Come diventare osteopata? La guida alla professione

Redazione Lavoro

25 Giugno 2021 - 12:52

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Come diventare osteopata? Il percorso di studi che bisogna fare e tutta la guida alla professione nell’osteopatia.

Come diventare osteopata? La guida alla professione

Come diventare osteopata? Una domanda che molte persone si sono poste da quando questa professione si è affermata sempre più in Italia. Novità importanti inoltre sono arrivate per l’osteopatia con il governo Draghi che ha riconosciuto quella dell’osteopata come figura sanitaria.

Il percorso di studi per riuscire a diventare osteopata non è univoco ed è possibile esercitare la professione con tre differenti strade. Sul territorio italiano esistono diverse scuole e istituti che permettono d’imparare a svolgere questo mestiere. Le cose verranno tuttavia ridefinite, dopo il riconoscimento della professione, da decreti attuativi per definire il percorso universitario specifico per la laurea in osteopatia.

Il mestiere dell’osteopata nel nostro Paese permette di avere un’abilitazione solo nel caso in cui si abbia una precedente specializzazione in Medicina e chirurgia, Odontoiatria o Fisioterapia, cosa che tuttavia è destinata ora a cambiare.

Per diventare osteopati fino a oggi infatti non era necessario essere laureati; la principale differenza con il fisioterapista consiste nel fatto che il secondo si occupa di una sintomatologia locale, mentre l’osteopata utilizza un approccio totale sia nella diagnosi che nella terapia, non cura il sintomo, ma va oltre cercando la causa alla base del disturbo anche quando non è diagnosticata e non è apparente.

Ora che abbiamo chiarito le differenze tra osteopata e fisioterapista, andiamo a comprendere meglio in che modo si può intraprendere questa professione in attesa delle nuove regole e soprattutto quanto guadagna un osteopata.

Come diventare osteopata? La formazione e il percorso di studi

Il primo passo da fare per diventare osteopata è intraprendere un percorso formativo presso istituti preposti, in cui si dovranno studiare le scienze mediche di base e altre materie prettamente osteopatiche: quindi anatomia, patologia, fisiologia, biomeccanica, biochimica, biofisica, embriologia, istologia, neurologia e molte altre.

Come abbiamo accennato per diventare osteopata in Italia, non è prevista a oggi una formazione universitaria e i corsi si svolgono presso istituti privati. Questo aspetto tuttavia è destinato a cambiare dal momento che quella dell’osteopata è stata riconosciuta come professione sanitaria.

Nel nostro Paese fino al riconoscimento il 24 giugno 2021 della professione, agli osteopati mancava uno status giuridico. Chi esercita quindi la professione si è da sempre riunito in forme associative professionali che hanno lottano per ottenere il riconoscimento legale della branca, e anche la regolamentazione della professione osteopatica finalmente arrivata.

Ribadiamo che a oggi è possibile ottenere un riconoscimento professionale e un’abilitazione nel caso in cui si abbia una laurea in Medicina e chirurgia, Fisioterapia o Odontoiatria. Con il riconoscimento dell’osteopata come professionista sanitario tuttavia, dovrà essere istituita con appositi decreti attuativi la laurea in osteopatia e le relative equipollenze per permettere a chi esercita oggi di continuare con il benestare del Ministero della Salute.

Chi aspira a intraprendere questa professione, non essendoci ancora un corso universitario accreditato, si trova spesso in difficoltà nello scegliere il corso da seguire. Esistono di fatti diversi modi e diverse scuole, tutti finalizzati a dare una formazione di altissimo livello al pari degli istituti stranieri. Per diventare osteopata esistono tre vie d’accesso:

  • Frequentare un Corso di Osteopatia a Tempo Pieno della durata di 5 anni;
  • Frequentare un Corso di Osteopatia per Fisioterapisti della durata di 5 anni;
  • Frequentare un Corso di Osteopatia a Tempo Parziale della durata di 6 anni.

Nel primo caso l’aspirante osteopata inizia un percorso di studi subito dopo aver terminato le scuole superiori. Al termine non ci sarà una laurea, almeno per ora, ma si avrà la possibilità poi di esercitare la professione.
Negli altri due casi si tratta di corsi post laurea aperti soltanto a studenti già qualificati in possesso di:

  • Laurea in Fisioterapia;
  • Laurea in Medicina e Chirurgia;
  • Laurea in Odontoiatria.

Per chi intraprende i percorsi post laurea al termine dei corsi si avrà l’abilitazione riconosciuta a livello medico.

Come diventare osteopata? La categoria professionale

Diamo uno sguardo alla situazione della categoria. La mancanza di norme che regolassero l’esercizio dell’osteopata ha comportato che la stessa figura professionale non fosse tutelata dalla legge. Con il riconoscimento della professione tuttavia le cose sono destinate presto a cambiare.

La principale associazione italiana di regolamentazione è il Consiglio Superiore di Osteopatia - CSdO, costituita dalle maggiori associazioni di professionisti osteopati presenti sul territorio nazionale, come:

  • AIMM (Accademia Italiana di Medicina Manuale)
  • AMOI (Associazione Medici Osteopati Italiani)
  • FeSIOs (Federazione Sindacale Italiana Osteopati)
  • ROI (Registro degli Osteopati d’Italia)
  • UPOI (Unione Professionale Osteopati d’Italia)

Lo standard è quello del resto d’Europa, e l’osteopatia è largamente praticata in Inghilterra, Canada, Australia e Nuova Zelanda. La disciplina è nata negli Stati Uniti, dove fa parte a tutti gli effetti della sanità pubblica nel 1991 e gli osteopati sono medici laureati.

Cosa fa un osteopata?

Ma cosa fa l’osteopata? Questo professionista tratta le lesioni funzionali reversibili e attraverso l’anamnesi del disturbo del paziente cerca di risalire fino a lesioni o problemi precedenti. Questo professionista aiuta il corpo a funzionare meglio grazie ad alcune manovre e attraverso alcune tecniche, in modo da eliminare i blocchi e gli impedimenti che non permettano la totale elasticità e mobilità del paziente.

Questo tipo di cure non è indicato per fratture, rotture o gravi malattie che invece devono essere curate da specialisti medici. L’osteopatia è una tecnica che si base esclusivamente su contatto manuale e che non prevede prescrizione o somministrazione di farmaci. Si tratta infatti di un sistema di prevenzione sanitaria basato sul contatto e sulla ricerca delle cause più profonde che generano il problema del paziente. I trattamenti osteopatici mirano a ristabilire l’equilibrio delle componenti del corpo, in modo che esso riesca poi a curarsi autonomamente.

Uno dei capisaldi dell’osteopatia è proprio l’equilibrio tra corpo, mente e spirito, che nelle fasi di malattia sono fortemente disallineati. Il compito dell’osteopata è proprio quello di riportare equilibrio all’interno del corpo, in modo che si abbia armonia e l’essere umano risulti essere in salute.

Quanto guadagna un osteopata?

Attualmente in Italia ci sono circa 7.000 osteopati, di cui 3mila associati a organizzazioni come l’Apo o la Roi. Al momento il bacino dei pazienti dell’osteopatia non è molto alto e non raggiunge il 10% della popolazione italiana.

Tuttavia ci sono circa 50 scuole in Italia per la formazione professionale, di cui soltanto 30 sono gestite dalle associazioni di settore. Secondo le statistiche, i diplomati osteopati riescono a diventare autonomi entro 3 anni dal conseguimento del titolo, il che significa che la professione garantisce guadagni elevati.

Forse proprio perché è ancora poco sviluppata l’osteopatia, chi è osteopata ha poca concorrenza e riesce ad vivere di questo lavoro in modo sereno. Con l’istituzione del corso di laurea in osteopatia tuttavia le cose potrebbero cambiare.

Con il passare degli anni le liste d’attesa si sono allungate e i pazienti sono aumentati.

I trattamenti hanno una durata media di mezz’ora o un’ora, e hanno un costo che va dai 40-50 ai 100 euro, in base al professionista.

Uno studio avviato può avere anche 40/50 clienti ogni settimana, con cifre attorno ai 1.600 euro di guadagno ogni settimana, e quindi superando i 5.000 euro mensili.

Ovviamente il costo della prestazione dell’osteopata dipende da molti fattori e non solo dall’esperienza del professionista, ma anche dal tipo di specializzazione e dal tipo di trattamento che si dovrà svolgere.

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