Scuola, disturbo specifico dell’apprendimento: come riconoscerlo e come comportarsi

Simone Micocci

21 Marzo 2016 - 15:08

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Scuola: in Italia aumentano i DSA. Ecco come riconoscerli e come dovrebbe comportarsi un insegnante per migliorarne l’apprendimento.

Scuola, disturbo specifico dell’apprendimento: come riconoscerlo e come comportarsi

Scuola: aumenta il numero degli allievi affetti da un disturbo specifico dell’apprendimento.

Come rilevato dal Ministero dell’Istruzione, sono sempre di più gli studenti con un disturbo specifico dell’apprendimento. Nel dettaglio, i DSA in Italia sono circa 180 mila, il 2,1% del totale degli alunni. Il dato è preoccupante, in quanto rispetto al 2010/2011 la percentuale è addirittura triplicata.

In virtù di questo problema si fa sempre più forte l’esigenza di avere degli insegnanti preparati, in grado di gestire al meglio uno studente con il disturbo specifico dell’apprendimento. Infatti, non è semplice aiutare un ragazzo affetto da DSA, anzi, molte volte è difficile persino accorgersi della patologia.

Per questo motivo abbiamo scelto di scrivere una guida utile per tutti quegli insegnanti che ogni giorno hanno a che fare con uno o più studenti con il disturbo specifico dell’apprendimento. Di seguito trovate tutte le informazioni che vi servono su come riconoscere un DSA e su come sviluppare un piano didattico personalizzato che lo aiuti nell’apprendimento.

Scuola, in aumento il numero dei DSA

Sono circa 186.803 gli studenti italiani con disturbo specifico dell’apprendimento. Nel dettaglio, la maggior parte di loro sono dislessici (108.844), mentre 38.028 sono affetti da disgrafia.

Invece, 46.979 hanno problemi di disortografia, mentre 41.819 di discalculia ( ricordiamo che queste 4 patologie possono sussistere separatamente o insieme). E non è tutto, perché questi sono solamente gli studenti a cui le patologie sono state accertate dalle diagnosi mediche.

In realtà, secondo l’Associazione Italiana della dislessia, sarebbero circa 350 mila gli studenti affetti da questo disturbo dell’apprendimento.

Cosa possono fare gli insegnanti per far fronte a questo problema? Una delle maggiori esperte sul tema, Daniela Lucangeli, presidente dell’Associazione per il coordinamento nazionale degli insegnanti specializzati, professore ordinario di psicologia dello sviluppo dell’Università di Padova e membro dell’Accademia mondiale delle scienze, ha rilasciato un’intervista a Il Fatto Quotidiano in cui indica la formula per aiutare i DSA:

“Il miglior aiuto è aiutarli. Gli errori non sono casuali; quando i bambini sbagliano lo fanno perché hanno elaborato in maniera non corrispondente la risposta che hanno dato; va analizzato l’errore, capire perché il bambino lo compie”.

Tuttavia, per quanto sembra semplice mettere in pratica queste indicazioni, non lo è affatto. Infatti, non solo non è facile aiutare un DSA ad apprendere, ma nella maggior parte dei casi è difficile individuare chi presenta il problema.

Ecco perché è importante che tutti gli insegnanti seguano dei corsi di formazione sul tema, così da essere in grado di sviluppare delle strategie didattiche all’altezza che possano aiutare un DSA ad apprendere senza difficoltà.

DSA: cosa prevede la legge italiana?

In Italia, esiste una legge sugli studenti con disturbo specifico dell’apprendimento, la 170 del 2010.

Questa legge prevede dei piani didattici personalizzati per tutti gli alunni affetti da DSA. Nel dettaglio, è concesso l’uso della calcolatrice o di programmi di videoscrittura caratterizzati da un correttore automatico. Inoltre, per i DSA sono previste delle interrogazioni programmate e delle verifiche personalizzate.

Tutte queste misure devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio, così da valutarne l’efficacia. Infatti, non esiste un metodo d’insegnamento unico per ogni DSA, ma ogni caso va trattato personalmente.

Quindi, mentre per uno studente potrebbe essere più efficace un determinato piano formativo personalizzato, per un altro ci potrebbero volere dei metodi differenti. L’obiettivo dell’insegnante, quindi, è di facilitare l’apprendimento dei DSA attraverso programmi personalizzati e metodi d’insegnamento fantasiosi e innovativi.

DSA: come riconoscerli?

È molto importante riconoscere tempestivamente uno studente affetto da DSA e non solo perché con il passare degli anni è più difficile risolvere il problema.

Infatti, è stato rilevato che un bambino con DSA è tre volte più a rischio di sviluppare dei problemi emotivi legati agli insuccessi scolastici. Quindi l’identificazione del problema è molto importante e nel caso in cui pensate che un vostro studente ne sia affetto non tardate nel darne comunicazione alla famiglia.

Ma quali sono i segnali che ci indicano che un allievo potrebbe avere un disturbo specifico dell’apprendimento? Sono molti ed è bene specificare che non per forza un ragazzo che presenta questi sintomi è un DSA.

Ecco quali sono i segnali d’allarme per un ragazzo che potrebbe essere affetto da DSA:

  • nella lettura ad alta voce uno studente confonde le lettere simili graficamente e quelle uguali foneticamente;
  • la lettura non è fluente e spesso salta righe e parole del brano;
  • nella scrittura omette alcune lettere, o parti di parola o confonde le la sequenza delle lettere;
  • fa errori copiando anche dalla lavagna;
  • scrittura illeggibile;
  • ha difficoltà nel fare calcoli veloci, come ad esempio 2+2, o nell’apprendere le tabelline;
  • confonde i simboli matematici;
  • ha problemi nell’incolonnamento delle operazioni.

Inoltre, esistono altri sintomi per rilevare un caso di DSA. come ad esempio quando un allievo ha difficoltà a distinguere tra la destra e la sinistra oppure non riesce a leggere l’orologio.

Un DSA ha problemi anche nel compiere quei movimenti che richiedono coordinazione, come allacciarsi le scarpe o andare in bicicletta senza rotelle.

Disturbo specifico dell’apprendimento: come deve comportarsi un insegnante?

Oltre alle disposizioni previste dalla legge, è molto importante che un insegnante tenga alcuni comportamenti nei confronti del ragazzo affetto dal problema.

Ad esempio, quando date un problema da risolvere a un DSA è consigliabile spiegarglielo prima, in modo da facilitargli lo svolgimento. Oppure, per favorire la comprensione della lezione potrebbero ricorrere a degli schemi o introdurre gli argomenti con delle curiosità così da suscitare il loro interesse.

Durante le interrogazioni orali è consigliato far utilizzare allo studente una mappa concettuale, così da rendergli più semplice l’esposizione.

Quando correggete un elaborato non date molta importanza agli errori di ortografia ma più ai contenuti. Infatti, ricordate che per un DSA non c’è differenza nelle percezione visiva dei grafemi “c” e “q”.

Proprio per questo motivo, vi consigliamo di dare più importanza alle verifiche orali rispetto a quelle scritte.

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