Il Bail-in accelera la fuga di capitali da Italia, Francia, Spagna e Grecia

Livio Spadaro

12/01/2016

12/01/2016 - 17:53

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L’ingresso del Bail-in sembra che abbia scatenato un deflusso di capitali dai Paesi dell’Eurozona più a rischio, favorendo le banche dei Paesi «virtuosi».

Il Bail-in accelera la fuga di capitali da Italia, Francia, Spagna e Grecia

La recente introduzione del Bail-in in Europa ha aumentato l’attenzione dei risparmiatori sullo stato di salute delle banche del proprio Paese. L’ingresso del Bail-in sulla scena europea ha alimentato le paure degli investitori, sempre più timorosi di ciò che può accadere ai propri risparmi se versati nell’istituto di credito sbagliato.

Dall’analisi condotta, emerge che nei Paesi europei periferici questi timori si sono trasformati in una vera e propria fuga di capitali che dalla periferia europea si sono trasferiti alle banche dei Paesi centrali.

L’introduzione del Bail-in sta giocando contro le politiche monetarie espansive della BCE che mirano invece a liberare i depositi dalla banca centrale per aumentare i prestiti nell’Eurozona. Manovra che per il momento non sembra stia funzionando.

Europa: con il Bail-in depositi BCE in aumento

Recentemente in Europa è entrato in vigore il famoso Bail-in, ossia quel meccanismo di salvataggio bancario che prevede il coinvolgimento di correntisti (con depositi superiori a 100.000€) e obbligazionisti nel caso di fallimento dell’istituto bancario di riferimento.

Questa manovra sembra che stia giocando contro la politica economica della BCE, volta a stimolare i prestiti e la circolazione della moneta all’interno dell’Eurozona.

A Dicembre, come noto, l’istituto centrale europeo ha abbassato i tassi di deposito dal -0,2% al -0,3%. Il taglio dei tassi di deposito serve per incentivare lo smobilizzo di depositi dalla banca centrale europea in modo di incoraggiare appunto nuovi prestiti.

Dal grafico sottostante, che evidenzia il denaro “parcheggiato” nella BCE dalle banche, emerge come negli ultimi mesi i depositi anziché diminuire sono aumentati in maniera costante fino a toccare il picco massimo nel Dicembre 2015.

Le possibili cause dell’aumento dei depositi presso la BCE

Quali sono i motivi di tale aumento? Le ragioni possono essere diverse. L’aumento dei depositi può avere diversi significati:

  • Paura di perdite.
  • Bassa richiesta di prestiti.
  • Sfiducia sulla solvenza dei debitori.
  • Mancanza di capitali nelle banche.
  • Fallimento delle politiche della BCE.

I bassi consumi sono sicuramente una delle cause dell’aumento dei depositi presso i conti della BCE. La sfiducia nelle banche, la paura di subire perdite e la dubbia solvenza dei debitori sicuramente giocano un ruolo fondamentale.

Il deflusso di capitali da alcuni Paesi europei: l’analisi del Target2

Tutti questi motivi insieme sembra siano il fulcro di uno spostamento dei capitali dai Paesi periferici dell’Eurozona a quelli centrali. Una misura del deflusso di capitali la fornisce il Target2, ossia il sistema di pagamenti interbancario per l’elaborazione di bonifici tranfrontalieri all’interno dell’Eurozona. Il Target2 ci mostra in sintesi le passività di un Paese sul sistema di pagamento UE.

Il dato sull’Italia, purtroppo, è il più preoccupante. Il Bel Paese ha registrato un saldo Target2 negativo di -249€ miliardi (contro i poco più di 229€ miliardi di Novembre). Il peggioramento del saldo ha alimentato alcuni dubbi sulla capacità dell’Italia di attirare gli investitori esteri e sulla fiducia che nutrono gli investitori italiani sul Paese.

MEF e Bankitalia hanno sempre rifiutato tale ipotesi, spiegando che il peggioramento del saldo italiano è dovuto ad una serie di cause tra cui la politica della BCE.

Sicuramente quest’ultimo fattore ha inciso sul saldo Target dell’Italia ma se si vede il saldo degli altri Paesi dell’Eurozona il quadro sembra essere più chiaro.

Europa: non solo l’Italia, deflusso registrato anche in Francia, Spagna e Grecia

Analizzando i Target2 di altri Paesi dell’Eurozona ci si accorge come il deflusso di capitali non riguardi solo l’Italia ma anche altri Paesi del Vecchio Continente. Deflusso che invece non intacca i Paesi “virtuosi” dell’Eurozona (dati in miliardi di Euro):

  • Saldo Spagna -241,8. Dato peggiore dal 2012.
  • Saldo Grecia -97,3. Dato migliore dal primo trimestre 2015.
  • Saldo Francia -73,5. Dato peggiore dal 2011.
  • Saldo Germania +592,5. Dato più alto dal 2012.
  • Saldo Lussemburgo +140,4. Dato più alto di sempre.
  • Saldo Olanda +49,4. Dato più alto da Settembre 2015.
  • Saldo Finlandia +31,8. Dato più alto da Agosto 2015.

Può essere quindi che sia solo un effetto di concause come spiegato da Tesoro e Bankitalia? Sembrerebbe di no. I dati sopra mostrati evidenziano come un depositante greco,spagnolo, italiano o francese preferisca aprire un conto su una banca olandese, tedesca o lussemburghese piuttosto che in una del proprio Paese.

Europa: il Bail-in è la causa del deflusso di capitali. Boom di liquidazione bond italiani

La risposta più concreta è data dal nervosismo sviluppatosi in seguito all’ingresso del Bail-in. I casi recenti verificatisi in Grecia e Cipro nei quali i risparmiatori di questi due Paesi hanno subito confische e controlli in seguito ai fallimenti bancari stanno portando un addensamento di nubi sui cieli di alcune nazioni europee.

Il caso delle banche fallite in Italia ha fatto in modo che molti risparmiatori italiani liquidassero le proprie posizioni sulle obbligazioni sovrane italiane oltre che quelle subordinate visto quanto accaduto ai creditori subordinati di Banca Marche, Banca Etruria, Carichieti e Carife.

Le banche dei Paesi con saldo Target2 positivo sono sicure?

Le banche dei Paesi virtuosi sono sicure? Se i Paesi esposti a saldi negativi dovessero abbandonare l’Eurozona la risposta è no.

Dai dati Target2 nel caso un Paese tra Spagna, Francia, Italia o Grecia o qualsiasi altra nazione dovessero abbandonare la moneta unica come si potrebbe sopperire alle perdite? Chi si dovrebbe far carico di questo?.

Le banche tedesche o quelle di altri Paesi con saldi positivi dovrebbero farlo oppure la BCE dovrebbe stampare moneta violando il Trattato di Maastricht. In tutti questi casi l’Euro subirebbe un grave, se non definitivo, colpo.

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