Riforma costituzionale: cosa cambia? Le novità spiegate in 10 punti

Giulia Adonopoulos

28/11/2016

30/11/2016 - 08:30

condividi

Cosa prevede la riforma costituzionale che siamo chiamati a votare al referendum? Cosa cambia nel testo della Costituzione? Ecco spiegate, in 10 semplici punti, le novità della riforma del Senato.

Riforma costituzionale: cosa cambia? Le novità spiegate in 10 punti

Riforma costituzionale: cosa cambia e quali novità rispetto al testo originario? Ecco cosa dice la riforma del Senato, spiegato in 10 punti.

La riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum il 4 dicembre 2016 è la più vasta mai intrapresa nella Repubblica italiana: la riforma voluta dal governo Renzi, infatti, prevede la modifica di oltre 40 articoli, tanti quanti sono quelli che sono stati modificati nell’arco di 70 anni. Si tratta di un evento molto importante per il Paese, per cui è giusto e doveroso arrivare al giorno del voto consapevoli di cosa dice il nuovo testo della riforma costituzionale e cosa cambia con le proposte del ministro Boschi.

Quali sono le novità della riforma e cosa prevede il testo di legge? Molte domande restano aperte, e il nuovo testo della Costituzione così come proposto da Renzi è oggetto di dibattito e grandi dubbi. Visto che la data del referendum costituzionale è alle porte, cerchiamo di chiarire cosa andremo a votare il 4 dicembre. Tutto quello che c’è da sapere sulla riforma costituzionale 2016 lo trovate qui: ecco spiegato il nuovo testo della riforma del Senato in 10 semplici punti.

Vedi anche la nostra infografica che spiega il Referendum in 10 punti. Una proposta che ti farà capire in pochi minuti i cambiamenti che sono stati proposti.

Riforma costituzionale 2016: cosa si vota al referendum?

Il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre chiama gli elettori a esprimersi sulle novità della Costituzione, e in particolare a votare sì o no alla riforma Boschi-Renzi. Essa si pone soprattutto come una riforma del Senato, con la fine del bicameralismo perfetto, il taglio dei costi della politica, l’equilibrio di rappresentanza uomini-donne, il nuovo rapporto Stato-Regioni, le diverse modalità con cui si approveranno le leggi.

Il dibattito tra il Sì e il No al referendum costituzionale è sempre più acceso, e le ragioni di chi è a favore o contro la riforma del Senato affondano le radici proprio nei cambiamenti che vengono introdotti nel testo della Costituzione italiana.

Se vi state domandando quali sono le modifiche che il testo della riforma costituzionale 2016 apporta alla Costituzione così come la conosciamo, e se lo scontro tra il fronte del Sì e del No al referendum vi sta confondendo le idee, siete nel posto giusto. In questo articolo, oltre a mostrarvi il testo completo di legge approvato alla Camera, vi spieghiamo la riforma costituzionale in 10 punti: cosa cambia con il ddl fortemente voluto e appoggiato dal Governo Renzi?

Prima di illustrare in modo semplice e chiaro le principali novità della riforma costituzionale, però, facciamo un piccolo passo indietro e ricordiamo il perché saremo noi italiani, tramite referendum, ad approvare o a respingere il nuovo testo.

Il ddl Boschi ha ottenuto l’approvazione al Senato con 180 sì, 112 no e 1 astenuto, ma visto che si propone di cambiare degli aspetti della Costituzione ha avuto bisogno di un ulteriore passaggio in Parlamento. Nella seconda lettura alla Camera la riforma costituzionale non ha ottenuto la maggioranza dei due terzi dei componenti delle Camere, per cui saranno gli italiani a decidere se confermare o meno la legge di riforma costituzionale. La riforma Boschi sarà quindi sottoposta al referendum confermativo, previsto per il 4 dicembre 2016.

Leggi anche: Referendum costituzionale 2016: cosa succede se vince il No?

Riforma costituzionale 2016 cosa cambia: Renzi e l’approvazione in Aula

Renzi ha sostenuto e difeso sin dall’inizio le scelte contenute nel testo di legge e la battaglia in favore del referendum. “Il potere che noi esercitiamo, e da cui non ci nascondiamo, ha un senso se viene messo in campo per cambiare l’Italia”, aveva detto il premier dopo l’approvazione della riforma al Senato, “per questo prendo l’impegno: in caso di sconfitta ne trarremo le conseguenze ma per questo stesso motivo sarà ancora più bello vedere il giorno dopo la vittoria del referendum le stesse facce gaudenti che osservo adesso in questa Aula”.

Nell’intervento del 12 aprile 2016 alla Camera Renzi ha ricordato che con la nuova riforma costituzionale “il procedimento legislativo diventa più snello, si ferma l’abuso della decretazione d’urgenza cui neanche noi possiamo dichiararci immuni, senza che si tocchi il sistema di pesi e di contrappesi. Si interviene sul Titolo V rendendo lo Stato più responsabile, si elimina il bicameralismo perfetto che era considerato da tutte le forze politiche un tabù da abbattere”.

La riforma costituzionale 2016 spiegata in modo semplice

Gli elementi essenziali della riforma costituzionale sono 4:

  • Superamento del bicameralismo perfettamente paritario
  • Riduzione del numero dei senatori e taglio delle spese
  • Revisione della suddivisione delle competenze tra Stato e Regioni
  • Eliminazione delle province dalla costituzione e soppressione del CNEL

La Camera viene eletta a suffragio universale e diretto e si rinnova completamente alla scadenza del mandato. I senatori, invece, sono eletti dai consigli regionali e delle province autonome tenendo conto delle scelte dei cittadini.

Il Senato è composto al massimo da 100 membri: 95 sono eletti con metodo proporzionale dai consigli e scelti tra i consiglieri regionali e i membri sindaci; 5 senatori sono nominati dal Presidente della Repubblica per un mandato di massimo 7 anni non rinnovabile. Per quanto riguarda lo status dei senatori, la durata del mandato deve coincidere con quella dei consigli regionali dai quali sono eletti e ai senatori non spetta alcuna indennità per l’esercizio del mandato e le loro attività parlamentari.

Fine del bicameralismo perfetto significa che Senato e Camera dei deputati esercitano la funzione legislativa paritaria solo in alcune materie:

  • leggi di revisione costituzionale e altre leggi costituzionali
  • tutela delle minoranze linguistiche
  • referendum
  • ordinamento, funzioni e legislazione elettorale di comuni e città metropolitane
  • autonomie regionali

Per le leggi non bicamerali l’approvazione dei ddl avviene così: l’esame dei ddl è avviato dalla Camera che, dopo l’approvazione, trasmette il testo al Senato. Se il Senato decide di esaminarlo può apportare modifiche al testo e la Camera può decidere se accoglierle o respingerle.

Le proposte di modifica riferite a progetti di legge in cui è prevista la “clausola di supremazia”, adottate dal Senato a maggioranza assoluta, sono superabili dalla Camera solo a maggioranza assoluta.
Facendo un piccolo passo indietro, la clausola di supremazia consente alla legge dello Stato, su proposta del Governo, di intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richiede la tutela dell’unità giuridica ed economica del Paese.

I tempi del procedimento legislativo vengono ridotti nel caso di ddl in materia di bilancio e di quelli in cui è prevista la clausola di supremazia. Inoltre il Governo, per garantire una corsia preferenziale ai ddl essenziali per l’attuazione del suo programma, può chiedere la votazione entro e non oltre 70 giorni, fatta esclusione per alcuni tipi di leggi come quelle elettorali e quelle di ratifica dei trattati.

Oltre alla fine del bicameralismo perfetto la riforma costituzionale 2016 promuove anche la fine del cosiddetto “federalismo” in Italia, poiché si danno maggiori poteri allo Stato a scapito delle Regioni (a differenza di quanto accaduto con la riforma del 2001).

Questo potrebbe essere un aspetto positivo del testo della riforma costituzionale 2016, poiché un problema in Italia sono le gare d’appalto, dove dominano corruzione e clientelismo. Prendiamo il settore sanitario, ad esempio, su cui si esprime l’attuale testo dell’articolo 117 della Costituzione. Esso prevede che lo Stato sia competente solo “della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”, mentre tutto il resto è affidato alla gestione delle singole Regioni.

La riforma Boschi-Renzi aggiunge alla competenza esclusiva dello Stato “le disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare”. Con la riforma, quindi, lo Stato prende le decisioni che poi le Regioni devono provvedere a mettere in pratica. Renzi ha riassunto questo punto del nuovo testo costituzionale dicendo che con il referendum si decide se lasciare tutta la Sanità alle Regioni o dare gli stessi diritti a tutti i cittadini. La pianificazione centrale sarebbe essenziale, secondo i sostenitori del sì, poiché il federalismo ha fallito creando gravi squilibri tra il Nord e il Sud.

Riforma costituzionale, cosa cambia: tutte le novità in 10 punti

Cosa prevede, punto per punto, la nuova riforma della Costituzione a cui dovremo dire sì o no? Qui vi illustriamo le principali novità riassunte in 10 punti. Se volete leggere il testo di legge, in fondo all’articolo trovate il file PDF del testo di legge presentato alla Camera.

1) La fine del bicameralismo perfetto
La Camera dei deputati diventerà l’unica assemblea legislativa e manterrà da sola il potere di votare la fiducia al governo. Si tratta di un aspetto controverso che, se da un lato porterebbe a velocizzare il processo legislativo, dall’altro potrebbe assegnare troppi poteri ai futuri governi.

2) Un nuovo Senato
Il numero dei senatori verrà ridotto da 315 a 100 di cui 5 saranno scelti dal Presidente della Repubblica e 5 dalle Regioni “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi”.
Inoltre i senatori non riceveranno alcuna indennità aggiuntiva ma godranno dell’immunità parlamentare. Restano i senatori a vita: saranno gli ex presidenti della Repubblica che non verranno conteggiati nel numero dei senatori scelti dal Colle.

3) La funzione legislativa del Senato
I senatori avranno competenza legislativa per quanto riguarda le riforme costituzionali, le ratifiche dei trattati internazionali relative all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, le leggi elettorali degli enti locali e quelle sui referendum popolari. Inoltre ogni disegno di legge approvato dalla Camera verrà subito trasmesso al Senato che entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, potrà disporne l’esame.

Nei trenta giorni successivi il Senato potrà deliberare a maggioranza assoluta proposte di modifica del testo sulle quali, in seguito, la Camera si pronuncerà invia definitiva. Ai nuovi senatori spetterà anche il compito di esprimersi sulle leggi di bilancio ma entro 15 giorni e con la maggioranza assoluta.

Anche in questo caso, l’ultima parola spetterà sempre alla Camera. Infine, il governo potrà chiedere alla Camera che un provvedimento ritenuto fondamentale per l’attuazione del suo programma sia esaminato in via prioritaria e votato entro 70 giorni (con possibilità di proroga per altri 15).

4) L’elezione del Presidente della Repubblica
Il capo dello Stato sarà eletto dai 630 deputati e dai 100 senatori. Per i primi tre scrutini occorrono i due terzi dei componenti, poi dal quarto si scende ai tre quinti mentre dal settimo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.

5) Referendum e leggi di iniziativa popolare

Per proporre un referendum serviranno 800 mila firme, contro le 500 mila attuali. Dopo le prime 400 mila la Corte costituzionale darà un parere preventivo di ammissibilità. Per quanto riguarda invece la presentazione di progetti di legge di iniziativa popolare, il numero di firme necessarie è triplicato, da 50 mila a 150 mila. Vengono inoltre introdotti in Costituzione i referendum popolari propositivi e di indirizzo.

6) Le nomine dei giudici della Consulta
I 5 giudici della Consulta non saranno più eletti dal Parlamento riunito in seduta comune ma verranno scelti separatamente dalle due Camere. Al Senato ne spetteranno due e alla Camera tre.
Per la loro elezione è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti per i primi due scrutini, mentre dagli scrutini successivi è sufficiente la maggioranza dei tre quinti.

7) L’abolizione di Cnel e Province
La riforma costituzionale prevede l’abrogazione totale dell’articolo 99 della Costituzione riguardante il Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.
Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge verrà nominato un commissario straordinario a cui sarà affidata la liquidazione e la ricollocazione del personale presso la Corte dei Conti. Dal testo della Costituzione viene eliminato anche il riferimento alle Province ma sono previste delle premialità per le Regioni “virtuose”, quelle cioè con i conti in regola.

Per saperne di più leggi Abolizione CNEL, referendum costituzionale 2016: democrazia economica a rischio

8) Disposizioni per Regioni ed enti locali
Vengono introdotti indicatori di costi e fabbisogni per rendere più efficienti le funzioni pubbliche dei comuni, delle città metropolitane e delle Regioni. In caso di accertato stato di dissesto degli enti territoriali gli amministratori regionali e locali vengono allontanati dall’incarico. Infine si pone un limite al compenso dei dirigenti di organi regionali, che non sarà superiore a quello dei sindaci dei capoluoghi di Regione.

9) La legge elettorale: ricorso preventivo alla Consulta
Prima della loro promulgazione le leggi che disciplinano l’elezione dei parlamentari potranno essere sottoposte al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte Costituzionale.

Il ricorso motivato dovrà essere presentato da almeno un quarto dei componenti della Camera o almeno un terzo dei componenti del Senato entro 10 giorni all’approvazione della norma. La Consulta si pronuncerà entro 30 giorni e, in caso di dichiarazione di illegittimità, la legge non sarà promulgata.
Lo stato di guerra è deliberato dalla Camera a maggioranza assoluta.

10) L’equilibrio nella rappresentanza
Nell’articolo 55 della Costituzione entra un nuovo comma: “Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza”.
Viene così rafforzato il principio della parità di accesso alle cariche elettive. L’equilibrio di genere tra donne e uomini nella rappresentanza è previsto anche negli organi regionali in base a principi fondamentali stabiliti dalla legge statale.

Per una lettura più approfondita ecco il testo di legge a fronte della riforma costituzionale 2016:

Testo riforma costituzionale 2016
Cosa dice il testo della riforma costituzionale 2016: ecco gli articoli attuali con le modifiche a fronte.

Iscriviti a Money.it