Oro e argento uniche soluzioni alle crisi finanziarie: target a $1.500 e $30 - BofA

Matteo Bienna

13/07/2016

13/07/2016 - 11:55

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Oro e argento come uniche soluzioni affidabili in un’economia globale che va avanti di crisi in crisi: Bank of America alza i target, $1.500 e $30 nel breve termine.

Oro e argento uniche soluzioni alle crisi finanziarie: target a $1.500 e $30 - BofA

Oro e argento riprendono il loro rally al rialzo dopo la pausa avuta nei primi due giorni della settimana, con i mercati azionari asiatici in ripresa e gli investitori che alimentano l’estenuante su e giù di questi giorni.

La quotazione dell’oro ha segnato i suoi massimi da marzo 2014 a $1.374 l’oncia e lo ha fatto solo durante la giornata di lunedì, mentre il prezzo dell’argento rimane sopra quota $20 dopo il massimo degli ultimi due anni registrato la scorsa settimana, poco sopra i $21.

L’intenzione in capo alla BCE e alla BoJ, ma anche con qualche timore in più nel territorio nord americano, di aumentare il Quantitative Easing per non frenare ulteriormente la crescita nel post-Brexit si traduce in un costante rifugiarsi verso le materie prime e, in particolare, i metalli preziosi.

Nell’ultimo periodo si è parzialmente rotta la correlazione tra oro e dollaro, con entrambi i beni che crescono di valore a causa dei problemi extra-USA che coinvolgono Regno Unito ed Eurozona, la cui risoluzione appare ancora vaga e lontana dal raggiungimento.

I dati positivi sul mercato del lavoro statunitense dello scorso venerdì non hanno infatti portato ad un deprezzamento dell’oro, fattore che può essere letto come la presenza di una buona parte del mercato ormai convinta che i segnali positivi assumano forma esclusivamente temporanea.

L’economia mondiale sembra infatti destinata a muoversi di crisi in crisi e, in un contesto di questo genere, oro e argento rischiano di essere tra le poche costanti sulle quali fare affidamento.

Oro e argento unici salvagenti in una costante tempesta finanziaria

I rialzi di oro e argento continuano dopo la Brexit in maniera costante, al contrario dell’andamento dei mercati prima crollati e ora sull’onda di una ripresa a tratti esagerata.

La ricerca dei metalli preziosi non avviene solo nelle forme degli strumenti finanziari che ne rappresentano il valore, come ETF ed ETC, ma anche nella sua forma reale.

L’oro fisico ha visto, durante la scorsa settimana, un incremento delle riserve possedute di 2,5 milioni di once, arrivando ad un totale di 85.8 milioni, il secondo più alto incremento di sempre dopo i 4 milioni nella prima parte del 2009.

Il dato è di quelli che fanno rumore e Bank of America Merrill Lynch rincara la dose affermando:

“Il mondo si sta muovendo di crisi in crisi e i rischi, nel lungo andare, non sono destinati a diminuire. Gran parte dei problemi che affliggono l’economia globale hanno ormai assunto una natura strutturale, con eventi come la Brexit che sono solo dei sintomi di problematiche ben più profonde e non risolvibili.”

L’incertezza da un punto di vista macroeconomico rimane grande nell’Eurozona, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Problemi come le relazioni tra i paesi, la polarizzazione di molti schieramenti politici, la crescita di sentimenti populisti, l’immigrazione, i debiti sovrani e ancora potenzialmente altri fattori sono le premesse ad una situazione che andrà cercando soluzioni in maniera continuata.

Alla Brexit potranno seguire altre mini-crisi relative a specifici paesi e l’interconnessione fornita dai mercati finanziari porterà ad effetti distribuiti omogeneamente su tutta l’economia e non più solo nel territorio interessato.

Con questo scenario all’orizzonte è possibile continuare a credere in un rafforzamento, costante e duraturo, di oro e argento.

Oro e argento verso $1.500 e $30 secondo Bank of America

I target proposti da Bank of America per i due metalli preziosi, dopo essere stati rivisti al rialzo, possono sembrare esagerati se confrontati con le attuali quotazioni di oro e argento.

La verità è che con un’analisi dei grafici ad orizzonte settimanale e ragionando in un’ottica di medio termine le prospettive avanzate da BoA sembrano molto meno irrealistiche.

Nel grafico è possibile osservare l’andamento dell’oro negli ultimi tre anni. Il rialzo iniziato a dicembre 2015 ha portato la quotazione ad abbattere tutte e tre le medie mobili.

Queste poi si sono incrociate al rialzo, in particolare quella a 20 periodi sulle altre due, segnale rialzista di breve termine. Sembra inoltre prossimo l’incrocio anche tra la media mobile a 60 e quella a 100 periodi, evento che potrebbe condizionare le prospettive anche a medio/lungo termine del metallo prezioso.

Il supporto testato durante la giornata di ieri a $1.329 insieme a quello attorno a quota $1.300 sono le nuove basi per la prosecuzione del rialzo. L’obiettivo di $1.500 è sì lontano ma, un taglio delle resistenze a $1.375 e $1.393 e la relativa area di accumulazione, molto vicina, porterebbero il prezzo dell’oro in una zona con pochi livelli di riferimento nel recente passato.

Questo potrebbe quindi favorire una percorrenza di quota $1.400 più agevole di quanto possa sembrare, con i $1.500 l’oncia che rimangono un target realistico per quest’anno.

Ancora più dell’oro è l’argento ad avere vissuto un rialzo deciso in questa prima metà di 2016:

La vera e propria impennata della quotazione ha portato ad un incrocio del tutto analogo delle medie mobili, con quella a 20 che ha tagliato le altre due e la media mobile a 60 in procinto di raggiungere quella a 100.

Le prospettive di medio/lungo termine sembrano quindi anche in questo caso pronte a cambiare e il livello target proposto da BoA di $30 si basa proprio sulla tendenza mostrata nelle ultime settimane.

L’obiettivo è infatti ancora lontano e richiede un incremento del 50% rispetto alla quotazione odierna, prospettiva audace ma sostenibile se il prezzo dovesse superare la resistenza a $21,5 e rimanerci al di sopra.

Proseguendo al rialzo è a $24,1 il successivo livello di maggiore interesse, in un cammino che sembra meno lungo se si osserva che rispetto a sei mesi fa la quotazione dell’argento è cresciuta del +35%.

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