Poste Italiane va all’assalto di Pioneer: chiesto finanziamento da 2 mld per l’offerta

Antonio Atte

18/10/2016

18/10/2016 - 17:41

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Poste Italiane fa sul serio per l’asset manager di Unicredit. Il gruppo di Caio ha chiesto un finanziamento da 2 mld e ha disdetto l’accordo con Bpm sulle quote in Anima.

Poste Italiane va all’assalto di Pioneer: chiesto finanziamento da 2 mld per l’offerta

Poste Italiane fa sul serio per Pioneer. Stando a quanto viene riportato dall’agenzia Reuters, il gruppo guidato da Francesco Caio avrebbe dato il via alle trattative con alcuni istituti di credito per ottenere un prestito da due miliardi che serviranno a finanziare l’offerta per l’acquisto di Pioneer, l’asset manager messo sul mercato da Unicredit.

Poste Italiane è in cordata con Anima Holding e Cassa depositi e prestiti, ma la concorrenza per Pioneer è particolarmente accesa. Piazza Aulenti, infatti, avrebbe già ricevuto un’offerta pari a 4 miliardi da parte della francese Amundi per il colosso del risparmio gestito.

Venerdì scorso Poste Italiane ha disdetto con la Popolare di Milano l’accordo sulle quote che i due gruppi hanno in Anima. Con l’intesa i due soggetti si erano impegnati a rimanere sotto il 25% del capitale della società del risparmio gestito. Sempre in base all’accordo, fino all’aprile 2017 Poste Italiane non avrebbe dovuto vendere più dello 0,5%, mentre Bpm non avrebbe dovuto cedere più del 5%.

Poste Italiane: le mosse per l’assalto a Pioneer

Il gruppo di Caio detiene una quota del 10% in Anima, mentre quella di Bpm è pari al 14,6%. Gli analisti tendono a leggere questa mossa da parte di Poste Italiane come un preludio all’assalto finale a Pioneer.

Gli analisti di Kepler Cheuvreux - che assegnano ad Anima un rating buy e un prezzo obiettivo a 6,6 euro - scrivono:

“Crediamo che questa sia una mossa preparatoria in vista dell’acquisto di Pioneer, per il quale il consorzio costituito da Poste-Anima e Cdp è in concorrenza con gli altri gruppi interessati, ovvero Amundi, Aberdeen e Macquaire”.

Per il broker

“il fatto che Poste e non Bpm abbia deciso di non rinnovare l’accordo prova che la prima sia determinata a far diventare Anima la sua fabbrica prodotti, con una taglia maggiore”.

Banca Akros (rating buy e target price a 5,8 euro per Anima) spiega che

“la scelta di Poste segnala che Anima è al centro di una fase di m&a che potrebber presto concretizzarsi anche in vista dell’atteso processo di fusioni tra banche popolari in grado di accelerare alcune aggregazioni nel risparmio gestito italiano tra operatori come Aletti-Gestielle e Arca”.

Rating buy per Anima anche da parte di Banca Imi, mentre il giudizio di Mediobanca è outperform.

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