Expo 2015: ecco quanti soldi pubblici sono andati persi

Michele Belluco

5 Settembre 2016 - 11:18

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Quanto ci è costata davvero EXPO Milano 2015? Ecco i numeri delle perdite conseguite a carico dei soldi pubblici e a spesa dei contribuenti.

Expo 2015: ecco quanti soldi pubblici sono andati persi

Nell’analizzare i costi e le entrate di Expo 2015 e la struttura dei debiti abbiamo visto i dati contabili delle due società pubbliche, Expo 2015 spa e Arexpo spa.

La prima si è occupata di costruire le infrastrutture della manifestazione e della gestione dell’evento, la seconda, invece, dopo aver acquisito le aree, ha ceduto il diritto di edificare ad Expo 2015 spa per poi, nel corso del 2016, diventare proprietaria anche di quanto costruito.

Visto che sono disponibili i bilanci definitivi 2015 sia di Expo 2015 spa (messa in liquidazione avendo esaurito lo scopo per cui era stata creata) che di Arexpo spa, cerchiamo di verificare i risultati dell’iniziativa.

Quanti soldi pubblici per Expo 2015?

Per quanto riguarda Expo 2015 spa (in liquidazione), si rileva che anche nel 2015 ha chiuso con una perdita d’esercizio; altri 23,81 milioni di euro che si vanno a sommare alle perdite degli esercizi precedenti.

Precisamente quasi un totale di quasi 102 milioni di perdite cumulate, così suddivise:

  • 2015: -23.81 milioni;
  • 2014: -45,26 milioni:
  • 2013: -7,42 milioni;
  • 2012: -2,39 milioni;
  • 2011: -4,16 milioni;
  • 2010: -10,47 milioni;
  • 2009: -8,37 milioni.

Expo 2015 e la sua contabilità

Senza contare che, al 31/12/2015, troviamo circa 82,64 milioni di euro di costi sostenuti non ancora spesati a conto economico - i ragionieri sanno che si tratta delle cosiddette “immobilizzazioni”.

In Ragioneria, per “immobilizzazioni” si intendono quei beni (non sono materiali) che, all’interno dell’impresa, non esauriscono la loro utilità in un solo esercizio ma manifestano benefici economici in un arco temporale di più esercizi.

È evidente che le spese per la realizzazione del complesso strutturale di Expo Milano 2015 hanno concretamente esaurito i loro benefici nel 2015 anno d’inizio e di fine della manifestazione.

Per cui, a mio avviso, non è corretto contabilmente ritrovare a fine 2015 tali costi nella voce “immobilizzazioni”, ma sarebbe stato opportuno farli partecipare totalmente alla formazione del reddito del 2015.

Ovvio che ciò avrebbe comportato il conseguimento di una perdita economica decisamente più consistente, rendendo il patrimonio netto negativo.

Infine, ciliegina sulla torta, troviamo al 31/12/2015, crediti verso clienti per circa 296,45 milioni di euro; facile intuire che, qualora non vengano totalmente incassati, vi sarebbe un’ ulteriore perdita da registrare.
Passiamo ora ad analizzare il bilancio 2015 di Arexpo spa.

In questo caso non troviamo apparentemente una perdita d’esercizio, ma una chiusura sostanzialmente a pareggio (circa 214.000 euro di utile d’esercizio).

In realtà, tutti i costi relativi alle acquisizioni delle varie aree e agli oneri finanziari connessi con le operazioni di finanziamento contratte (ben 92 milioni con istituti bancari) sono stati “rinviati” (per i non ragionieri significa “tolti” dai costi presenti nel conto economico), andando ad incrementare la voce delle rimanenze che, al 31/12/2015, superava i 217 milioni di euro (di cui 23,4 milioni di oneri finanziari).

Per quanto all’area si stata attribuita una valutazione “teorica” superiore, in piena crisi del settore immobiliare, è a mio avviso decisamente utopistico pensare che si presenterà qualche “privato” pronto a rilevarla pagandola quel prezzo.

Expo 2015: spese a danno dello Stato e dei contribuenti

Cerchiamo, molto banalmente, di capire cosa significa conseguire una perdita: se vendo a 10 un oggetto la cui produzione mi è costata 15, significa che ho conseguito una perdita di 5.
Questa perdita di 5 andrà a diminuire il mio patrimonio personale oppure andrà ad aumentare i miei debiti.

Se consideriamo che queste due società (Expo 2015 spa in liquidazione e di Arexpo spa) sono pubbliche, capite facilmente che le perdite comportano:

  • la contrazione del patrimonio pubblico;
  • l’aumento del debito pubblico.

Pertanto i dati consuntivi dei bilanci delle due società che si sono occupate della manifestazione “Expo Milano 2015” dovrebbero costituire basi oggettive di riflessione sull’utilizzo di denaro pubblico, in particolar modo in un momento in cui gli organi direttivi europei ci impongono di perseguire politiche di austerità.

Per esempio, per lo meno meriterebbe qualche spiegazione l’accensione da parte di Arexpo spa di linee di credito per ben 92 milioni di euro che hanno comportato, fino al 31/12/2015, oneri finanziari per circa 23,4 milioni di euro.

Si è sentito molto parlare, prima e durante la manifestazione, da tutti i media mainstream, di fantomatici “studi” che stimavano ex-ante incredibili “stimoli” all’economia reale italiana derivanti da “Expo Milano 2015”.

In particolare ha catturato la mia attenzione lo studio del Centro di Economia Regionale del trasporto e del turismo con l’Università Bocconi di Milano che trovate a questo link.

Vi lascio con la speranza di riuscire a pubblicare un ulteriore articolo che analizza se si sono verificati o meno i benefici stimati dai professori bocconiani; tutto dipende se risponderanno o meno alla lettera di chiarimenti che ho loro inoltrato.

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