Draghi: stimolo monetario non ha effetti senza le riforme dei governi

Flavia Provenzani

9 Giugno 2016 - 10:31

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Gli effetti dello stimolo monetario della BCE continuano ad incontrare troppi muri nell’economia dell’Eurozona. Mancano le riforme coordinate.

Draghi: stimolo monetario non ha effetti senza le riforme dei governi

Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea e ospite a Bruxelles all’evento alla sua quinta edizione dedicato a Tommaso Padoa Schioppa, ancora una volta avverte i governi membri dell’area euro di impegnarsi a garantire il futuro dell’unione monetaria: la mancanza di riforme, spiega il numero uno della BCE, potrebbe portare a danni economici permanenti.

Ad un giorno dall’inizio degli acquisti di corporate bond della BCE, davanti al suo pubblico a Bruxelles Draghi rivela che le misure di stimolo senza precedenti della BCE stanno incontrando una serie di muri che bloccano la trasmissione degli effetti della politica monetaria all’interno dell’economia reale, che presto potrebbe soccombere ad una trappola demografica.

La politica fiscale troppo restrittiva, gli alti livelli di bad loans delle banche e l’incertezza sulla stabilità istituzionale della zona euro hanno rallentato gli effetti dello stimolo monetario generato dei tassi di interesse negativi e dal quantitative easing.

La BCE a marzo ha tagliato ancora i tassi di interesse ai minimi storici e aumentato la portata mensile del QE a 80 miliardi di euro nella speranza di stimolare la crescita e l’inflazione nell’area euro.

Le politiche di Mario Draghi hanno attratto non poche critiche, comprese quelle della Deutsche Bank, che accusano il presidente di stare minacciando l’intero progetto europeo.

Draghi, che già innumerevoli volte ha spiegato che le riforme dei singoli Stati potrebbero migliorare gli effetti dello stimolo di politica monetaria della BCE, vede società stagnante come un potenziale blocco della crescita.

Un coordinamento tra le riforme politiche degli stati membri «vorrebbe dire che siamo in grado di portare la crescita di nuovo al potenziale prima che il potenziale stesso venga danneggiato».

Mario Draghi si trova a sottolineare gli effetti estremamente negativi dell’alto tasso di disoccupazione nel lungo termine - un problema particolarmente sentito negli Stati membri meridionali. La disoccupazione giovanile in Spagna e Grecia coinvolge ancora quasi la metà della dei giovani in età lavorativa.

Il capo della banca centrale ha inoltre chiesto agli Stati membri e Bruxelles di impegnarsi ai fini di implementare l’integrazione europea «in quanto troppo anche questa può rallentare la trasmissione della politica monetaria».

“Sappiamo che la configurazione attuale è incompleta. Vi è un ampio grado di accordo su quali sono i suoi difetti e molte proposte sono state avanzate su come superarli. I progressi in questo campo sono necessari per il lungo termine, ma sono anche rilevanti nel breve termine a causa del suo effetto sugli investimenti”.

E aggiunge:

"Ci sono molte ragioni politiche comprensibili per ritardare le riforme strutturali, ma ce ne sono poche di economicamente buone. Il costo del ritardo è semplicemente troppo alto.
Di tutti i modi per accelerare la realizzazione del nostro potenziale economico, forse il più semplice è quello di rimuovere le incertezze che ostacolano le decisioni a lungo termine e che frenano gli investimenti".

Per il presidente della BCE i leader europei devono essere più aperti al commercio, permettendo alle imprese di sfruttare le catene di offerte mondiali che potrebbero produrre beni con il massimo valore. Una delle vittorie più importanti per i politici di Bruxelles potrebbe essere il completamento del mercato unico dei servizi.

Questo «potrebbe accelerare automaticamente la diffusione dalla frontiera europea dove già abbiamo molte industrie mondiali importanti».
Governi dovrebbero anche mettere in atto le giuste condizioni per consentire alle imprese di crescere velocemente.

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