Avvocati, parcella per lavori di natura stragiudiziale: quando va pagata? La sentenza della Cassazione

Simone Micocci

15 Febbraio 2017 - 09:35

condividi

Avvocati, la Cassazione fa chiarezza: ecco come far per dimostrare il mancato pagamento di una prestazione di natura stragiudiziale in mancanza di un accordo scritto.

Avvocati, parcella per lavori di natura stragiudiziale: quando va pagata? La sentenza della Cassazione

Avvocati, il cliente è obbligato a pagare la parcella anche per il lavori di natura stragiudiziale. Ma come fare per dimostrare un mancato pagamento se non c’è un accordo scritto?

La Cassazione con una recente ordinanza ha fatto chiarezza su questo aspetto indicando quali sono le prove che dimostrano un mancato pagamento per un incarico di natura stragiudiziale.

Quindi se siete degli avvocati e avete dei clienti insolventi questa ordinanza fa al caso vostro. D’ora in avanti, infatti, avrete gli strumenti necessari per obbligare un cliente a pagare tempestivamente qualsiasi tipo di prestazione ricevuta, anche solo per una consulenza fatta tramite email. Vediamo cosa fare analizzando quanto specificato nell’ordinanza della Cassazione.

Avvocati: quali lavori di natura stragiudiziale vanno pagati?

Secondo la Cassazione, gli avvocati possono pretendere il pagamento di una parcella per un incarico ricevuto anche per quelli di natura stragiudiziale per cui manca un accordo scritto.

Infatti, dimostrare il mancato pagamento per una causa svolta per conto di un cliente è semplice, dal momento che la prova del conferimento dell’incarico è connaturato alla procura firmata a margine dell’atto processuale. Per le attività stragiudiziali, invece, è diverso perché spesso manca un documento scritto che dimostra la stipula dell’accordo.

Ma non per questo motivo gli avvocati non devono essere pagati per la loro prestazione. Infatti, qualsiasi attività stragiudiziale, come ad esempio una consulenza, la redazione di un contratto e una lettera di diffida è soggetta ad una parcella. E come abbiamo visto nelle scorse settimane, anche una mail in cui un avvocato risponde ad un quesito posto da un cliente può far scattare il diritto al pagamento di una parcella in favore del professionista.

Leggi anche-Professionisti: la consulenza via mail si paga, l’ha deciso la Cassazione.

Ma come fare dimostrare l’esistenza di un accordo? Ecco cosa ha detto la Cassazione.

Avvocati, per le attività stragiudiziali è sufficiente la presenza di un testimone

La Cassazione ha emanato un’ordinanza in cui ha specificato che per le attività stragiudiziali, dal momento che non è obbligatorio il mandato scritto, l’avvocato può pretendere il pagamento della parcella nel caso in cui ci sia un testimone che confermi l’esistenza dell’accordo tra il cliente e il professionista.

La Cassazione, infatti, ha ricordato che è lo stesso Codice Civile a stabilire che, dal momento per cui una consulenza legale e qualsiasi altra attività stragiudiziale non devono essere obbligatoriamente provate per forma scritta, il giudice dopo aver tenuto conto della qualità delle parti e della natura del contratto può ammettere il creditore a provare anche tramite testimoni l’esistenza dell’accordo per cui si richiede il pagamento della parcella.

Naturalmente questo non vale per le consulenze via email, dal momento che già il messaggio di posta inviato dimostra l’esistenza dell’accordo. Per tutte le altre attività stragiudiziali, invece, consigliamo agli avvocati di stringere un accordo sempre in presenza di testimoni, altrimenti c’è il rischio che, in mancanza di un documento scritto, non possano obbligare i clienti a pagare la parcella dovuta per la loro prestazione.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO

Correlato