIL

La banca centrale svizzera, la Swiss National Bank, potrebbe presto seguire le conseguenze della sua politica monetaria straordinaria, che si traducono in una sola parola: recessione.

A sette mesi dall’annuncio della banca centrale dell’eliminazione della difesa del floor sul cambio euro-franco svizzero (EURCHF), la Svizzera sta avendo a che fare con esportazioni in calo, una produzione stagnante e un crollo dei.

Gli economisti prevedono una riduzione sul prodotto interno lordo (PIL) dello 0,1 per cento nel quarto trimestre del 2015, la seconda contrazione consecutiva che segnerebbe la prima recessione in sei anni in Svizzera. I dati saranno pubblicati sul Calendario Economico questo venerdì.

Gran parte della pressione sull’economia proviene dal franco, che si è apprezzato l’11 per cento contro l’euro dalla decisione inaspettata della banca centrale il 15 gennaio di eliminare il floor sul cambio EURCHF.

Per il presidente della SNB Thomas Jordan, in difesa della scelta di politica monetaria, il debole scenario a breve termine verrà esaminato con attenzione durante la prossima riunione della banca centrale, tra tre settimane.

E’ stata una mossa con forti conseguenze sul franco, non sorprende quindi che le esportazioni stiano soffrendo.
Ma la debolezza più preoccupante, maggiore di quanto ci si aspettasse, si registra negli investimenti e nei consumi privati.

La discesa dell’economia della Svizzera potrebbe però essere di breve durata.

L’economia potrebbe presto ricevere una spinta dal franco debole e dal calo del prezzo del petrolio. Con i rischio provenienti dalla Grecia in via di diminuzione, il franco si è deprezzato di oltre il 3 per cento dalla fine del mese di giugno.

"La nostra politica monetaria sta prendendo in considerazione la difficile situazione attuale,"

ha detto il presidente Jordan in un’intervista a UnternehmerZeitung la settimana scorsa.

"Ci aspettiamo che l’economia torni in crescita nella seconda metà dell’anno."

Insieme alla rinuncia della difesa del tasso minimo di cambio nel mese di gennaio, la Banca nazionale ha tagliato il tasso di deposito ad un minimo record di -0,75 per cento, promettendo ulteriori interventi sul mercato valutario se necessario.

La prossima decisione sui tassi di interesse è in programma per il 17 settembre, ma Jordan ha specificato che un cambiamento di politica non è imminente.

Ma il rallentamento dell’economia in Cina potrebbe ostacolare la crescita della Svizzera, con la domanda proveniente dall’Eurozona solo in modesta ripresa.

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