Giappone, Nikkei in rosso: BoJ è pessimista su economia. Focus sulla Fed

Flavia Provenzani

15/03/2016

15/03/2016 - 09:51

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La banca del Giappone tassi invariati, QE aumentato ma è pessimista su economia. Nikkei in rosso, ora l’attenzione è tutta sulla Federal Reserve.

Giappone, Nikkei in rosso: BoJ è pessimista su economia. Focus sulla Fed

Le Borse asiatiche sono in ribasso, il Nikkei è in rosso: la banca centrale del Giappone si è mostrata pessimista sulla crescita della terza economia più grande al mondo, mentre lo yen ritrova una discreta forza grazie al Governatore della Bank of Japan , che è sembrato escludere l’arrivo imminente di un’altra mossa a sorpresa sui tassi di interesse in territorio negativo.

L’attenzione degli investitori torna tutta sulla riunione di politica monetaria della Federal Reserve, seguita dalla conferenza stampa del presidente Janet Yellen, mercoledì alle 19:30 (ora italiana).

L’indice MSCI, che segue l’andamento dei titoli nell’area Asia-Pacifico ad esclusione del Giappone, ha aumentato le perdite per un ribasso di circa l’1% nei pressi dei minimi di giornata, anche se i listini cinesi scambiano ancora i territorio positivo.
L’indice Nikkei ha chiuso a -0.68%.

Giappone, BoJ: tassi e QE aumentato, pessimismo su previsioni economiche

Come da aspettative, il Consiglio delle BoJ - banca centrale del Giappone - continua con il piano di acquisto titoli ai livelli attuali e mantiene i tassi di interesse invariati in territorio negativo con un voto di 7 a 2. Tuttavia, la Banca ha mostrato un crescente pessimismo circa le previsioni sulle esportazioni, la produzione industriale e l’inflazione.

"L’economia giapponese continua a recuperare moderatamente come trend, anche se vediamo alcuni punti deboli nelle esportazioni e nella produzione su un rallentamento della crescita delle economie emergenti",

ha detto il governatore della BOJ Haruhiko Kuroda durante la conferenza stampa.

Tuttavia, la BoJ ha tentato di rassicurare i mercati finanziari, preoccupati dopo la decisione controversa e inaspettata a gennaio di tagliare i tassi di interesse in territorio negativo, senza aver mai fatto accenno alla possibilità di voler agire in tal senso qualora fosse stato necessario.

A sei settimane dalla radicale decisione di tagliare i tassi di interesse in territorio negativo, la Bank of Japan ha mantenuto la promessa di aumentare la base monetaria del QE a 80 trilioni di yen e i tassi di interesse in negativo a -0.1% sui depositi delle istituzioni bancarie.

L’orientamento mostrato dalla conferenza stampa della Banca centrale del Giappone è sembrato più cupo rispetto alle dichiarazioni di gennaio, quando la BoJ aveva commentato come fossero proprio le esportazioni a dare una spinta rialzista alla crescita dell’economia.

La BoJ ha tagliato inoltre le previsioni sull’inflazione, “ultimamente in indebolimento”, riconoscendo come uno dei canali principali del suo enorme piano di stimolo non stia funzionando come sperato.

"La BOJ sta cercando di ridurre l’impatto che i tassi negativi stanno avendo sul settore finanziario, perché le banche sono state molto critiche circa questa politica",

ha detto Hiroaki Muto, economista presso il Tokai Tokyo Research Center.

"Il taglio delle previsioni economiche è il preludio di un ulteriore allentamento",

ha detto, aggiungendo di aspettarsi che la BOJ aumenterà ancora una volta lo stimolo di politica monetaria nel mese di aprile.

Focus sulla Federal Reserve

Con l’economia mondiale in via di rallentamento e con molte economie orientate a stimoli straordinari per sostenere la crescita, il focus degli investitori rimane fisso sulla decisione della banca centrale più potente del mondo: la Federal Reserve degli Stati Uniti.

Mercoledì sarà il turno della Fed, mentre la Bank of England e la Swiss National Bank saranno le protagoniste della giornata di giovedì sul Calendario Economico.

Leggi anche: Rialzo tassi USA: se la Fed provasse a sorprendere?

È poco probabile che la Fed decida per un taglio dei tassi nella riunione di marzo ma si impegnerà per chiarire che, finché l’inflazione statunitense e il mercato del lavoro continuano a rafforzarsi, la debolezza dell’economia all’estero non fermerà il ciclo di di rialzo dei tassi.

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